Tra innovazione e incertezze geo-politiche, L’Astrolabio disegna le traiettorie del nuovo turismo
Il general manager Andrea Barbieri, intervistato da DailyOnAir, espone le peculiarità del settore turistico

Andrea Barbieri
La stagione calda si avvicina e con essa i viaggi, agognate fughe dalle fatiche quotidiane. Quello del turismo è un mondo che ha sofferto, un mercato che ha saputo però rigenerarsi dopo le difficoltà improvvise e drammatiche di inizio decennio, che ha conosciuto un boom clamoroso e che oggi deve ancora una volta ripensarsi, considerate le difficoltà geo-politico-economiche note a tutti. Il gruppo L’Astrolabio chiude il 2024 in crescita grazie agli investimenti in AI e alla storica esperienza di travel designers, con un incremento del 15% sul 2023. Ne parliamo con il general manager Andrea Barbieri (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Facciamo subito il punto sul mercato del turismo: cosa è cambiato negli ultimi cinque anni? Quali sono le sue caratteristiche principali?
«Gli ultimi cinque anni hanno rappresentato una vera rivoluzione, con la pandemia che ha accelerato alcune tendenze già in atto: la personalizzazione spinta (prima i clienti accettavano offerte preconfezionate, oggi il 78% chiede esperienze, viaggi customizzati, emozioni indelebile); il ritorno alla natura, al turismo outdooor, cresciuto del 40%, con destinazioni non scontate, poco conosciute; il booking last minute, con le prenotazioni che avvengono in media un mese prima, non sei mesi prima come s faceva fino a qualche stagione orsono».
Come si è evoluto L’Astrolabio nello steso periodo e cosa offre?
«La nostra era una classica agenzia di quartiere, ma durante la pandemia ci siamo reinventati e siamo diventati dei travel designer, dei veri e propri sarti su misura, soprattutto per chi ci contatta online. Abbiamo tenuto il nostro personale in negozio ma lo abbiamo anche formato alle nuove tecnologie. Abbiamo tre agenzie a Milano, una a Bergamo e altre in apertura, ma serviamo tutta l’Italia».
Tra i vostri capisaldi c’è l’AI. Come la utilizzate?
«Il nostro approccio all’AI è culturalmente etico, non vogliamo diventare vittime o utilizzarla per manipolare il cliente, la usiamo per essere più efficienti, per offrire un servizio più veloce e personalizzato. In questo modo tutto diventa più agile, le richieste vengono scremate e poi passate ai banconisti online già pronte; gli stessi addetti possono poi confezionare dei pacchetti proprio grazie all’appoggio dell’AI. Si è venuta a creare un’efficienza prima sconosciuta, anche interna al gruppo, che fa la differenza e che ci aiuterà anche nel 2025, stagione che dopo tre anni di follia e di fully booking, presenta più attenzione da parte dei clienti, con prenotazioni effettuate magari sempre a ridosso, ma con una disponibilità di posti più ampia anche solo rispetto alla scorsa estate».
Cosa vuol dire oggi fare turismo sostenibile/responsabile?
«Dire che siamo completamente sostenibili è una bugia. Non tutte le destinazioni lo sono. Collaboriamo con strutture certificate e favoriamo l’uso di mezzi meno inquinanti. Cerchiamo di applicare un ricarico sul pricing dove sostenibile per permettere l’attivazione di progetti in favore comunità locali. Una destinazione molto richiesta è il Camerun, Paese che ci vede protagonisti al lavoro con i missionari; parte del ricavato verrà utilizzata per la costruzione di un panificio utile per il recupero dei detenuti. In generale, cerchiamo di formare i nostri banconisti nel sensibilizzare i clienti, abbiamo anche una piccola guida, il galateo del viaggiatore sostenibile; regaliamo zaini con le bottiglie riciclate, facciamo la nostra parte, ma senza arroganza».
In che modo comunicate la vostra offerta?
«Comunichiamo in modo molto digitale. Abbiamo siti internet con blog, sui quali pubblichiamo almeno dieci post al giorno, quasi come se fossimo un magazine, con un occhio all’indicizzazione, che piace molto a Google, al punto che in bassa stagione, su quattro siti, facciamo anche 500.000 contatti. Abbiamo una redazione di editor e facciamo generative content con l’appoggio dell’AI, ma sempre con un taglio molto originale. Sui social siamo presenti un po’ meno, perché l’affollamento è esagerato e diventa difficile avere uno storytelling preciso; il social ha bisogno di un racconto molto coinvolgente, ma la nostra è una presenza molto istituzionale, il che dipende anche dal target di riferimento: il nostro posizionamento è medio alto, clienti tra i 35 e gli 80 anni, con disponibilità economica, magari con poco tempo e con poca intenzione di rischiare un “viaggio fai da te”; i social sono più giovani e quindi per noi, al momento, meno interessanti».
Cosa vi attendete dal 2025?
«Il 2025 è un anno un po’ complesso, con il turismo influenzato di fattori geo politici, tra rincorsa agli armamenti, i famigerati dazi che fanno temere un aumento dei prezzi… Il viaggiatore della nuova stagione calda sarà più attento e già da marzo abbiamo notato un primo rallentamento. Ci sarà maggiore spazio per esperienze più personali, per esempio oggi c’è un’aumentata richiesta di viaggi su jet privati. Le evoluzioni ci saranno e dovremo essere pronti ad accoglierle e ad adattarci. Una cambiamento che porterà un’ulteriore scrematura per un mercato più pulito, con addetti sempre più tecnologicamente avanzati. Attendiamo anche nuove nicchie e maggiore fedeltà dai clienti già presenti».