Eolo torna in tv in un long video con Roberto Giacobbo ideato insieme a Publitalia
La pianificazione offline è gestita da Media Club, quella online internamente. Aperto nel settembre scorso TikTok, oggi registra oltre 50 mila follower
Giulio Ravizza, Director of Communications and digital marketing di Eolo
Nella mitologia greca Eolo (figlio di Poseidone) è il dio del vento che dona a Ulisse il compito di conservare i venti in un otre e di spargerli, là dove è necessario, nei quattro punti cardinali. Il paragone non appaia irriverente ma, nel caso nostro, Eolo (figlio di capitani d’industria della provincia di Varese) è il signore di internet e porta la connessione web là dove internet non c’è. Fregiandosi di vari premi tra cui un argento a “Italia che comunica”, Eolo è la prima B Corp del settore tlc e, secondo Agcom, prima rete FWA (acronimo di Fixed Wireless Access) in Italia per il mercato residenziale e delle imprese. E proprio per spiegare la tecnologia FWA, da ieri, domenica 21 gennaio Eolo è tornato on air con una campagna televisiva (testimonial è il conduttore televisivo Roberto Giacobbo) utilizzando un long video (girato nella sede di Busto) di 60”, al di fuori dei soliti break e in fasce orarie differenti. Format tipico di chi vuole informare e massimizzare al meglio l’attention degli utenti. La creatività è interna messa a punto con Publitalia, mentre la pianificazione solo su reti Mediaset è a cura di Media Club. “Va bene guardare la copertura delle campagne ma bisogna anche guardare soprattutto a Kpi di qualità perché nell’online tutto è molto veloce”, tiene a sottolineare Giulio Ravizza, Director of Communications and digital marketing di Eolo, che può vantare un passato lavorativo in Meta, Twitter, eBay e Amazon. La pianificazione online è gestita internamente. Questo long video arriva dopo la precedente campagna radio e web lanciata nel settembre scorso con “Amore a prima connessione” ispirata al mondo dell’intrattenimento.
Le campagne sui social
“Sui social siamo molto attivi. Ad agosto abbiamo lanciato il nostro profilo TikTok e oggi abbiamo più di 50 mila follower. Su Instagram puntiamo molto non tanto sui follower ma sulle visualizzazioni che, nel nostro caso, mostrano numeri interessanti perché abbiamo una video strategy e un approccio ai contenuti con molti video e pochi contenuti statici. Cavalchiamo anche i trend già esistenti nel mondo dei reels e dei tiktoker. Facebook, invece, lo usiamo in un’ottica di servizio ai clienti. LinkedIn, infine, con un taglio rivolto a un profilo B2B interessato a soddisfare i bisogni dei piccoli paesi”, spiega Giulio Ravizza. Nato nel 2007 da un’idea di Luca Spada, fondatore dell’azienda, l’intuizione di Eolo parte dalla valutazione dell’orografia del Belpaese dove, in alcune zone, ad esempio, di montagna o in altre non densamente popolate, portare la fibra non è conveniente (si pensi solo ai costi di scavo). Bene, il contenuto del long video di Eolo spiega che la tecnologia FWA è il modo migliore per utilizzare Internet con estrema facilità in luoghi inaccessibili al web. Come? Portando la fibra fino a una torre che poi propaga a ombrello il segnale internet arrivando nelle case tramite un’antennina posizionata sul tetto. Così (e solo così) chi abita in zone particolarmente difficili da raggiungere normalmente con la fibra può contare sulla possibilità di lavorare da remoto, di fare videochiamate online o di utilizzare più dispositivi connessi contemporaneamente senza che venga limitata la banda. Un altro esempio: il vecchio cinema del paese ha chiuso? Con Eolo si può guardare Netflix. Gli utenti dei piccoli paesi chiedono infatti una qualità di connessione al pari di chi vive nelle grandi città. Così ora Eolo è in grado di supportare una Rete a banda ultralarga fino a 300 Mb/s per utenze private e fino 1 Giga per le imprese. Con una potenza quindi molto simile alla stessa fibra. “La connettività da sola non basta, ci vuole una connettività stabile, veloce, performante che consenta di lavorare in un piccolo paese. Come se si fosse in una città”, sottolinea Giulio Ravizza.
“Portiamo Internet dove c’è un paese”
Insomma, prima per Eolo era come portare l’acqua nel deserto. Ora porta lo champagne. Prima portava connettività là dove non c‘era, ora porta la miglior connessione possibile fuori dalle città, dove è impresa ardua portare Internet. Tanto che ora Eolo ha cambiato pay off: da “Internet dove gli altri non arrivano” a “Internet dove c’è un paese”. E i risultati arrivano. Oltre 650 mila utenti (ma 1,6 milioni di persone) tra famiglie e aziende, enti della Pubblica Amministrazione, Comuni (oltre 7 mila), Rsa, istituti scolastici e altro ancora serviti tramite 4.100 BTS (ripetitori radio) e più di 17.000km di dorsali in fibra ottica. L’utilità di questa tecnologia, tra l’altro, ha anche un risvolto sociale non indifferente: la connettività è infatti una delle prime barriere allo spopolamento nelle zone non densamente popolate
L’identikit dell’azienda
Con oltre 600 dipendenti dislocati tra l’headquarter di Busto Arsizio (Varese) - in un campus di 18.000 mq totali con uffici, laboratori di ricerca, sede logistica, centro conferenze, ristorante aziendale e aree ricreative - e gli uffici di Roma e Padova e 17 mila tra collaboratori, installatori tecnici e partner commerciali, Eolo ha chiuso il suo Fiscal Year 2023 con 220 milioni di euro di ricavi. E nel primo semestre del nuovo anno fiscale (che va da aprile a marzo) ha già collezionato ricavi pari a 115 milioni pari a una crescita di ben il 6,5% rispetto al semestre omogeneo dell’anno fiscale precedente.