Autore: Redazione
22/10/2018

Aeranti-Corallo annuncia il ricorso al TAR contro la delibera AgCom sul nuovo piano frequenze

Nonostante gli investimenti nella tecnologia DAB+, le emittenti locali rischiano di perdere fette di mercato per la scarsa capacità trasmissiva digitale disponibile, a fronte dei numerosi attori in campo

Aeranti-Corallo annuncia il ricorso al TAR contro la delibera AgCom sul nuovo piano frequenze

In vista dell’introduzione massiccia delle trasmissioni in digitale (DAB+) nella radiofonia, si delinea una situazione di mercato a due velocità dove le emittenti areali e locali rischiano di perdere importanti fette di mercato a causa della scarsità di frequenze utilizzabili. L’allarme lo lancia l’Aeranti-Corallo, denunciando una posizione di svantaggio per le 460 imprese radiofoniche locali che ne fanno parte, e annuncia un ricorso al TAR contro la delibera AgCom sul nuovo piano frequenze.

A rischio la copertura del segnale

Nel 2020 tutti i nuovi apparecchi radio domestici o installati sulle auto dovranno avere la possibilità di ricevere in digitale: lo dice la legge di bilancio 2018 approvata l’anno scorso, la quale impone anche la massimizzazione delle frequenze di banda VHF III da destinare al servizio. Ma, afferma Aeranti-Corallo, queste risorse non sono sufficienti per tutti i soggetti in campo, ossia la Rai, i network privati nazionali e le radio locali che tra l’altro scontano anche una diffusione limitata. Commenta il coordinatore Marco Rossignoli: “Le radio locali, nel mercato analogico, hanno circa il 40% degli ascolti e della raccolta pubblicitaria. Vi sono alcune regioni in cui una radio locale è la prima negli ascolti. Le imprese radiofoniche locali di Aeranti-Corallo hanno investito nella nuova tecnologia e hanno costituito da tempo numerose società consortili per l’avvio delle trasmissioni digitali. Tuttavia a causa della scarsità delle frequenze l’emittenza locale non può accedere a tale tecnologia in molte aree del Paese dove invece le radio nazionali stanno operando”.

Lo stato dell’arte

Attualmente, mentre la Rai sta procedendo alla digitalizzazione della rete di trasmissione con l’obiettivo di raggiungere il 70% del territorio entro l’anno prossimo, le altre emittenti nazionali hanno creato due diversi consorzi/operatori di rete quali Eurodab Italia, dove si trovano il gruppo RTL 102.5, Radio Kiss Kiss, Radio Padania, Radio Italia; e Dab Italia, composto dalle emittenti del Gruppo Gedi, RDS, Radio Maria, Radio Radicale, Radio 24, R101 e Radio 105. L’Agcom ha suddiviso il territorio italiano in 39 bacini per il servizio radiofonico digitale terrestre, ma sono state pianificate le frequenze in solo in 16 di questi e la relativa assegnazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è avvenuta solo in dieci dei sedici bacini. A oggi – spiega una nota di Aeranti-Corallo - nei rimanenti 29 bacini l’emittenza locale non ha la possibilità di trasmettere in digitale. A questo si aggiunge la delibera sempre Agcom con la quale è stato approvato il nuovo piano delle frequenze della tv digitale terrestre, che peraltro sta provocando non pochi mal di pancia agli editori televisivi avendo ridotto la capacità trasmissiva con l’assegnazione di frequenze alle compagnie telefoniche per il 5G; delibera con cui si riducono ulteriormente gli spazi per il DAB+. Aggiunge Rossignoli: “La delibera non ha previsto alcune frequenze già assegnate in alcuni bacini (come ad esempio in Toscana, in Umbria e in provincia di Trento) e ha ridotto gli spazi, già esigui, per la radio digitale, prevedendo una sola frequenza con copertura regionale in molte regioni (come ad esempio Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria)”. “Le imprese che non potranno operare fin da subito in digitale matureranno un incolmabile ritardo rispetto a quelle che già vi operano, con grave pregiudizio in termini concorrenziali – conclude Rossignoli -. Per tale motivo molti operatori di rete radiofonica dab+ in ambito locale facenti parte del sistema associativo Aeranti-Corallo hanno proposto ricorso al TAR Lazio chiedendo l’annullamento della delibera Agcom n. 290/18/CONS nella parte in cui la stessa prevede le frequenze per la radiofonia digitale terrestre”.