Autore: Redazione
30/03/2018

Workshop #GDPR: Pr Hub da le sue istruzioni per l’uso sulla nuova direttiva europea a tutela della privacy

Jérôme Jelocha, co-fondatore della startup internazionale Epresspack e specializzato nei soggetti di digital e di sicurezza ha parlato a Milano di regolamentazione delle attività di acquisizione, conservazione e trattamento delle informazioni personali

Workshop #GDPR: Pr Hub da le sue istruzioni per l’uso sulla nuova direttiva europea a tutela della privacy

Il punto sull’ormai prossima entrata in vigore della GDPR, la nuova direttiva europea sulla privacy operativa dal 25 maggio, e sui cambiamenti che produrrà nella gestione delle attività di marketing e comunicazione è stato al centro di Workshop #GDPR, incontro di approfondimento organizzato a Milano da PR Hub, piattaforma partecipativa di società di relazioni pubbliche e comunicazione aderente ad AssoCom e Icco. Per trattare un argomento nell’occhio del ciclone come la regolamentazione delle attività di acquisizione, conservazione e trattamento delle informazioni personali, PR Hub ha chiamato a Milano Jérôme Jelocha, co-fondatore della startup internazionale Epresspack e specializzato nei soggetti di digital e di sicurezza. La visione di ePressPack sulle modalità di applicazione di GDPR e di ePrivacy, la direttiva complementare sulle informazioni acquisite tramite i cookies, ha fornito alla platea presente al Consorzio Stoppani delle modalità di azioni da realizzare. Il nostro Paese, infatti, ha accumulato vistosi ritardi nella preparazione all’appuntamento del prossimo 25 maggio e permangono difficoltà nel coordinare taluni aspetti delle nuove regole comunitarie con la legislazione nazionale, nonostante i ripetuti interventi del Garante. Il Workshop #GDPR ha chiarito che se, da una parte, la nuova disciplina sulla privacy fissa regole finalmente adeguate all’evoluzione delle tecnologie e all’utilizzo dei social network, dall’altra le aziende dovranno rivedere velocemente processi e prassi in ambiti quali l’email marketing, l’sms marketing o anche il semplice aggiornamento dei database giornalisti da parte degli uffici stampa. D’altronde le aziende hanno un motivo più che valido per pretendere chiarezza sulla compliance: la sanzione può arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo qualora sia maggiore.