Autore: Redazione
19/02/2020

iCorporate, i sarti della comunicazione aziendale chiudono il 2019 a +16%

Un fatturato in crescita a 2,2 milioni di euro per la società di consulenza specializzata in comunicazione corporate, finanziaria e di crisi. Incontro con l’A.D. Sergio Pisano che ci racconta come il digitale abbia cambiato lo scenario

iCorporate, i sarti della comunicazione aziendale chiudono il 2019 a +16%

Sergio Pisano

Trovarsi improvvisamente in mezzo al classico guado, tra incertezze e pii desideri: che fare? Tra esigenze di cambiamento che potremmo definire fisiologiche, la famigerata crescita, il classico passo in avanti, per non rimanerne tre indietro. O magari è successo qualcosa che sta minando le fondamenta della propria reputazione, costruita in anni di faticoso operato; un’ipotesi, quest’ultima, non certo campata in aria in un’epoca, come l’attuale, così affezionata agli stati di crisi. Quindi, che si può fare? Esiste un numero verde che metta a disposizione il foglio di istruzione per uscire da una situazione non più gradita? Ebbene sì. O meglio, ci sono delle società di consulenza specializzate nella comunicazione corporate, finanziaria e di crisi, capaci di elaborare strategie per la gestione della reputazione aziendale e del management, integrando il digitale con il presidio dei media tradizionali. Un nome: iCorporate, la struttura guidata dal Presidente Esecutivo Francesco Foscari e dall’A.D. Sergio Pisano ha rilasciato i dati del suo 2019: un fatturato di 2,2 milioni di Euro, una crescita del 16%, un team composto da 22 professionisti, che si è giovato di 4 nuovi ingressi. Risultati raggiunti grazie a una nuova infornata di clienti, ben 15 new entry, tra le quali Amplifon, Arsenale SGR, Arval Italia, BVA-Doxa, Indaco Sgr, LCA Studio Legale, Medtronic Italia e JLL Italia, solo per citarne alcuni.

La Content Factory

A favorire il momento di espansione, anche la decisione di attuare, nel corso dell’ultimo biennio, un processo di riorganizzazione interna che ha portato alla creazione di practice sinergiche tra loro e attive nei settori corporate e crisis management, finanziario e digitale, guidate dai practice leader Melissa Lovisetto, Eleonora Meneghelli, Arturo Salerni e Nicholas Scalino. A ciò si è aggiunta, nel corso del 2019, l’integrazione di alcuni servizi ad alto valore aggiunto che hanno portato alla costituzione di una Content Factory interna, composta da figure professionali specifiche e dedicate alla creazione e pianificazione di strategie creative che vanno a declinarsi in contenuti visuali e testuali.

Abbiamo incontrato l’Amministratore Delegato Sergio Pisano, al quale abbiamo cercato di carpire alcuni commenti sull’attuale contesto di mercato e qualche segreto del successo di iCorporate.

Perché iCorporate è una realtà strategica per un’azienda?

Partiamo da un semplice presupposto: iCorporate nasce in un momento storico particolare caratterizzato dalla crisi della carta stampata con conseguente riduzione del numero di contenitori utili e appropriati per raccontare notizie e storie di aziende e dall’avvento del digitale che ha reso tutto più complesso, multidimensionale, e soprattutto non facilmente controllabile. Nel 2013 abbiamo scelto di posizionarci sul mercato con un’offerta che fosse in grado di coniugare l’esperienza maturata nel corso degli anni nelle media relations tradizionali con la nuova dimensione del digitale. Questo ha fatto la differenza. Al centro mettiamo il contenuto e lo decliniamo sui vari canali a seconda delle necessità e degli obiettivi dei nostri clienti. 

Voi di cosa vi occupate?

iCorporate si occupa di comunicazione corporate, finanziaria e di crisi attraverso un modello di business totalmente integrato tra ufficio stampa tradizionale e attività digital. Siamo verticali nel servizio, ma orizzontali nei settori. Tra i nostri clienti ci sono fondi di venture capital, società di private equity, quotate, aziende attive nel settore delle utilities. Oltre a studi legali, banche, società di gestione, player retail, grandi brand che vanno da Amplifon a Whirpool EMEA. Acquisiti in forma diretta oppure, più frequentemente, tramite gare…

Meglio la prima opzione?

Non è detto. Ogni anno partecipiamo in media a circa 20-25 consultazioni, soprattutto nel periodo compreso tra giugno e settembre, quando le aziende sono in via di definizione dei budget per l’anno successivo. Le gare, quando sono organizzate e gestite in maniera seria e trasparente, sono vere e proprie opportunità non solo di business ma anche di crescita per i professionisti; servono a valorizzare i più giovani, aiutano a pensare, fare ricerca, a “vendere” un’idea. Fortificano la componente psicologica e cementano la tecnica, che rappresenta il punto di partenza, la base che ti permette di identificare sempre una soluzione e verificarne la fattibilità.

Una case history esplicativa del vostro operato?

Ne potrei citare molte ma se devo scegliere un esempio scelgo Twitter, social network che ha ritrovato di recente un nuovo brio. La gestione di un brand come Twitter ti consente di entrare in contatto con un numero infinito di argomenti che vanno dalla cronaca, alla finanza, da fatti legati al costume, allo sport, etc ogni giorno, minuto, secondo. E qui entriamo in gioco noi. Partiamo dai dati per arrivare a dare risposte, creare storie che siano di interesse per i media e di valore per il cliente. Al di là del caso specifico, ogni situazione aziendale che ci offre l’opportunità di lavorare al fianco del top management per trovare soluzioni a problemi strategici rappresenta per noi un caso di successo.

Chiudete in crescita a doppia cifra il 2019, cosa vi attendete per il 2020?

I primi mesi del 2020 ci permettono di guardare al futuro con ottimismo e con una previsione di crescita in linea con quella dell’anno precedente.
Ciò implica di non smettere mai di ascoltare il mercato per adattarsi a esigenze che sono in continua mutazione e cogliere eventuali opportunità di crescita anche per linee esterne.