Be Short, i cortometraggi dei brand che fanno tendenza, all’insegna della transmedialità
Seconda edizione del festival di Obe e Giffoni Innovation Hub in collaborazione con Digital Cinema Advertising, dedicato ai Branded Short Movie, all’Anteo di CityLife a Milano
Troppo giovane il fenomeno per dare un dato numerico su quanto vale il mercato. Certo è comunque che, in Italia, siamo all’anno zero di un settore che, d’ora in poi, sarà sempre più protagonista della nostra dieta mediatica: il cortometraggio. È andato in scena, infatti, all’Anteo al City Life di Milano ‘Be Short. Branded entertainment short movies summit’, festival dedicato ai cortometraggi e al branded entertainment che ha portato il settore dei ‘corti’ legati ai brand agli onori della cronaca, soprattutto all’insegna della transmedialità. È la seconda edizione, questa, dell’evento organizzato da OBE (Osservatorio Branded Entertainment) e Giffoni Innovation Hub in collaborazione con DCA (Digital Cinema Advertising). I saluti istituzionali sono stati affidati a Laura Corbetta (Presidente OBE), Luca Ruju (GM Giffoni Innovation Hub). “I corti non sono ancora una forma così diffusa per tanti motivi, ad esempio per motivi di costi e soprattutto di distribuzione - dice Anna Vitiello, direttore scientifico OBE e Direttore OBE Academy - Certo sta crescendo il numero di brand che sposano questa forma di comunicazione Faccio un esempio: lo scorso anno al primo Festival nessun cortometraggio era poi approdato al cinema, quest’ano invece due sono andati al cinema, uno su Rai e un altro su Sky. Sono segnali incoraggianti”.
La tendenza
Impossibile dire quindi quanto è la quota di mercato dei cortometraggi all’interno del più vasto settore del brande entertainment che comunque nel 2022 valeva complessivamente 619 milioni di euro (+9% rispetto al 2021). E se nel contesto televisivo i brand prediligono l’uso dei programmi di intrattenimento (65%), dei talent o i game show (25%), le fiction e le serie tv (21%), i documentari e i programmi sportivi (16%), sul fronte digital - segnala il rapporto Obe presentato lo scorso settembre sul mercato 2022 - i brand scelgono maggiormente gli articoli redazionali (66%), eventi live (38%), tutorial (28%) mentre i cortometraggi o short film sono al 18% seguiti dalle comedy sketch o video divertenti (15%), web series (14%), canzoni e video musicali (11%). Numeri comunque legati agli orientamenti delle scelte dei brand e alle tendenze, non al valore di mercato. Un’occasione in ogni caso - il festival - per una analisi degli obiettivi di un branded short movie, che va dalla nascita dell’idea creativa alla sua produzione e distribuzione. L’evento, moderato dal giornalista Giampaolo Colletti, era suddiviso in 7 panel dedicati a specifiche tematiche con la proiezione di short movie che hanno visto il coinvolgimento di aziende che hanno condiviso le loro testimonianze raccontando alcune case history.
I corti proiettati, i brand e i panel
“Imma: i sogni non si macchiano”, targato Cesvi, con il supporto di Dixan ed Henkel, regia di Victoria Fiore, produzione esecutiva di Mosaico Film e pianificazione di Ogilvy Italia (anche al cinema) il primo cortometraggio proiettato in sala. Su come raggiungere un’audience qualificata, hanno discusso Mila Radaljac, Media and Digital Manager di Henkel, Alessandro Maggioni, Managing Director D.C.A e Daniela Morone, General Manager Ogilvy. “Imma”, nel solo circuito dei social ha avuto fino a oggi 1,2 milioni di spettatori e 20 milioni di impression. “Una notte a Torino”, il corto firmato da Lavazza sull’incontro tra il fondatore dell’azienda Luigi Lavazza, e l’inventore della prima macchina per espresso, che, dopo il debutto su Sky lo scorso 19 giugno (4 episodi, produzione esecutiva BedeschiFilm), ha avuto 2,4 milioni di spettatori e 15 milioni di impression sui social. Il corto è stato presentato da Viviana Pellegrini, Brand Solution Director Sky, Eleonora Coffaro, Creative Content & Brand Image Manager Lavazza e Giovanni Bedeschi, regista e produttore audiovisivo. “Yolo” di Philadelphia, commedia brillante sugli amori e l’incertezza del lavoro dei millennials, che ha già prodotto su RaiPlay una serie tv in sei episodi. Il dietro le quinte della realizzazione della branded series di Philadelphia è stato illustrato da Giovanni Cova, Presidente QMI, Francesco Surrenti Marketing Manager Philadelphia e Laura D’Ausilio responsabile area iniziative speciali e brand integration di Rai Pubblicità. “Cassandra” della scuola Holder di Torino ha debuttato proprio ieri su RaiPlay come primo cortometraggio transmediale concepito e realizzato grazie all’incontro tra intelligenza umana e artificiale commentato da Riccardo Milanesi, direttore dell’Holden.ai StoryLab, docente di Transmedia Storytelling alla Scuola Holden e dalla regista Demetra Birtone, social media manager e content creator della Scuola Holden. “Tu non hai fame?” di Findus con il pupazzo-mascotte Carletto e “Adamo” di Plasmon che immagina nel 2050 la nascita dell’ultimo bambino in Italia dopo anni di denatalità. A presentare i due corti Marco Miglioranza, Southern Europe Marketing Lead Green Cuisine & Italy Marketing Manager Vegetables & Meals di Findus, Livio Basoli, Ceo Dude Originals e Pasquo Cicchini, partner di Community Società Benefit. “Le cartoline non esistono” episodio di tre “Cartoline dal Futuro” di Invesco, società di gestione degli investimenti che, con Rita Schirinzi, Head of Marketing di Italy Invesco, Fabio Garofalo, Co-Founder & Director Don’t Movie, Monica De Anna, Partner Creative Communications che, con questo corto, ha voluto dimostrare come B2B e B2C non sempre sono alternative se la narrazione funziona. Infine, per “La Tribù delle Luci” di Iren, Fiorenza Genovese, responsabile progetti speciali Eduiren e Luigi Sales, Head of Original Production – GIH hanno spiegato quando un corto ‘fa scuola’.