Adyen, l’attore che sintetizza le complessità dell’omnicanalità
Il country manager Gabriele Bellezze racconta gli ultimi sviluppi della piattaforma tecnologico finanziaria, tra importanza del dato, nuove partnership e innovazioni tecnologiche
Gabriele Bellezze di Adyen con Silvia Antonini e Davide Sechi, conduttori del programma
In un’attualità sempre più modellata sui tragitti dello shopping online, anche detto e-commerce, abbiamo bisogno di poter contare su piattaforme tecnologico-finanziarie che semplifichino i pagamenti e ci offrano un buon grado di sicurezza. Il tema è sempre caldo e quantomai attuale, come si è evinto passeggiando tra i corridoi del recente Netcomm Forum, tra i cui protagonisti c’era anche Adyen, piattaforma tecnologico-finanziaria, raccontata da nuovo country manager Gabriele Bellezze (ospite di DailyOnAir-The Sound Of Adv).
Come cresce e si evolve Adyen sul mercato dell’e-commerce?
«Prima di tutto, precisiamo che Adyen si occupa di pagamenti a 360 gradi e l’e-commerce è uno di questi. Ma quando parliamo di shopping online occorre sottolineare la presenza di due parametri da tenere in considerazione, ossia il tasso di autorizzazione e quello di conversione: il primo si riferisce al messaggio di pagamento che passa dal terminale scelto dallo shopper, arriva alla banca che decide se decide accettarlo o meno; avere un provider che possa ottimizzare questo messaggio è fondamentale e noi di Adyen giochiamo un ruolo di eccellenza perché la nostra è una piattaforma unica, attraverso la quale diamo la possibilità di pagare, svolgiamo funzioni acquiring e di banca, non abbiamo dipendenze da terzi e ottimizziamo tutto il messaggio con conseguenti performance elevate. Sulla conversione del checkout, abbiamo due dati: il 64% degli shopper abbandona il checkout se non trova il suo metodo di pagamento preferito, dato corroborato da un secondo dato che dimostra come un consumatore su quattro non porti più con sé il portafogli, quindi tutto è delegato allo smartphone. E oggi come oggi il mobile tocca circa il 70% delle transazioni online».
Quali sono le ultime novità nell’offerta della sigla?
«Ci incontriamo durante una settimana fortunata, con due novità importanti: abbiamo siglato una partnership con Scalapay che si sviluppa su due livelli: con la sigla si affida alle nostre capacità di aquiring per processare i volumi gestiti; dal nostro punto di vista possiamo fornire ai merchant il metodo di pagamento targato Scalapay. La seconda news riguarda il lancio della tecnologia ‘Tap to Pay’ su iPhone».
Come si sta muovendo il mercato del retail in generale e dal vostro punto di vista?
«I retailer stanno affrontando il tema omnichannel da somma di canali a unione di canali. Teniamo conto che oggi gli shopper, qualora se volessero fare un reso in negozio dopo aver acquistato online nella maggior parte dei casi si vedrebbero negata la possibilità; tutto è ancora quasi sempre slegato, ma si tratta di questioni che non dovrebbero interessare l’acquirente. Non è stato ancora creato un vero e proprio passaggio, un ponte definitivo e, occorre dirlo, non è facile».
Quali trend stanno caratterizzando il settore e cosa potrebbe emergere di nuovo?
«In un mercato in forte innovazione, quello che potrebbe fare la differenza è il dato del pagamento che è altamente qualitativo perché ci consente di complementare i nostri sistemi di CRM e di marketing intelligence e ricavare informazioni per comprendere più in profondità il comportamento degli shopper. Se la cultura del dato la uniamo ai vari canali abbiamo a disposizione tutti i trend, tutti i pattern dei consumatori che si muovono online e off. Il dato parla chiaro e chi ha avuto la possibilità comprendere le varie sfaccettature ha visto ricavi superiori al 18% rispetto alla media».
Con quali settori di mercato vi interfacciate meglio?
«A oggi possiamo contare su una grande esperienza con il lusso, dove abbiamo trovato un terreno molto fertile e la gente non teme il lusso in chiave online. Siamo un attore che sintetizza le complessità dell’omnicanalità, abbiamo una piattaforma che unisce tutte le complessità le gestisce su all’interno di un unico pannello di controllo, il che facilita tutto il processo. Ma di non di solo lusso viviamo: parliamo anche la lingua del small format retail e del large form retail».
Come vi state muovendo nel campo dell’innovazione e dell’AI?
«La utilizziamo a supporto del nostro tool anti frode, grazie al machine learning che ci aiuta a restituire un’analisi puntuale per i merchant affinché possano adottare le strategie più appropriate contro le truffe».
Cosa vi attende per il 2024?
«È un anno volto all’espansione. Siamo forti sul lusso e volgiamo portare quest’eccellenza anche in altri settori. Adyen ha sposato il lusso ma non è un lusso. Il pagamento non è una commodity ma un asset strategico».