Wired: campagna contro i pregiudizi tutti umani dell’intelligenza artificiale, la firma TBWA\Italia
La testata di Condé Nast chiede all’A.I. di proporre rappresentazioni della realtà umana e scopre che la tecnologia riflette i nostri stereotipi; la multisoggetto digital è pianificata sui social media

Wired Italia promuove una campagna, firmata da TBWA\Italia, contro i pregiudizi: quelli dell’intelligenza artificiale, che sono un riflesso dei nostri. Come molti in questi giorni, anche la testata diretta da Federico Ferrazza specializzata in innovazione e tecnologia ha provato a utilizzare l’A.I. e ha fatto una scoperta: se si chiede di proporre rappresentazioni della realtà come una coppia di innamorati, o di mostrare l’immagine di manager, la tecnologia cade nei soliti stereotipi, tutti umani. Immagina due genitori, immagina un dottore. Queste sono le richieste che Wired ha inserito all’interno di MidJourney, una delle intelligenze artificiali che negli ultimi mesi stanno spopolando nel mondo, generando immagini di una qualità e precisione elevatissima. Eppure, il risultato a queste semplici domande è stato sconcertante.
Rappresentazioni stereotipate
Così due innamorati sono stati immaginati nel 100% dei casi come un uomo e una donna, la parola dottore è sempre e solo associata a un uomo, così come le parole manager e leader. Omofobia, razzismo, gender inequality: all’interno dell’intelligenza artificiale si annidano pregiudizi di ogni natura. Ma ciò che deve far veramente riflettere è il fatto che questi pregiudizi in realtà sono gli umani ad averglieli insegnati: per eliminarli dall’intelligenza artificiale, è quella umana che deve imparare a combatterli. “Come tutte le tecnologie, l’intelligenza artificiale è uno strumento e in quanto tale acquisisce un senso esclusivamente perché gli viene dato da esseri umani. L’A.I. è infatti impropriamente detta intelligente: si tratta di una forma avanzata di automazione che genera risultati seguendo istruzioni e pescando informazioni con criteri assegnati da noi. Per questo le immagini “sbagliate” di questa campagna ci dicono soprattutto una cosa; e cioè che la battaglia per sconfiggere i pregiudizi è ancora lunga e che è fondamentale per tanti motivi, tra cui quello di istruire correttamente la tecnologia che porterà maggiori cambiamenti alla società nei prossimi anni” aggiunge Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia. La collaborazione tra Wired italia e TBWA\Italia continua dopo la campagna #SenzaTitolo e procede nel solco della direzione che l’agenzia sta prendendo in Italia e nel mondo grazie anche a Next, mappa in continuo aggiornamento di trend in ascesa in ambito tecnologia, marketing e cultura dei consumatori. “L’invito è, anche per noi creativi e per tutta la nostra industry, quello di non perdere la propria intelligenza, davanti alle sconfinate potenzialità dell’AI. Perché la verità è che queste intelligenze imparano da noi, anche ciò che è sbagliato” affermano Vittoria Apicella e Frank Guarini, direttori creativi TBWA\Italia. La campagna è una multisoggetto pianificata sui canali social di Wired e TBWA con diversi key visual, a cui si aggiungono un video corale, e un editoriale su Wired Italia.
Most Innovative Company
“Per il quarto anno di fila TBWA è stata nominata come ‘Most Innovative Company’ da Fast Company e credo che progetti come questo siano un esempio chiaro di che cosa voglia dire innovazione per noi. Troppo spesso quando si parla di innovazione, si fa riferimento solamente agli aspetti tecnologici, tralasciando quelli sociali e culturali. Ma la posizione di Wired è diversa, così come la nostra. Ecco perché siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto che parla di innovazione a tutto tondo, ovviamente in modo Disruptive ” afferma Mirco Pagano, chief creative officer di TBWA\Italia. Hanno lavorato al progetto per TBWA\Italia: Luca Attanasio, art director e Alessandro Monti, copywriter; Gabriele Calvi, motion graphic designer; Vittoria Apicella e Frank Guarini, direttori creativi; Mirco Pagano, chief creative officer.