Autore: Redazione
15/04/2024

EY Italia: chiuderà l’anno fiscale a giugno in forte crescita e da luglio sarà guidata da Stefania Bocchetti. E organizza il “Sustainability Summit”

La nuova CEO subentrerà a Massimo Antonelli che, dal 2020, ha portato il Gruppo a una crescita cumulata netta del fatturato del 65%

EY Italia: chiuderà l’anno fiscale a giugno in forte crescita e da luglio sarà guidata da Stefania Bocchetti. E organizza il “Sustainability Summit”

Stefania Boschetti

A partire dal 1° luglio, cioè dall’inizio del nuovo anno fiscale, Stefania Boschetti sarà la nuova Chief Executive Officer di EY Italia, prima donna alla guida di una Big4 in Italia. Stefania Boschetti ha iniziato la sua carriera in EY nel 1992 e dal 2003 ne è diventata Partner. È Presidente di EY S.p.A. (la società di revisione italiana di EY), membro del leadership team di Assurance in Italia e Managing Partner della sede di Torino. È Dottore Commercialista abilitata, laureata in Economia. Nel corso della sua carriera, ha lavorato in diverse linee di business della practice italiana (Assurance, Strategy and Transactions e Consulting) assistendo clienti internazionali quotati in diversi mercati e di un’ampia gamma di settori, tra cui il manifatturiero, l’automotive, il construction e il retail.

I risultati 

Succederà a Massimo Antonelli che dal 2020 ha guidato con successo EY in Italia (dove opera anche sul fronte pubblicitario con EY Yello), portandola – considerando anche le previsioni relative all’anno terminante a fine giugno 2024 -  a una crescita netta del fatturato del 65%, grazie a una strategia fondata su apertura internazionale, trasformazione tecnologica e integrazione di competenze; il tutto a partire da una nuova cultura aziendale con le persone al centro. La crescita del fatturato era stata del 50% nel cumulato a giugno 2023, periodo in cui è stato toccato il record di 1,1 miliardi di euro di revenues, pari al +20% rispetto all’anno fiscale precedente, Antonelli rimarrà nel network EY in qualità di senior advisor della nuova CEO.

Il commento

“Sono onorata per la fiducia che il network ha riposto in me e accolgo con grande entusiasmo questa nuova sfida - commenta Stefania Boschetti – Oggi siamo più di 9mila professionisti in Italia e vogliamo essere protagonisti della trasformazione del Paese e delle aziende italiane, creando valore per il business, per i nostri clienti e per la comunità in cui operiamo. Per farlo, dobbiamo continuare a trasformarci, facendo leva sulla qualità del nostro network e sulle eccezionali opportunità che la tecnologia ci offre, rimanendo fedeli ai nostri valori e al nostro purpose “Building a better working world”. Mi impegnerò a mettere la mia conoscenza del mercato e dei professionisti di EY al servizio di una crescita sostenibile, costruendo una cultura dove tutti possano dare il meglio di sé”.

Green jobs e sostenibilità

Nel frattempo, nei giorni scorsi, sempre EY ha organizzato a Milano il “Sustainability Summit”. Oltre 300 eventi climatici estremi si sono verificati, nel 2023, in Italia. Basta e avanza per dire che il cambiamento climatico è in atto già da tempo. E che è non solo opportuno ma ormai necessario fare qualcosa per invertire il più in fretta possibile la tendenza. Un altro dato allarmante? Il 90% delle merci, in Italia, viaggia ancora su gomma. Con conseguenze poco raccomandabili in tema di sicurezza e inquinamento per il nostro Paese. Sono solo due dei tanti dati citati durante la maratona di tavole rotonde del Summit, durante il quale sono stati presentati i risultati di una ricerca che ha tastato il polso della sostenibilità in 200 aziende italiane. Hanno partecipato all’indagine aziende dei settori automotive e transport, media e telco, tessile, energy e utilities, health biotech e chemicals, industrial, door and beverage, engineering e construction, Ict e hi-tech.

I vantaggi competitivi

I dati dicono che circa l’80% delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità con obiettivi specifici (dato superiore di circa il 10% rispetto alla precedente rilevazione). Ma soprattutto che l’87% delle aziende considera la sostenibilità come un fattore di vantaggio competitivo, e il 65% ha definito obiettivi e relative azioni per mitigare il cambiamento climatico (un dato in grande crescita, registrando un aumento del 38% rispetto al 2022 e del 67% rispetto al 2021). Tra coloro che hanno definito tali impegni, il 26% li ha inseriti nel proprio piano strategico. Le azioni più significative avviate sono legate alla riduzione delle proprie emissioni e alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare dai risultati della survey emerge come l’87% delle realtà operanti nel settore Automotive & Transport abbia sviluppato un piano di sostenibilità con target nella maggior parte dei casi quantitativi. Questa percentuale diminuisce però al 59% per quelle appartenenti al settore Media & Telco. E infine quasi il 60% delle aziende prevede al proprio interno una funzione CSR e/o legata alla sostenibilità (quasi +30% rispetto allo scorso anno). La survey condotta da EY ha evidenziato anche come il 52% delle aziende pubblichi già un report di sostenibilità, nonostante solo il 47% rientra negli obblighi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che impone l’obbligo di rendicontazione. Nonostante gli impatti economici e finanziari generati dalle tensioni geopolitiche, insomma, le aziende italiane stanno accelerando la transizione ecologica integrando sempre più la sostenibilità nel proprio business con piani e target strutturati in particolare sui temi del cambiamento climatico e dell’economia circolare. 

I vantaggi economici

Infatti oltre il 60% delle aziende non ha interrotto le attività previste nel piano di sostenibilità e il 15% ha sfruttato il nuovo contesto per accelerare la transizione verso nuovi modelli più sostenibili. il 66%, ha deciso di apportare modifiche alla propria catena di approvvigionamento per soddisfare le richieste dei consumatori sempre più orientate al rispetto dei criteri green, mentre il 38% si è concentrato sul minimizzare l’impatto dei processi e/o prodotti a valle della filiera. Tra i settori che maggiormente si sono distinti in questo ambito si trovano quelli di Food & Beverages, Industrial e Textile & Apparel. La sostenibilità, si deduce dalla ricerca, procura anche un evidente vantaggio economico. Esaminando la relazione tra il posizionamento in termini di sostenibilità con alcune variabili economiche e finanziarie, quali l’andamento (su 3 anni) del tasso di indebitamento e del rapporto EBTDA/ricavi, si rileva infatti una certa correlazione fra l’andamento dell’indebitamento e il miglioramento della performance di sostenibilità. Mentre per le aziende del campione di medie dimensioni, ovvero con un fatturato tra i 150 e i 500 milioni, si osserva infatti che a quelle con un rating di sostenibilità inferiore corrisponde un trend di indebitamento crescente.

I commenti

“I dati del nostro studio confermano come sempre più realtà aziendali scelgano di integrare concretamente la sostenibilità all’interno del proprio business – ha commentato Riccardo Giovannini, Sustainability leader di EY Italy -. Oltre il 70% delle aziende intervistate, infatti, integra il piano di sostenibilità nel piano industriale, dato in aumento di circa il 18% rispetto alla scorsa rilevazione. Per quanto riguarda le principali aree di miglioramento, quasi l’80% si orienta alla riduzione di emissioni CO2 mentre oltre il 40% del campione all’economia circolare”. Così, “se in passato la sostenibilità ha rappresentato un nice to have, poi una scelta e più recentemente un’opportunità, oggi – ha segnalato  Antonelli, che è anche COO di EY Europe West - siamo chiaramente di fronte a una necessità per rispondere alle sfide di business e alle trasformazioni di oggi e di domani”.

I relatori

Tre i settori (strategia, trasformazione, impatti operativi) con i quali si è affrontato il tema della sostenibilità durante il convegno, dopo l’illustrazione dei dati della ricerca “Seize the Change 2024: i trend di sviluppo sostenibile” da parte di Riccardo Giovannini, Italy Sustainability Leader di EY.  Sul tema ‘Value creation e la nuova mission sostenibile delle aziende’ sono intervenuti Matteo Savoldelli (EY Parthenon) e Renzo Gibellini (Reflexallen). Su “Sostenibilità come opportunità per creare valore” hanno relazionato invece Marco Duso (EY), Alessandro Bottarelli e Paolo Perani (ABB). Su “Trasformazione dei modelli di business in ottica sostenibile”, Irene Pipola (EY), Federico Sannella (Birra Peroni) e Marco Volpi (Saviola). “Il futuro delle infrastrutture e l’impatto sui temi della mobilità sostenibile”: Andrea Scotti (EY) e Concetta Testa (Autostrade per l’Italia). Su “Green jobs e trasformazione del lavoro”, Carlo Chiattelli (EY) e Daniela Caputo (ManpowerGroup Italia). “L’evoluzione normativa e gli impatti sul business”: Roberto Giacomelli (EY) e Isabella Manfredi (Feralpi). “Aspetti doganali  in ambito ESG”: Alessandra Di Salvo (EY) e Michele Lombardi (Prysmian). “Oltre il Greenwashing: responsabilità e trasparenza nella comunicazione”: Maria Cristina Breida (EY) ed Enza Maria Cristina Onnis (Angelini Pharma). “Le sfide ESG delle banche”: Simona Arduini (Banca Ifis). In chiusura una tavola rotonda con Giovannini (EY), Gabriele di Cintio (AdR), Gaia Ghirardi (CDP) e Katia Riva (Mundys)