Autore: Redazione
26/03/2018

Gli editori dovranno fornire a Google il consenso individuale degli utenti sulla raccolta dei dati

Come impone il GDPR, in vigore dal 25 maggio, i publisher dovranno fornire a Big G l’ok dei propri utenti europei per poter accedere ai prodotti pubblicitari della company

Gli editori dovranno fornire a Google il consenso individuale degli utenti sulla raccolta dei dati

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), varato dall’Unione Europea, entrerà in vigore il 25 maggio e impone alle imprese di ottenere il consenso individuale per la raccolta dei dati personali degli utenti e ad essere più aperte sulle modalità di utilizzo delle informazioni raccolte. Il mancato rispetto delle norme li espone al rischio di sanzioni pecuniarie fino al 4% delle entrate globali. Nuove policy Per evitare di incorrere in azioni non conformi, Google sarebbe intenzionato a chiedere agli editori web di fornire i suddetti consensi necessari per poter utilizzare i suoi servizi, come scrive il Wall Street Journal. Dal canto suo, per uniformarsi alle direttive, ha apportato dei cambiamenti nelle sue clausole contrattuali e nei suoi prodotti. In primo luogo ha riscritto la sua politica di consenso degli utenti UE e aggiornerà le sue condizioni contrattuali per DoubleClick for Publishers, DoubleClick Ad Exchange, AdMob e AdSense. Alphabet, inoltre, raccoglierà il consenso degli utenti stessi per l’utilizzo dei dati sulle proprie property come Google.com, Gmail e YouTube. Processo complesso Per quanto riguarda siti web di terze parti e le applicazioni che utilizzano la tecnologia degli annunci di Google, il gigante della search pretenderà che questi siano responsabili per l’ottenimento del consenso. Chiaramente, il trattamento dei dati deve essere fatto in conformità al GDPR. La nuova politica di Google potrebbe aggiungere un ulteriore livello di confusione a un processo di conformità per gli editori che è già molto complicato. Per conoscere la propria situazione specifica circa gli obblighi previsti dal regolamento, Google, infatti, consiglia di rivolgersi a un consulente legale.