Autore: Redazione
10/07/2020

Aosom, l’e-commerce home living punta a diventare un marketplace anche in Italia

Il 2020, e non solo, della divisione italiana della multinazionale cinese: la crescita vertiginosa, obiettivi di fatturato sopra i 30 milioni, nuove iniezioni di capitale, il focus sul mobile. Parola al CEO Fabio Missoli

Aosom, l’e-commerce home living punta a diventare un marketplace anche in Italia

Fabio Missoli

Una forma di giustificato pudore pervade il mondo imprenditoriale in questo drammatico 2020, anche perché si tratta di un anno piuttosto controverso e non è un mistero che determinati settori abbiamo assistito a una crescita improvvisa dei loro business, neanche lontanamente immaginata. Chiusi tra quattro mura, ci siamo scoperti utenti entusiasti e persino esperti nel campo dell’e-commerce. Chi l’avrebbe mai detto? Di conseguenza, non sono poche le aziende, le insegne, i marchi che hanno beneficiato di crescita imponenti nel volume degli affari. È giusto farlo notare, anche senza sfoderare brindisi al momento poco consoni. Un’epoca irripetibile, per certi versi lo si spera ardentemente, che ha portato sotto la luce dei riflettori nomi emergenti, fino a poco tempo prima conosciuti solo nei circoli privati. È il caso di Aosom, società attiva nella vendita online di arredo per casa e ufficio, articoli outdoor & giardinaggio, attrezzatura sport & fitness, articoli per animali domestici, per i bambini, hobby e tempo libero. Il gruppo effettua vendite al dettaglio sia tramite il proprio sito web sia attraverso piattaforme terze. Da ottobre 2019 Aosom Italia è entrata a far parte del programma Amazon Prime gestito dal venditore (Seller Fulfilled Prime, SFP), riconoscimento per l'alto livello di affidabilità e delle prestazioni. Un marchio possiede sette filiali: Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Germania, Francia, Italia e Spagna. Attualmente sono assunti 500 dipendenti, di cui più del 50% all’estero. Il principio di tutto però fu in Cina. Della storia, delle attività, degli scenari attuali, degli obiettivi ci siamo fatti raccontare dal CEO per l’Italia Fabio Missoli.

La prima pietra di Aosom quando fu posta?

«La nostra è una multinazionale cinese, quindi avvenne proprio lì, in Cina, ed era il 2009. Successivamente è stata aggiunta una divisione e-commerce con l’obiettivo di vendere sul territorio americano e poi anche Europeo. Dal 2014 Aosom opera anche in Italia».

È curioso, a posteriori, rendersi conto, che tutto ebbe inizio in quel 2009 che ufficializzò la grande crisi economico finanziaria globale, i cui lasciti sentiamo ancora oggi…

«È vero, si trattò probabilmente di una vera e propria intuizione. I fondatori erano focalizzati sul segmento tessile, si resero conto dei pericoli dovuti a future concorrenze e aprirono all’e-commerce, ma non in Cina, un mercato sin troppo affollato, ma ovunque nel mondo. Con una peculiarità: inaugurare diverse filiali, nel rispetto della cultura e delle usanze dei singoli Paesi. E oggi, infatti, tutti i prodotti sono disponibili nei centri logistici del Paese ospitante».

Dopo lo sbarco in Italia, c’è stato qualche altro movimento continentale?

«Sì, Aosom è arrivato anche in Romania, ennesima prima pietra per lo sviluppo delle attività nell’est europeo. Lì è stata stretta una partnership con eMag, ossia l’Amazon dell’est europeo, leader anche in Polonia e Ungheria che, non dovrebbero tardare, a questo punto, ad accogliere anche loro Aosom».

Di cosa vi occupate nello specifico?

«Il nostro business è legato al campo dell’home living, e quindi arredamento e complementi, fitness, bambini e animali. Non ci occupiamo di food, di abbigliamento e neanche di elettronica di consumo. Si tratta, come è facile capire, di scelte strategiche».

Lo scenario attuale però è radicalmente mutato, e molto velocemente, a causa della pandemia. Come avete reagito?

«Il lockdown, non sarebbe neanche bello da sottolineare, visto il dramma legato all’emergenza sanitaria, ci ha visto crescere in maniera inimmaginabile: tra aprile e maggio abbiamo totalizzato un +100%. Si pensi solo a quello che ha comportato l’interesse verso il fitness. Un vero e proprio boom. Al punto che, e non siamo stati i soli, si sono succedute una serie di problematiche legate alla logistica, alla produzione e al sistema distributivo, andati quasi in tilt vista la domanda mostre».

Cosa potrebbe accadere adesso?

«Secondo gli esperti cinesi, in Europa accadrà quello che avvenne in Oriente dopo la SARS, ossia la definitiva istituzionalizzazione del canale e-commerce. Anche se dovesse rivelarsi “solo” un trend, rimarrà comunque a lungo».

Anche in Italia?

«Duole ammetterlo ma, nonostante la crescita, l’impatto nazionale non è stato il medesimo avvertito da altre parti, come per esempio in Spagna. Scontiamo rallentamenti dovuti a difetti strutturali e fattori di abitudine».

Se dovesse stilare una classifica dei settori per voi più remunerativi?

«Fitness prima di tutto, poi i complementi di arredo e poi il ramo dei Bambini».

Come operate? In Italia non siete ancora un vero e proprio marketplace…

«Ci stiamo lavorando: il 50% del fatturato è legato ad Amazon, il 20% ad Aosom, il restante ad altre piattaforme, che però non sono numerose nel nostro Paese, non nello stesso numero presente nel resto del mondo. Lo stesso eBay non è riuscito a slegarsi dal concetto di “Usato”. E allora, Italia vuol dire soprattutto Amazon. Noi vendiamo al 95% i nostri prodotti, la prossima strada sarà quella di avere un nostro marketplace. Stiamo sperimentando già per conto terzi ed entro un anno e mezzo dovremmo essere pronti».

Numeri: come pensate di chiudere il 2020?

«Crediamo con un fatturato di 30 milioni, che nel 2021 dovrebbero diventare 37-38 mln».

Avete annunciato una nuova iniezione di liquidità, 3 milioni, come la adopererete?

«Con la costruzione di un nostro centro logistico di 35.000 metri quadrati e per il potenziamento della struttura direzionale».

Come vi muovete invece sul fronte del digital marketing?

«Investiamo mediamente 100.000 euro al mese, il 50% su Amazon, l’altro 50 su Google, attività di retargeting, social, affiliation. Su Google ‘switchiamo’ tra Google Shopping e annunci pubblicitari veicolati sul motore di ricerca. Su Amazon abbiamo i link sponsorizzati».

Investimenti futuri, dopo la costruzione del centro logistico?

«Punteremo sempre più sul mobile che, proprio lo scorso anno, ha superato le attività su desktop».