Da qui al 2020,
l’ adblocking costerà ai publisher ben 27 miliardi di dollari, in termini di mancate revenue. A dipingere questo scenario è lo studio
Worldwide Digital Advertising: 2016-2020 rilasciato da
Juniper Research mentre a spaventare gli editori è soprattutto la possibilità che questa pratica possa coinvolgere anche il segmento in-app.
Sam Barker, autore della ricerca, ha detto: “L’adozione è stata guidata dalle preoccupazioni dei consumatori sui temi del consumo dei dati e della privacy, oltre a quelle relative ai lunghi tempi di caricamento delle pagine".
Le Pmi editoriali rischiano di più
La ricerca di Juniper ha messo in evidenza come
i soggetti più a rischio siano le piccole realtà editoriali, che tendono più dei grandi gruppi di publishing a basare le proprie revenue esclusivamente sulla pubblicità. Le fasce di popolazione più giovani - questo non è un mistero - sono le maggiori utilizzatrici di filtri di blocco della pubblicità. In questo senso gli editori devono sviluppare nuove strategie, come gli esperimenti di siti come Wired e Forbes, che hanno interdetto l’accesso a chi utilizza sistemi per scavalcare la pubblicità.
AdBlock Plus a oltre 100 milioni di utenti attivi
Intanto al TechCrunch Disrupt NY 2016,
Eyeo, l’azienda tedesca che ha sviluppato il software
AdBlock Plus, ha fatto sapere che è ormai vicina al miliardo di download mentre i device che utilizzano attivamente il sistema sono oltre 100 milioni. Numeri quasi raddoppiati rispetto a quelli annunciati a inizio anno dalla company. Secondo
Till Faida, ceo di Eyeo, alle persone non dà fastidio la pubblicità in generale, ma solo quella intrusiva che interferisce con la fruizione dei contenuti. La società ha anche fatto sapere che i download dell’app su sistemi
iOS e
Android sono arrivati a oltre 10 milioni, . Ma le modalità di fruizione stanno cambiando e con esse potrebbero anche mutare le pratiche degli adblockers.