In Europa il video adv è conosciuto e utilizzato dal 90% degli operatori
Lo rivela una ricerca di IAB Europe presentata da Nick Reid, managing director di TubeMogul Europe, che ha indagato le modalità con le quali advertiser, agenzie media ed editori stanno adottando il formato
Il mercato dell’adv online ha superato per la prima volta nel 2015 quello televisivo, raggiungendo i 36,4 miliardi di euro in Europa. Ha esordito così Nick Reid, IAB Europe member and managing director di TubeMogul Europe, nella sua presentazione dei risultati della ricerca “Attitudes Towards Digital Video Advertising”, che ha indagato le modalità con le quali gli operatori stanno adottando il video advertising. Reid ha anche precisato che il programmatic non è un media channel, ma solo un software e il 49% della display adv è venduta in modalità automatica.
Nick ReidIndagine sul video advertising
Il video advertising è largamente conosciuto e usato, dal 90% degli operatori. Nel 2015 il formato ha registrato una crescita del 35,8%, attestandosi a 2,3 miliardi di euro, di cui 540 milioni in programmatic. L’indagine ha interessato 32 mercati europei, per un totale di 94 advertiser, 310 agenzie media e 240 publisher. In Italia i partecipanti sono stati 42. «Il 27% degli advertiser ha dichiarato che più dei due terzi del loro investimento video digitale è indirizzato al desktop (il 35% per le agenzie e il 37% per gli editori). Solo l’8% degli advertiser, il 10% delle agenzie media e l’8% degli editori intervistati non usa formati video. E spesso il peso del video advertising sul totale digital non supera il 20% degli investimenti», spiega Reid. «I pre-roll sono ancora il formato video dominante».
Contenuti preferiti
Il 67% degli advertiser, il 67% delle agenzie e il 58% degli editori usa la brand awareness come metrica chiave per valutare il video adv. Seguono l’advertising recall, i data point (CPM, Sales KPI, CTR), il completion rate. Per quanto riguarda il contenuto, sono i canali news e sport quelli con il maggior numero di video adv. Interessante infine il dato sulla interazione tra campagne tv e video advertising: l’80% dei pubblicitari riconosce di pianificarle in contemporanea, ma senza una strategia comune.