Eumetra: in UK l’obiettivo è fissato a 1,5 milioni di sterline; nel 2025 previste due nuove acquisizioni
Il Presidente e Amministratore delegato Matteo Lucchi illustra gli obiettivi e il posizionamento della nuova sede londinese
Matteo Lucchi
Lo scorso settembre, l’istituto di ricerca Eumetra ha annunciato l’apertura di una sede londinese, Eumetra international LTD, affidata alla guida di Marco Gastaut. Con questa iniziativa si amplia e diversifica ulteriormente un business che a fine anno dovrebbe raggiungere, a livello complessivo di Gruppo, un valore di 9,5 milioni di euro, in crescita del 17% sull’anno scorso. La società di ricerche, nata a fine 2015, oggi comprende, al netto della nuova apertura, la sede italiana, Eumetra International SA (per la sede di Lugano), AND Communication (agenzia di comunicazione integrata con forte vocazione digitale) ed Extra (Integrated Digital Company). A Matteo Lucchi, Presidente e Amministratore Delegato di Eumetra, abbiamo chiesto di illustrare gli obiettivi strategici dell’operazione: in primo luogo, un giro d’affari per 1,5 milioni di sterline.
Da quali presupposti nasce la decisione di sbarcare sul mercato inglese? Quali saranno le attività che svilupperete?
Facciamo un po’ di cronistoria. Eumetra nasce come nuovo istituto di ricerca con una forte vocazione verso i temi dell’advisory, con le sedi di Milano e Roma. Nel 2021 apriamo a Lugano per presidiare le attività estero su estero. Nel 2023 abbiamo varato un nuovo piano industriale che prevede la creazione di un polo di respiro europeo che vuol diventare partner di riferimento delle istituzioni e imprese che vogliono progettare un futuro di tipo sostenibile. Effettuiamo quindi due operazioni di M&A, la prima con Extra, la seconda con AND Communication. Nel 2024 l’ulteriore step con l’apertura a Londra, con in coinvolgimento di Marco Gastaut, collega di grande esperienza sui mercati internazionali. Mercato inglese ha prospettive decisamente più ampie di quello italiano, in termini di fatturato e anche di competition. Noi siamo presenti con le nostre due linee di prodotto e servizio: knowledge building, ossia i nostri osservatori annui, una decina, che hanno respiro europeo, effettuati nei cinque principali Paesi europei; e poi le AdHoc solutions che conduciamo in un centinaio di paesi nel mondo.
Come diceva, il mercato inglese vale molto più del nostro, circa 12 miliardi di dollari, qual è il potenziale della sede inglese in termini di ricavi? Che tipo di posizionamento avete scelto? E con quali obiettivi?
Il 2024/2025 sarà un anno di startup, abbiamo già programmato e svolgendo investimenti sui primi temi di un funnel di marketing, ovvero su awareness e positioning. In realta non lavoriamo solo in UK ma nei ‘Big Five’ europei. Il primo obiettivo è la sostenibilità, che per noi è intorno ai 1,5 milioni di pounds. Per quanto riguarda il posizionamento, è in linea con quello dell’Italia: advisoring, ad hoc solutions e knowledge building. Un elemento in più che vogliamo declinare in modo forte è quello del supporto mirato alla crescita e internazionalizzazione delle imprese italiane, Pmi o grandi aziende, ed anche di altri Paesi che guardano ad altri mercati.
Quest’anno il Gruppo dovrebbe chiudere con un fatturato consolidato di quasi 10 milioni di euro e una importante crescita a doppia cifra; quali sono i business che sono andati meglio? Oltre al consolidamento della sede UK ci sono anche altri obiettivi?
Tutte le tipologie di business che stiamo presidiando presentano caratteristiche di sostenibilità, l’integrazione delle diverse componenti nel Gruppo crea unicità nella relazione con i partner. L’obiettivo è collaborare sulle singole linee di attività, sul nostro core business della ricerca di mercato, ma anche di cercare di allargare in senso verticale con approfondimenti e ricerche; e orizzontale mettendo a disposizione tutte le competenze del Gruppo per realizzare un obiettivo finale complessivo. Inoltre, entro la fine del 2025 abbiamo previsto due acquisizioni nell’ambito della comunicazione digitale allargata.
Una fotografia del mercato italiano delle ricerche: quali sono le sfide che caratterizzeranno i prossimi mesi?
Il mercato in Italia ancora compresso, ma guardando dall’altro lato è un settore che ha enormi potenzialità di crescita. Oggi investono solo le grandi e grandissime imprese, ma il nostro mercato è caratterizzato dalla grande presenza delle Pmi: noi cerchiamo di lavorare su queste, accrescendo valore e competitività di uno degli asset più importanti del Paese. Noi ribadiamo che vogliamo essere partner di imprese italiane che guardano sia al mercato locale, sia all’estero. Intanto, abbiamo investito sull’intelligenza artificiale in termini di valore per i clienti e non solo al nostro interno, ovviamente siamo attenti alle opportunità come ai rischi, noi ne siamo consapevoli e lo devono essere anche i nostri clienti.