L’intelligenza artificiale al servizio dell’informazione
La capacità di adattamento dell’editoria online e del digital advertising è un elemento determinante per lo sviluppo futuro del canale audio

Cristina Pianura
di Cristina Pianura, CEO & founder di Audioboost
L’intelligenza artificiale ha reso possibile la trasformazione di contenuti testuali digitali in audio e al contempo ha reso scalabile la loro produzione e distribuzione massiva e seriale a costi accessibili. Audioboost è la martech italiana che ha sviluppato una soluzione basata su propri algoritmi brevettati di intelligenza artificiale e AdTech per la conversione in audio di ogni tipo di contenuto online con l’obiettivo di creare attraverso l’audio nuovi prodotti editoriali, un nuovo canale media e una nuova audience da presidiare. Il prodotto di punta, Speakup-Article™, consente agli editori e alle aziende di integrare facilmente un player audio sulle loro pagine, trasformando gli articoli in contenuti audio fruibili in streaming. La piattaforma Speakup-Article™ integra soluzioni avanzate per garantire un’esperienza di ascolto fluida e coinvolgente. L’inclusione di una playlist personalizzata assicura continuità all’esperienza utente, permettendo di mantenere alta l’attenzione e la permanenza sulle pagine dei siti web. I dati raccolti da Audioboost su oltre 70mila contenuti generati al mese evidenziano che l’engagement rate delle pagine con Speakup-Article™ cresce fino a 7 volte, con una media di 4 minuti di ascolto per sessione. Inoltre, il tasso di conversione degli utenti che ascoltano un contenuto audio raggiunge punte del 10%, confermando l’elevato potenziale del digital audio per il marketing.
Digital audio, nuova frontiera dell’informazione
L’adozione di soluzioni AI per la trasformazione dei contenuti testuali in audio non è più una semplice sperimentazione, ma una realtà consolidata. Secondo i dati di Audioboost, il 55% degli utenti digitali già conosce soluzioni di text-to-speech, mentre il 75% degli editori europei prevede di implementarle entro il 2025. Questi numeri dimostrano come il mercato dell’audio digitale trainato dall’AI stia crescendo a ritmi sostenuti, spinto dall’esigenza di rendere le informazioni più accessibili e fruibili in mobilità.
I vantaggi dell’AI
L’AI applicata all’audio ha permesso un salto qualitativo determinante: la fluidità delle voci sintetiche ha ormai raggiunto un livello quasi indistinguibile da quelle umane, migliorando significativamente l’esperienza dell’utente. Questo fenomeno non riguarda solo gli editori digitali, ma si estende anche al settore del marketing e della pubblicità, offrendo nuove opportunità per i brand e gli inserzionisti. Grazie all’intelligenza artificiale, è possibile creare contenuti audio altamente personalizzati, ottimizzati per il contesto e in grado di massimizzare l’attenzione dell’ascoltatore. Questo ha portato alla nascita di un nuovo canale pubblicitario che abbiamo chiamato Spoken Article o Spoken Content che si inserisce nella rosa dei canali tipici del Digital Audio insieme a Podcast e Catch Up con i quali nell’insieme forma la nuova era dell’Audio 2.0 distinto per comportamento utente e livelli di attenzione dall’ascolto di musica in streaming. Le ricerche più recenti infatti confermano che l’attenzione dell’utente nell’ascolto di contenuti parlati audio è superiore rispetto a qualunque altro canale media compresa la tv lineare. E’ ampiamente dimostrata infatti la straordinaria capacità di catturare e mantenere attiva l’attenzione degli utenti da parte di questo media mentre la pubblicità nei contenuti audio parlati (Spoken Content) surclassa qualunque altro media: incrementi del 150% per la consideration della marca, +46% la predisposizone all’acquisto sia online che offline, +8% l’attenzione.
L’AI applicata all’Adtech garantisce piani perfettamente contextual
Grazie all’AdTech brevettato, Audioboost è la sola a poter gestire in modo nativo l’integrazione di annunci audio in logica di contestualizzazione pura. Gli Advertiser possono scegliere non solo il “vertical” a loro più affine ma anche le keyword di contenuto a cui vogliono associarsi, grazie alla segmentazione semantica chirurgica che solo l’AI può garantire. In questo modo l’affinità al contenuto che l’utente ha deciso di ascoltare è massima, l’attenzione è alta e il ricordo permane ancora più a lungo. Oggi Audioboost gestisce una audience di oltre 2.000.000 di ascoltatori unici mensili, che generano circa 25.000.000 di impression Audio, il che colloca il Network di Audioboost tra i primi 5 posti in Italia per volumi gestiti sui canali audio di contenuto audio 2.0. In questo contesto le ricerche di mostrano che il tasso di memorizzazione degli annunci audio è del 60% superiore rispetto ai banner display consolidando la percezione positiva del brand.
Perché l’adv negli Spoken Article funziona meglio
L’audio digitale sta cambiando il modo in cui le persone accedono e interagiscono con le informazioni: il multitasking, lo smartworking, gli scambi di vocali tramite sistemi di messaggistica stanno modificando le abitudini di consumo mediatico delle nuove generazioni. Il tempo dedicato a un specifico argomento o contenuto è sempre più breve e l’ambiente digitale teme una fruizione distratta e compulsiva delle informazioni. L’audio è un ambiente che ha regole nuove anche per l’advertising: non c’è bisogno di ridondanza, di frequency eccessiva per stimolare ricordo e conversioni, non deve essere invasivo, insistente o non pertinente all’argomento, non deve proporre ads troppo lunghi. Audioboost si posiziona come pioniere di questo cambiamento, offrendo una tecnologia avanzata per la gestione, produzione, distribuzione e monetizzazione della versione audible dei siti Web, offre principalmente midroll anzichè preroll possibilmente di durata inferiore ai 30’’, la contestualizzazione è la keyword per l’efficacia ma al contempo anche la capacità di usare jingle, suoni e voci di buona qualità. Queste caratteristiche garantiscono un immediato ritorno agli investitori.
Audioboost: uno sguardo oltre confine
Oggi Audioboost è un’azienda in fase di scale up internazionale, oltre al costante allargamento del Network in Italia dove collabora con circa 300 siti sia in chiave advertising che in modalità Software as a Service, da inizio 2025 ha raggiunto anche la Spagna, il Brasile, e si accinge ad arrivare tramite I propri partner ai mercati USA e APAC. Una sfida non da poco per la piccola startup pugliese che a fine 2024 ha chiuso un Corporate Venture Capital alleandosi con Truvid – azienda video-centrica israeliana che la sta supportando nello sviluppo internazionale.