Autore: Redazione
16/02/2024

Comunicazione, advertising e creatività ai tempi dell’intelligenza artificiale

Se n’è discusso a un evento organizzato da Plan.Net Italia all’House of Bmv di Milano: con l’AI le aziende possono ridurre del 50% i tempi di produzione. Entro il 2026 l’80% delle aziende implementerà l’AI nei propri processi produttivi

Comunicazione, advertising e creatività ai tempi dell’intelligenza artificiale

Vittorio Bucci, Ceo & Partner Mediaplus Italia e Plan.Net Italia

di Paolo Pozzi

L’Intelligenza artificiale spacca! Ma spacca davvero tutto il mondo della comunicazione e dell’advertising? O meglio, con l’AI, il futuro delle agenzie di comunicazione sarà nelle “solo agency” o nelle “AI Agency”? E il futuro del marketing sarà M2R (marketing to robot) o R2R (robot to robot)? E il futuro dei creator e dei testimoniali saranno i virtual influenze o i virtual genuinfluencers? Inutile rispondere. Perché il futuro chiesto in queste domande è già presente. E allora cosa sta succedendo nel mondo della comunicazione e del marketing con l’intelligenza artificiale se lo sono chiesto i relatori intervenuti all’evento organizzato da Plan.Net Italia l’altra sera all’House of Bmw di via Montenapoleone, a Milano. Con Carlo Botto Poala, Marketing Director BMW Group Italia a far gli onori di casa e con gli interventi di Vittorio Bucci, Ceo & Partner Mediaplus Italia e Plan.Net Italia, Jacopo Perfetti, Co-founder Oblique.AI e promptdesign.it e Domenico Genovese, Managing Director di Plan.Net Italia. All’insegna del motto dell’economista statunitense Peter Diamantis, premio Nobel per l’economia che recentemente ha sentenziato: “Alla fine di questo decennio ci saranno due tipi di aziende: quelle che utilizzeranno pienamente l’intelligenza artificiale e quelle che saranno fuori dal mercato”.

Cosa si può fare con l’AI

Facciamo un paragone con le piccole/grandi rivoluzioni del passato. Ve la immaginate un’agenzia di comunicazione negli Anni Ottanta senza computer? E negli Anni Novanta senza Internet? E negli Anni Duemila senza social? Bene, ora negli Anni Venti del nuovo secolo non è possibile immaginare un’agenzia di comunicazione e/o marketing senza intelligenza artificiale. Per un lavoro professionale intanto è consigliabile ChatGPT Plus. Rispetto a ChatGPT (quello esploso nel novembre 2022) ha un costo di venti dollari al mese ma ha capacità più avanzate rispetto alla semplice intelligenza artificiale generativa creata da OpenAI. Con https://chat.openai.com/ oppure https://bard.google.com/ o ancora https://www.bing.com/ o https://www.jasper.ai/ si possono generare testi. A partire da descrizioni testuali conhttps://www.midjourney.com/ o https://www.canva.com/ o https://www.adobe.com/ o https://www.leonardo.ai si possono creare immagini. Con https://runwayml.com/ o https://pika.art/ o https://www.heygen.com/ o ancora https://studio.d-id.com/ si possono creare video. Due i vantaggi innegabili dell’AI per la comunicazione: il risparmio di tempo e denaro e lo stimolo alla creatività, facendo cose che senza l’AI non si potrebbero fare. Sì, anche la creatività! Da non credere? “Quando l’Italia ha temporaneamente vietato ChatGPT, la produttività degli sviluppatori italiani che scrivono codice è scesa del  50%”, segnala Jacopo Perfetti. Allora facciamo dei raffronti sulla realizzazione di un lavoro con o senza l’AI? Il tempo impiegato per la creazione di immagini (fotografie, illustrazioni, grafiche...) con Midjourney è dai 2 ai 10 minuti, senza AI oltre le due ore. La scrittura di un Post Social? Con AI 5 minuti, senza oltre mezzora. La scrittura di articoli? Con AI 10 minuti, senza almeno un’ora. La realizzazione di video? Con I’AI 3 minuti, senza almeno due ore. Non è un caso che un dollaro su 4 di investimento in start up è fatto su start up che hanno come asset l’intelligenza artificiale.

I vantaggi

Con l’AI le aziende possono ridurre del 50% i tempi di produzione. Entro il 2026 l’80% delle aziende implementerà l’AI nei propri processi produttivi. Il 50% delle aziende che usano AI, la usano nel settore sales e marketing. Il 66% dei Ceo afferma che l'assunzione di lavoratori con esperienza in ChatGPT darà all'azienda un vantaggio competitivo. “Una intelligenza artificiale non ti ruberà il lavoro - rassicura Jacopo Perfetti - ma qualcuno che sa usare l’intelligenza artificiale lo farà meglio di te”, tiene a sottolineare. Il 91% delle aziende ricerca persone che sappiano utilizzare ChatGpt. Nel 2024 il 61% dei professionisti utilizzerà l’AI per il proprio lavoro. E sempre nel 2024 il 44% dei lavori verrà rivoluzionato dall’AI. Prima dell'avvento dell'Intelligenza Artificiale Generativa si prevedeva che l'AI avrebbe raggiunto un livello di creatività pari a quello del quartile superiore (indice statistico che suddivide un insieme di dati in quattro parti) nel 2065. Oggi siamo scesi al 2031.


Gli svantaggi

“È un radicale cambio di paradigma, una rivoluzione copernicana - commenta Vittorio Bucci - ma attenzione! L’utilizzo distorto dell’AI può creare fake, può creare frodi. L’uso dell’AI pone dei problemi etici e legali e, per questo, è necessario padroneggiare strumenti di cybersecurity”. Ben noto fra gli addetti ai lavori è la possibilità di creare voci sintetiche o di clonare voci di personaggi famosi, cosicché ti ritrovi a vedere un video di Leonardo Di Caprio con la voce di Bill Gates o di Jennifer Lopez. Sono le deepfake che permettono di produrre foto, video e audio con il volto e il corpo di una persona ma con la voce di altri. Sembra tutto incredibilmente reale. Ma non lo è. Anzi è tutto falso. Grazie all’intelligenza artificiale. Conclude con una nota positiva Jacopo Perfetti: “Oggi noi non abbiamo un gap di tecnologia, ma un gap di immaginazione. Abbiamo accesso a una tecnologia fantascientifica che può migliorare a nostra vita, ma l’Ai non sostituirà la creatività umana. La nostra creatività deve padroneggiare la tecnologia e deve essere all’altezza della sfida”.