Autore: Redazione
16/03/2016

ARF: il roi aumenta fino al +35%

ARF: il roi aumenta fino al +35%

Gli inserzionisti degli Stati Uniti stanno sbagliando strategie di pianificazione, investono complessivamente circa il 16% o 31 miliardi di dollari in meno all’anno, perché non riescono a diffondere i loro messaggi attraverso un numero sufficiente dei media. E’ il risultato di uno studio dell’Advertising Research Foundation, intitolato “How Advertising Works Today” e condotto a partire dall’anno scorso su 5.000 campagne per 1.000 marchi in 41 paesi per un totale di 375 miliardi di dollari di spesa pubblicitaria globale. Gli inserzionisti, secondo i risultati dell’analisi, sbagliano spostando denaro da una piattaforma di comunicazione all’altra piuttosto che investire di più per avere una diffusione più ampia. Lo studio ha scoperto che le marche, in media, possono aumentare il ritorno sugli investimenti del 19%, passando da una piattaforma multimediale a due, e a ogni piattaforma in più, fino a cinque, il ROI può migliorare fino al +35% rispetto all’uso di una sola. L’ARF però ha riscontrato che il 29% delle campagne si basa su un solo mezzo e il 60% su due o meno. Secondo studi di neuro-scienza condotti dall’ARF più supporti media sono importanti perché la pubblicità ha più probabilità di essere codificato nella memoria a lungo termine. Aspetti simili che rimandano da una piattaforma all’altra, aumentano la memorabilità sulla seconda piattaforma: è il processo di “priming”. A seconda della marca, la radio o il digital possono essere utili come prima piattaforma, mentre tv e stampa hanno un forte effetto cross-priming, perché entrambi tendono a essere visti in un ambiente rilassante. Allo stesso modo mobile e digital outdoor spesso lavorano insieme, perché entrambi sono visti “on the go”.