Avvenire fa da traino all'editoria cattolica: bene raccolta e diffusioni
Il direttore Marco Tarquinio alla tavola rotonda con il giornalista Guido Mocellin, il presidente della FISC Francesco Zanotti e il professor Fausto Colombo
Il Regno, Settimana, Popoli, Ad Gentes, la lista di testate cattoliche che hanno chiuso negli ultimi anni è molto lunga. Ma a che punto è oggi il mondo dell’editoria cattolica? Come reagisce alla crisi e all’avvento del digitale? Se ne è parlato sabato scorso alla tavola rotonda organizzata dall’Ordine dei Giornalisti a Milano, che ha coinvolto il direttore di AvvenireMarco Tarquinio, il giornalista Guido Mocellin, il presidente della FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Francesco Zanotti e il professore di Teorie e Tecniche dei Media all’Università CattolicaFausto Colombo. «Sul territorio sono molto forti i giornali popolari, testate che hanno la funzione aggregativa di una piazza. E’ una carta stampata che gode di grande autorevolezza, che scrive in un linguaggio popolare che mette d’accordo tutti – dice Zanotti -. Poi le notizie vanno online, ma solo dopo: la presenza su web e social vive grazie alla carta stampata. Se togliamo la carta il web da solo non si regge economicamente». «Sono testate che danno voce a chi non ne ha», insiste Zanotti. «Se muoiono, perdiamo una parte importante dell’informazione del nostro Paese. Oggi alla FISC aderiscono 191 giornali, che nel complesso godono di scarsissimi contributi pubblici. All’estero non è così, si guarda più al valore di servizio di queste testate. La politica ha il dovere di far vivere queste voci». E gli editori? «Devono creare sinergie – conclude -. Un’idea potrebbe essere la creazione di una Federazione della stampa cattolica italiana».
«In questi anni sono sparite il 37% delle testate italiane. Dal canto mio devo dire con soddisfazione che Avvenire è cresciuto molto: siamo tra la 6° e la 5° posizione per diffusioni, quando nel 2009 eravamo all’11ma – interviene Tarquinio –.
Marco Tarquinio
Il nostro lettorato ha una cultura medio-alta, tiene in mano il giornale per 50 minuti al giorno, quando la media è di 18 minuti. E poi è un lettorato variegato: i sacerdoti sono solo un terzo. Ma anche noi siamo andati incontro negli ultimi anni a una ristrutturazione. Ad oggi abbiamo un organico di 90 persone, un team molto competente che devo al mio predecessore Dino Boffo». «Dobbiamo poi confrontarci con la sfida del digitale – prosegue il direttore di Avvenire -: i nostri numeri sul web sono quadruplicati dal 2012 al 2016, in termini di fan e di visitatori unici. La grande preoccupazione è capire ora quanto questa proiezione online del giornale cannibalizzerà la carta. In linea generale, per ogni 10 euro perso nell’editoria cartacea, nel digitale se ne recupera fra 1 e 1,20. Questo dà la misura dell’impoverimento del settore. Quindi sono d’accordo con Zanetti quando dice che la parte più redditiva resta la carta».
L’impatto del digitale
«La situazione dei media cattolici è allineata con la crisi generale dei media – interviene Colombo -. Il mercato pubblicitario è calato e il digitale ha portato una trasformazione che si chiama “distruzione di valore”, una riduzione della qualità del prodotto. Se devo produrre valore a basso costo perché mi serve traffico, inevitabilmente la qualità scende. Terzo punto è che il web ha modificato le abitudini di consumo: c’è una crescente disabitudine a valutare la buona informazione. Siamo abituati a sapere tutto subito e a pensare che l’informazione la possa fare chiunque. E a ciò si aggiunge l’abitudine alla gratuità, mentre dobbiamo diffondere l’idea che la qualità si paga». Questo il quadro. E allora, che fare? «Gli editori chiudono le testate per motivi di bilancio: abbonamenti in calo, concorrenza della rete, maggiori costi di produzione sul versante della redazione, anche perché diminuiscono i redattori religiosi, che sono quelli che costano meno – spiega Mocellin -. Un’opzione potrebbe essere quella di aprirsi di più alle collaborazioni con i laici e spingere sulle sinergie». «Se l’attenzione all’informazione diventa secondaria al bilancio vuol dire che siamo progressivamente disaffezionati all’informazione – gli fa eco Colombo -. La rete ci offre un’opportunità che l’editoria cattolica non ha ancora imparato a sfruttare, che è quella del crowdsourcing: si potrebbero invece fare sinergie su questo tema. Sul fronte editoriale, sono convinto che la cosa migliore da fare adesso, la più saggia, sia mantenere l’equilibrio tra cartaceo e online e inventarsi soluzioni nuove in questo equilibrio». «Il mondo cattolico ha una pluralità di voci sul territorio e credo che vadano fatte sinergie positive tra queste realtà, una sorta di ‘militanza della fraternità’», interviene Tarquinio. «Ad Avvenire ne abbiamo fatto diverse. Tra l’altro l’informazione cattolica ha anche la libertà di non fare profitto a tutti i costi, quindi può far suo il monito di Papa Francesco di guardare alle urgenze delle persone, ai loro bisogni, anche spirituali. Deve esserci uno stile proprio dell’editoria cattolica». «L’essere vicini al territorio con pacatezza, approfondimento e rispetto delle opinioni», conclude Colombo.
Paolo Nusiner, direttore generale di Avvenire: «Nel 2015 adv a +4%»; a oltre l'1% nei primi mesi del 2016
Paolo Nusiner
Avvenire sta crescendo sul fronte delle diffusioni e della raccolta pubblicitaria (curata internamente, ndr). DailyMedia ne ha parlato con il direttore generale Paolo Nusiner: «Abbiamo chiuso il 2015 con diffusioni in aumento sia sul cartaceo che sul digitale, con incrementi a doppia cifra: si parla di 109mila e 400 copie cartacee e 8mila digitali, secondo i dati Ads – spiega -. Anche sul fronte della raccolta pubblicitaria siamo soddisfatti: il 2015 si è archiviato a 3milioni e 800mila euro, a +4% sul 2014. E’ stato un anno positivo anche grazie a diverse iniziative speciali. Quanto a questi primi mesi dell’anno sul progressivo siamo allineati al budget, con alcuni mesi migliori di altri», a oltre l’1% secondo quanto risulta a DailyMedia, con una quota del digitale che incide per circa il 10%, ma che raddoppia se la si confronta solo con la tabellare pura nazionale, escludendo la legale e la rubricata-di servizio. «Intanto, continuiamo a investire su tutti i fronti: è di oggi (ieri, ndr) il lancio della nuova App per iPad, che permette di avere il primo accesso e la panoramica di tutte le principali notizie che abbiamo sul sito. In tema sito stiamo riflettendo sul paywall, ma siamo molto determinati a continuare a investire sul prodotto cartaceo, che per noi è la priorità. Ci aspettano appuntamenti importanti come l’Incontro Mondiale della Gioventù in Polonia, a Cracovia, che seguiremo da vicino, oltre che eventi come le nostre feste di Avvenire, in località turistiche come Bibione, Lerici e Cortina».
Sei interessato alle nostre iniziative editoriali? Contattaci, potrai anche richiedere l’invio per 1 mese in promozione gratuita delle nostre pubblicazioni. I dati che ci fornirai non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database ad uso esclusivo interno all'azienda.