Z Factor: ecco una fotografia attuale della Generazione Z
Secondo lo studio condotto da ZooCom con Havas Media, i ragazzi hanno grande fiducia nel digitale (78,54%), leggono molti libri (49,9%), ma si informano prevalentemente attraverso i canali online (48,6%)

Z Factor, la ricerca lanciata lo scorso 17 ottobre da ZooCom, la creative media agency del Gruppo OneDay e Havas Media, sulla fan base di ScuolaZoo, la più numerosa community online di studenti in Italia con oltre 6 milioni di utenti sulle sue piattaforme, è una ricerca quali-quantitativa che esplora il mondo della Generazione Z italiana sia in termini di abitudini di consumo sia in termini di preferenze d’acquisto. Condotta attraverso 12 focus group organizzati in 4 città italiane (Roma, Milano, Padova e Napoli) e attraverso un questionario somministrato online sui canali social di ScuolaZoo ha raccolto 10.000 risposte provenienti da ogni parte d’Italia e suddivise per fasce d’età.
Generazione Z
Ma chi sono i ragazzi della Generazione Z? Hanno grande fiducia nel digital (78,54%), leggono molti libri (49,9%), ma si informano prevalentemente online (48,6%) piuttosto che attraverso giornali e riviste (20,3%), amano la musica e ascoltano la radio: il 68,1% dei ragazzi la ascolta quotidianamente. Guardano ancora molto la televisione, i più piccoli con i genitori, ma sempre con il cellulare in mano. Nella dieta mediatica della GenZ ricoprono un ruolo importante anche Netflix e l’on-demand, segno che è la generazione della customizzazione e non del prodotto e servizio erogato top-down senza possibilità di scelta.
Io che non vivo senza… smartphone
Il 52,8% dei ragazzi ritiene impossibile una vita senza smartphone. Usato principalmente per passare da un social all’altro: Instagram è certamente il più amato, con il 99,58% di penetrazione dedicato agli interessi e alle passioni personali; segue Facebook (72,43%), il canale dell’informazione e dell’intrattenimento. YouTube rimane uno dei loro canali preferiti, mentre Snapchat (52,20%) resiste grazie ai format video che alimentano le Instagram story. Musically (18,38%) e ThisCrush (15,92%) sono i social dei più piccoli. Al contrario, Twitter e LinkedIn vengono usati dai più grandi per informarsi di politica e per cercare lavoro. I social hanno plasmato la loro realtà: nulla è più naturale di un pollice all’insù. Esistono i più svariati significati e inconsce strategie dietro le interazioni ai post che sembrano gesti apparentemente semplicissimi. Niente è casuale dietro ad un like, che esso sia volto alla ricerca di approvazione, che sia una strategia conquista o che significhi amicizia. Anche non mettere un like rappresenta una posizione: può rappresentare disapprovazione o rancore.
Social network e Generazione Z
A prescindere dal social che utilizzano, ciò che cercano è qualcosa che susciti stupore e che scateni in loro una reazione. Instagram è il canale degli influencer, e i ragazzi li seguono solo se ritengono che quello che pubblicano abbia un valore aggiunto per loro: gli anticipi una moda o un trend, una frase da dire in pubblico, li “portino” con loro nei luoghi più cool. Insomma, la semplice foto con un prodotto o un vestito in posa da modella non è più ciò che colpisce i ragazzi. Anche i brand sono molto seguiti su Instagram, ma solo quelli che stimolano la loro curiosità e che hanno uno stile definito, a cui ci si ispira quotidianamente. I profili dei VIP? Spesso si consultano anche senza essere follower, così da non avere il proprio wall invaso dalle notifiche.