Autore: Redazione
01/04/2019

Women in Tech: la storia digital iniziata quasi per “caso” di Greta Lomaestro

La Head of Communication di Pro Web Consulting e PayClick @ Cerved ON_ Marketing Services racconta la sua carriera, le sfide affrontate e il suo lavoro quotidiano nel quarto episodio del format di DailyNet

Women in Tech: la storia digital iniziata quasi per “caso” di Greta Lomaestro

Greta Lomaestro

Torna Women in Tech: a raccontare la sua storia nel digital e nel tech è Greta Lomaestro, Head of Communication di Pro Web Consulting e PayClick @ Cerved ON_ Marketing Services e quarta protagonista del format avviato da DailyNet lo scorso 8 marzo. Un’avventura iniziata quasi per caso, spiega al nostro giornale Greta Lomaestro, ma che si è presto rivelata essere la strada ideale anche grazie alla fortuna di aver incontrato le persone giuste.

Come ha avuto inizio la tua carriera nel settore del digital marketing?

Quasi per caso. Sono una persona introversa e un po’ nerd, ho una formazione umanistica, una Magistrale in lingue e letterature straniere, ho sempre amato scrivere (poesie, racconti brevi), ho collaborato per anni con il giornale della mia città, speravo di diventare insegnante o traduttrice… e ho rifiutato un Dottorato in Antropologia Culturale perché, a un certo punto della mia vita, volevo un lavoro “vero”, stabile. Volevo pagarci l’affitto, per intenderci. Ora, la domanda molto pragmatica che la mia anima sognatrice si è trovata a porsi è stata: “In quale ambito potrei farmi dare uno stipendio per scrivere?” L’Ufficio Stampa è stato la risposta.Amore-odio all’inizio, salvo poi virare verso il digitale capire che la Comunicazione – a dispetto delle apparenze – fa davvero per me. E che non si tratta solo di scrivere contenuti ma anche di organizzare eventi, gestire i canali social aziendali, mantenere le relazioni con gli amici giornalisti: è un lavoro multiforme, divertente e vario.Oggi, dopo quasi 10 anni di militanza nel settore, sono felice di ciò che faccio.

Quali sono le sfide principali che le aziende si trovano ad affrontare oggi?

Non entro nel merito di criticità tecniche che non mi competono, ma sicuramente vedo bene le sfide legate alla sfera della comunicazione dei Brand e della relazione sempre più diretta con gli utenti/clienti. In primis, il Digitale è evoluzione continua: bisogna stare al passo, studiare sempre ed evolverci noi per primi. Solo così possiamo condividere dei contenuti davvero interessanti, formativi e informativi, non più autocelebrativi e pubblicitari, ma che puntino a instaurare un dialogo e un confronto, facendo divulgazione - nel nostro caso sui temi della SEO, della CRO, del Performance Marketing e del Digital in generale. Inoltre, in un mondo frenetico e always-on, in cui siamo sempre connessi e dove tutti hanno accesso immediato a una fonte pressoché inesauribile di conoscenza - il Web - è necessario muoversi velocemente ma, al contempo, in maniera molto cauta. Anche per questo, penso che l’unica strada percorribile sia quella della trasparenza.

Come descriverebbe gli effetti di tutti questi cambiamenti?

Essere presenti su più canali significa saper declinare i contenuti nella maniera più corretta per ciascuno di essi, con i giusti modi e tempi, nel rispetto dell’utente. È finita l’era della comunicazione top-down, dei Brand che parlano dall’alto e dell’intermediazione: ora ogni informazione è subito fruibile, diretta, subito nelle mani di potenziali clienti (e potenziali detrattori). La mancanza di ombre e ripari del Web è una spinta necessaria verso un modo di operare etico: lavorare al meglio delle proprie capacità, migliorare ogni giorno e non offrire mai nulla ai nostri clienti che noi per primi non compreremmo.Sono orgogliosa di dire che i Brand per cui lavoro sono un esempio da questo punto di vista: persone professionali, vere, che mettono il cuore in ciò che fanno e hanno una grande etica del lavoro. Con il progetto Cerved ON_ Marketing Services ci stiamo muovendo proprio su questi concetti: mettere l’utentedavvero al centro, spingendo le performance dei clienti in un’ottica di miglioramento incrementale, ogni giorno.

Secondo lei, qual è stato l’avvenimento tecnologico che ha avuto il maggiore impatto negli ultimi anni?

Nel bene e nel male, i Social Media.Tutti li usano: sono un mezzo semplice e immediato, oltre che incredibilmente democratico… forse persino troppo. Questo, lato marketing, crea per noi operatori di settore opportunità infinite: di awareness, di engagement, di accesso a una mole di dati incredibile per quantità e possibilità di profilazione. D’altra parte, crea anche dei “mostri”, basti pensare alle fake news e al diffondersi a macchia d’olio dell’ormai celebre effetto Dunning-Kruger: i meno esperti si sentono i più ferrati su argomenti tecnici e delicati, dalla medicina alla scienza, dalla nutrizione alla politica. E gli effetti possono essere devastanti.Oppure, la pubblicazione non ben ponderata di contenuti delicati - foto personali, dati sensibili etc. - può portare a conseguenze anche gravi, basti pensare ai sempre più frequenti episodi di cronaca legati a cyberstalking, cyberbullismo o truffe informatiche.Utilizzare i Social senza filtri e senza pensare, quindi, genera non pochi danni a livello sociale, nella vita reale. Penso che gli utenti dovrebbe essere meglio informati e supportati dai Social stessi con dei tutorial che facciano comprendere la potenziale gravità di alcuni comportamenti.

Qual è stata la lezione più importante che ha ricevuto nella sua carriera?

Ho avutoe continuo ad avere la fortuna di incontrare persone davvero in gambafacendo questo mestiere: da ciascuna imparo qualcosa che, spesso, mi è utile anche nella mia sfera privata. Ad esempio, sono sempre stata ansiosa e un po’ permalosa, ma oggi molto meno. Questo perché alcuni saggi colleghi mi hanno insegnato che l’ottimo è nemico del buono e che un atteggiamento di chiusura e over-reaction alle critiche non porta da nessuna parte.Le chiavi sono positività e condivisione, collaborazione e, di nuovo, trasparenza. Non è semplice ma bisogna imparare a contare non solo sulle proprie forze ma sulla potenzadel gruppo, del confronto e dell’aiuto reciproco.

Cosa pensa riguardo la sfida che le donne di oggi affrontano per trovare l’equilibrio tra aspirazioni professionali e vita personale? In questo contesto, quale supporto offre la tua azienda?

Bisogna fare del proprio meglio, impegnarsi, correre anche quell’extra-mile se ci si sente le gambe abbastanza forti… ma bisogna anche sapersi fermare, per riflettere, studiare, formarsi e informarsi.Darsi tempo per una chiacchierata con i colleghi, un caffè, un sorriso e un grazie, sempre. L’equilibrio tra lavoro e vita privata è fondamentale per garantire la qualità di entrambi: fare sport, viaggiare, sentire musica, leggere un buon libro, cucinare, stare con la famiglia e gli amici… tutte cose che aiutano anche la produttività, che fanno sentire più carichi, curiosi, attivi, positivi. È un circolo virtuoso.Sono fortunata perché lavoro in un contesto che comprende le esigenze dei dipendenti e che si basa sulla fiducia, garantendo flessibilità e concedendo il remote-working quando serve.

Quale consiglio si sente di dare alle giovani di oggi che vogliono intraprendere una carriera di successo in questo settore?

Di essere umili, pronte ad imparare e predisposte al cambiamento.Il Digital è un universo fluido e, fortunatamente, molto paritario: conosco moltissime donne davvero toste, che ricoprono ruoli di alto livello in grandi aziende. E, per concludere: non fatevi fagocitare e non “imbruttitevi” più del dovuto. È un settore competitivo e lo stress può alzarsi oltre i livelli di guardia ma le persone migliori con cui ho lavorato sono, paradossalmente, le più rilassate: quelle che sanno sorridere e gestire bene il tempo, quelle che comprendono che facciamo cose importanti - mettendoci effort, attenzione e dedication- ma che non salviamo vite umane.