Weber Shandwick partner di comunicazione della seconda edizione dell’Italian Sustainability Day di Borsa Italiana
Gli investitori e i nuovi consumatori premiano le imprese virtuose sotto il profilo ESG. Presentate le ricerche sul Social Activism

Weber Shandwick, per il secondo anno consecutivo, è l’unica società di comunicazione a partecipare come partner alla seconda edizione dell’Italian Sustainability Day, un incontro organizzato da Borsa Italiana dedicato a sviluppare il dialogo tra imprese e investitori sui temi ESG (environmental, social, governance). La practice Weber Shandwick Social Impact – un team pluripremiato che collabora con più di 150 clienti su tutti i 17 Sustainable Development Goals dell’ONU – lavora con organizzazioni attive in tutti i settori (privato, pubblico e sociale) per amplificarne il purpose centrale, favorendo una crescita sostenibile e un impatto sociale positivo. Nel corso dell’Italian Sustainability Day, Kate Olsen, Senior Vice President Social Impact, che aiuta i propri clienti a sviluppare campagne integrate volte a creare valore condiviso e a comunicare su questioni sociali e ambientali, parteciperà a un panel per condividere spunti e suggerimenti su come le aziende possano fare leva sulle proprie iniziative ESG per coinvolgere gli stakeholder e rafforzare la propria reputazione di leader purpose-driven. Annamaria Ferrari, Managing Director Weber Shandwick Advisory, ha dichiarato: “Oggi le aziende sono chiamate a prendere posizione su questioni ambientali e sociali se vogliono il sostegno duraturo dei consumatori. Così come gli investitori, la nuova generazione di consumatori, tra cui i millennial, premia le imprese virtuose sotto il profilo ESG”.
Consumatori attivisti
Nel corso dell’Italian Sustanability Day, Weber Shandwick presenterà i risultati chiave di recenti ricerche proprietarie nell’ambito del Social Activism. Per esempio, Battle of the Wallets: The Changing Landscape of Consumer Activism, condotta da Weber Shandwick e KRC Research, analizza da un lato le ragioni dei consumatori “boycotters”, che boicottano le aziende ritenute irresponsabili, dall’altro quelle di coloro che supportano le aziende acquistandone intenzionalmente i prodotti, i cosiddetti “BUYcotters”. Come emerge dal sondaggio, negli Stati Uniti e nel Regno Unito l’83% dei consumatori attivisti sottolinea l’importanza di premiare economicamente le aziende che fanno la cosa giusta. Secondo il 48% degli intervistati, l’obiettivo principale dei BUYcotters è quello di sostenere la reputazione di un’azienda o di un marchio che ammirano.
L’impegno dei Ceo
I consumatori, specialmente quelli appartenenti alle nuove generazioni, si aspettano che il purpose di un’azienda sia sposato dal top management delle aziende e sostenuto dal Ceo. Anche la ricerca “Ceo Activism in 2017: High Noon in the C-Suite” conferma questa tesi. Secondo i risultati del sondaggio di Weber Shandwick, il 47% dei millennial pensa, infatti, che il Ceo debba schierarsi su importanti questioni di natura sociale, e il 51% di loro deriva il proprio comportamento d’acquisto in funzione della credibilità del Ceo, un dato significativo, specialmente se paragonato alle risposte dei consumatori appartenenti ad altre generazioni (la generazione X e quella dei baby boomers). I millennial sono un segmento di consumatori rilevante disposto a premiare economicamente le aziende che “fanno la cosa giusta”, con l’83% di loro che basa le proprie decisioni di acquisto sull’impegno da parte delle aziende in termini di sostenibilità.