La Capitale del Futuro: nasce Roma Future Week, al via a settembre
Come raccontare in modo alternativo una delle città più famose e visitate del mondo, in cui le tradizioni e la classicità possono sposarsi con il progresso tecnologico? Ce lo racconta l’ideatore e A.D. di Scai Comunicazione Michele Franzese
Michele Franzese
Una sfida. La competizione che monta, le chiacchiere che si intensificano, le parti in campo che si compattano. Chi la spunterà? Corriamo, fantastichiamo, proviamo a scovare la facile polemica, ma non c’è nulla di vero, se non che a settembre Roma inaugurerà la sua settimana dedicata al digitale. Proprio così: dall’11 al 17 settembre, all’ombra del Colosseo andrà in scena la Roma Future Week (https://romefutureweek.it/), che qualcuno potrebbe vedere come una risposta alla notissima Milano Digital Week. Dietro però c’è ben altro: prima di tutto un’agenzia di comunicazione e marketing, Scai Comunicazione e il suo A.D. Michele Franzese, ideatore dell’iniziativa e curatore di ogni aspetto legato alla promozione dell’evento (protagonista anche della nuova puntata di DailyOnAir - The Sound Of Adv). Proprio a lui chiediamo delucidazioni.
Quale nome avete scelto per inaugurare l’iniziativa?
«Il nome è Roma Future Week, volevamo marcare la differenza: Roma non è certo la capitale del digitale, ma potrebbe diventare quella del futuro; la vediamo, sogniamo come un luogo speciale in cui food, umanità, turismo e cultura possano evolversi in modelli nuovi, incrociando la tecnologia, ma non solo. Un evento che sarà ovunque, la città dovrà essere tutta coinvolta, anche per un fatto di sostenibilità ambientale, per far sì che tutti i partecipanti non si dirigano in un solo punto. Decine di realtà della comunicazione apriranno le loro sedi, e ce ne sono tantissime, vogliamo veramente portare i romani dentro le aziende. Inoltre, ci piacerebbe che fosse l’occasione per tanti italiani per vedere non solo una mostra di Goya ma una città proiettata verso il futuro. Stiamo parlando di un cambio di registro che di fatto ha già in essere una sua precisa proiezione, per esempio nella relazione tra i vari settori, nel loro racconto, si pensi al food o all’arte, due degli ambiti che fanno parte della tradizione capitolina e che possono essere letti in maniera inedita».
Non è complesso dare un’immagine moderna di una città secolare, mitica, così impregnata di storia come Roma? Si potrebbe fare lo stesso discorso per Firenze o Venezia?
«Città meravigliose, mitiche, cariche di suggestioni, ma Venezia e Firenze è come se fossero ‘bloccate’, cristallizzate, mentre Roma, che può vantare anche un‘esperienza storica maggiore, possiede una sua dinamicità che occorre vivere, tra imprese, moda, food, la capacità di reinterpretare la tradizione (si pensi alle decine di rivisitazioni della carbonara, alla pizza che diventa trapizzino). Roma non è una città che vuole solo celebrare il passato».
Quando andrà in scena Roma Future Week e come pensate di promuoverla?
La settimana prescelta è quella dell’11-17 settembre. Un decisione anche tattica: è il momento in cui si fa ritorno nei ranghi dopo la pausa estiva, quando si ha voglia di raccontarsi, di progettare, di rimettere tutto in moto, senza le pressioni più intense dettate dall’attività e senza l’esagerato relax che può accompagnare le settimane pre-estive. Sul fronte della comunicazione, non vogliamo che i romani ci dicano “non me lo avevi detto”, quindi la strategia vedrà molto digital ma anche attività OOH, perché il cittadino devi sbatterci contro, deve scivolare dentro l’evento. Sarà Scai Comunicazione a fare la campagna che, urbi et orbi, partirà dall’1 giugno. Coinvolgeremo creator e influencer romani, ossia coloro i quali rappresentano quello che si dice in strada. Siamo convinti che si debba parlare di futuro ma in chiave pop; l’innovazione devono raccontarla le persone normali. Ci saranno dieci ambassador, professionisti e imprenditori che ci stanno connettendo con l’ecosistema di Roma che è multiforme. Almeno 15 saranno gli sponsor. Ci sarà uno spot, ma niente tv, anche se la Rai potrebbe essere interessata al progetto. In tutto spenderemo circa 100.000 euro».
Mettere sotto l’obiettivo determinati settori?
«Food, startup, sostenibilità ambientale e diritti».
Come avete organizzato il palinsesto?
«Ci saranno diversi format, un grande evento iniziale, con due speaker internazionali, diverse mostre che non andranno a replicare quello che si vede oggi, ma potranno contrare sulla forza di artisti emergenti che vogliono replicare Roma nel futuro; ci sarà una caccia al tesoro, un convegno sulla sostenibilità, l’openday delle scuole di formazione e delle agenzie di comunicazione. Siamo in contatto con Milano, non certo in competizione: l’Associazione degli Innovatori vuole creare un ponte tra il capoluogo lombardo e Roma. Durante l’anno, anche dopo il primo evento non ci fermeremo: ci saranno molte attività dedicate».