Autore: Redazione
20/04/2022

I top 10 green influencer italiani protagonist della classifica targata Flu Plus

La chart vede al primo posto Cristina Cotorobai, seguita da Ruggero Rollini e da Camilla Agazzone. Oltre il 65% dell’audience di riferimento è rappresentata da donne tra i 25 e i 34 anni

I top 10 green influencer italiani protagonist della classifica targata Flu Plus

L’impegno per una società più sostenibile e “green” è ormai priorità a livello globale. Solo nel nostro Paese nel prossimo quadriennio è previsto un investimento per la cosiddetta transizione verde di quasi 72 miliardi di euro di fondi europei (Fonte: elaborazione Openpolis su dati ufficio rapporti con l'Unione Europea) e con l’avvicinarsi dell’Earth Day, giornata mondiale per celebrare la terra e promuoverne la salvaguardia, l’attenzione è massima. Un interesse sull’argomento incrementato anche grazie ai “green influencer”. Un’analisi realizzata da Flu Plus, suite integrata di influencer marketing, ha permesso di stilare la classifica dei primi dieci protagonisti nell’ambito per engagement rate: Cristina Cotorobai (@cotoncri) 14,87%;Ruggero Rollini (@ruggerorollini) 6,18%; Camilla Agazzone (@camilla_agazzone) 6,06%; Giorgia Pagliuca (@ggalaska) 5,6%; Alice Pomiato (@aliceful), 3,72%; Alex Bellini (@alexbellini_alone) 2,35%; Camilla Mendini (@carotilla_) 2,34%; Luca Talotta (@lucatalotta) 2,16%; Silvia Stella Osella (@silviastella_)1,46%; Federica Gasbarro (@federica_gasbarro) 0,9%.

Attivismo social

La ricerca, che prende in considerazione il canale Instagram, ha rilevato inoltre che la principale audience, pari al 66%, è composta da donne tra i 25 e i 34 anni. “Negli ultimi anni è molto cresciuto il numero di persone che scelgono di comunicare la sostenibilità sui social media, al fine di sensibilizzare gli altri utenti alle tematiche ambientali”, afferma Chiara Dal Ben, Marketing & Innovation Director di Flu - Part of Uniting Group. “Tra di loro ci sono attivisti, giornalisti, studenti o semplici appassionati che hanno intrapreso uno stile di vita più sostenibile e condividono con i loro follower un punto di vista responsabile su temi come l’inquinamento degli oceani, il riscaldamento globale, l’alimentazione bio, la moda sostenibile, i prodotti beauty vegani e tanto altro”. Un’ulteriore dimostrazione dell’importanza dell’argomento arriva dai nano influencer, coloro che possono contare su una fanbase tra i 1.000 e i 9.999 follower. A differenza di tante altre aree di interesse, infatti, il coinvolgimento degli utenti è molto rilevante, come dimostra il tasso di engagement rate dei principali esponenti di questa categoria, Chiara Saccani (16,81%) e Maria Beatrice Pavanello (6,5%). “Più che influencer o content creator sento di fare divulgazione e sensibilizzazione sul tema della sostenibilità. Ho iniziato dopo la nascita di mia figlia, Blu. Realizzare che il suo futuro sarebbe stato incerto su un pianeta malato mi ha spinta a far la mia parte e condividere sui social il percorso intrapreso assieme al mio compagno per un’esistenza meno impattante e più consapevole. Ho maturato l’idea che non serva dare lezioni di vita, ma essere d’esempio in prima persona. Condividere la propria cena vegana attira e incuriosisce più persone che predicar loro i motivi per i quali sbagliano a mangiare la carne e tra un ingrediente e l’altro aggiungo qualche dato e le fonti. Per promuovere l’argomento e sensibilizzare i follower, imposto i miei contenuti su una buona base di ironia. Voglio ispirare le persone con entusiasmo e leggerezza”, sostiene Cristina Cotorobai. “Ho iniziato per caso, quando mi sono iscritto a chimica e ho unito le passioni per questo tema e il video-making in un canale molto acerbo di divulgazione. Solo in un secondo momento mi sono avvicinato e interessato alla teoria della comunicazione della scienza e ho capito che sarebbe potuto diventare il mio lavoro. Fare il divulgatore è incantevole ed è un continuo stimolo ad approfondire nuovi argomenti e formati. Parliamo di temi molto complessi. Non è un caso se la climatologia affonda le sue radici in una disciplina che studia proprio i sistemi complessi, per cui Parisi ha pure recentemente vinto il Nobel”, conclude Ruggero Rollini.