Autore: Redazione
28/03/2022

Il web costruito su misura: i tragitti di MOCA Interactive, tra consulenza e operatività

Arricchita ancora una volta dello status di Google Premier Partner, l’agenzia trevigiana di proprietà Websolute si muove con sapienza nel mare magnum del digital marketing, dove i trend possono cambiare da un momento all’altro. Alle nostre domande hanno risposto il CEO Andrea Sportillo, l’Head of Digital Advertising Angela Venturin e il responsabile commerciale Davide Stevanato

Il web costruito su misura: i tragitti di MOCA Interactive, tra consulenza e operatività

Andrea Sportillo

Il buongiorno si vede dal mattino o, almeno, così si suol dire. MOCA Interactive ha aperto le persiane con vista sul 2022 e si è ritrovata in mano anche per quest’anno lo status di Google Premier Partner nell’ambito del programma di Big G dedicato e rivolto ad agenzie pubblicitarie e terzi che gestiscono account Google Ads per conto di altri brand o attività. Un piccolo riassunto chiarificatore: capitanata da Andrea Sportillo, MOCA Interactive è un’agenzia di web marketing con sede a Treviso, specializzata nella realizzazione di soluzioni personalizzate per le imprese che intendono concretizzare il proprio business grazie a internet. Attiva dal 2004, vanta un organico di 58 dipendenti (con un’età media di 31 anni) e un portfolio di oltre 150 aziende-clienti tra territorio locale e nazionale. Il programma targato Google riconosce gli obiettivi in tema di marketing digitale raggiunti dai partner che, in tutto il mondo, si sono distinti per i risultati di eccellenza ottenuti nel loro settore di competenza. E i numeri accorrono subito a conforto dei più diffidenti: il giro d'affari dell’agenzia di proprietà di Websolute nel corso del 2020 ha sfiorato i 2,7 milioni di euro (+28% rispetto al 2019). A due passi ormai dalla chiusura effettiva della stagione 2021, giunge appropriato il punto della situazione sull’agenzia, ma anche sugli scenari che la vedono protagonista. A parlarcene, in comunione d’intenti, il CEO Andrea Sportillo, l’Head of Digital Advertising Angela Venturin e il responsabile commerciale Davide Stevanato.

Come è stato il 2021 di MOCA Interactive?

«Il 2020 era stato l‘anno primo della pandemia ed è stato anche quello del digital, che si è preso la scena, gioco forza. Giunti alla fine di quella prima controversa stagione, non sapevamo se le aspettative createsi in quella situazione di emergenza sarebbero state confermate. Invece c’è stato un consolidamento, il digital è diventato un asset certo. Nel mentre, abbiamo intensificato il nostro portamento consulenziale, guidando i clienti nella tempesta. La nostra è una struttura che non si dedica alla sola operatività ma accompagna le aziende anche nella definizione della strategia, ovvero nel “cosa fare” per risolvere una specifica esigenza».

Chi cerca il vostro sostegno, la consulenza targata MOCA Interactive?

«Lavoriamo con gli e-commerce e con chiunque abbia intenzione di concretizzare una presenza decisiva sul web. I settori sono molteplici, dal fashion al luxury, dall’home e design allo sport e ancora travel e b2b. Durante la pandemia abbiamo supportato i clienti, reinterpretando e rivedendo le strategie per affrontare il momento. Possiamo dire che le parole chiave sono state flessibilità e resilienza, fondamentali per accogliere le diverse richieste ed escogitare soluzioni e attività che potessero rispondere alla variabilità dettata dalle situazioni, ad esempio chiusure dei negozi o lockdown. Abbiamo suggerito ai nostri clienti le attività sulle quali poter lavorare per prepararsi al meglio alla nuova normalità come dedicarsi ai clienti acquisiti con attività di fidelizzazione, riprendere in mano il proprio sito web, spesso abbandonato a sè stesso e “immutato” da anni nonostante il contesto fosse cambiato drasticamente.

Qualche numero per sottolineare con esattezza il periodo descritto: come avete chiuso l’anno?

«I dati finali li avremo a fine aprile. Possiamo però già evidenziare una tasso di crescita del 39,5%, senza considerare l’impatto del budget media, ovvero i costi “vivi” spesi in pubblicità online dai nostri clienti, che a volte transitano per nostre linee di pagamento»

Come vedete MOCA Interactive nel 2022?

«Come dicevamo in precedenza, desideriamo aiutare le aziende a crescere online soprattutto dando i giusti input per far fare ai loro e-commerce un salto di qualità. Come? Diamo loro indicazioni, offriamo coordinamento, costanza e attenzione ma anche consigli e suggerimenti dettati dalla contaminazione con altri settori. Tutto questo unito alle competenze e ai dati già in loro possesso, ci permette di creare un percorso completo e concreto, volto a raggiungere grandi risultati. Quasi il 90% degli e-commerce chiude dopo 18 mesi dalla prima apertura: questo dato dimostra quanto sia importante la definizione di un percorso che unisca strategia, competenze e analisi dei dati.

Come deve comportarsi un’azienda e-commerce al giorno d’oggi?

«Deve avere una base, prima di tutto: prodotto, prezzo, servizio. Poi serve la giusta mentalità, ossia sapere che il percorso prevede lacrime e sangue e redditività solo dopo un lungo periodo. Occhio anche al contesto, la pandemia ha aiutato il settore, ma ora cambia tutto, è da qui che la partita si fa complicata. Occorre mettere ordine alle priorità: dove e come investire, dove scovare i margini. L‘e-commerce non è per tutti, è un settore che è stato inquinato di disinformazione dai grandi gruppi e anche noi che ci lavoriamo abbiamo una parte di responsabilità in questo».

Che scenari si prospettano per il 2022?

«Quello in corso sarà un anno caratterizzato dalle complessità normative e tecniche legate al tema dei cookie e al conseguente impoverimento dovuto alla loro fine: con le nuove disposizioni entrate in vigore a partire dal 10 gennaio scorso infatti, assisteremo e in parte stiamo già assistendo, a un grande calo sul fronte dei dati e a un cambiamento nella profilazione che assumerà per forza di cose nuove sembianze. Sarà sempre più importante fare affidamento sui dati di prima parte (CRM, indirizzi email) non solo per creare pubblici utili alle campagne di advertising ma soprattutto per fidelizzare i clienti esistenti, coltivando le relazioni e aumentando il valore offerto.

Come state affrontando queste nuove sfide?

«Nelle nostre attività con Google e Facebook siamo seguiti dai tecnici dei due gruppi che ci aiutano. Big G ci segue da Dublino e ci fornisce gli strumenti per far fronte al calo di dati a disposizione per stimare quelli che mancano, in modo da poter ottimizzare le attività di comunicazione».

E se doveste definire uno o più trend per il 2022?

«Un trend molto interessante cui stiamo assistendo è quello dell‘omnicanalità: si sta finalmente cominciando a capire che i percorsi dei clienti non sono poi così lineari (la pubblicità digital non genera valore solo online, così come gli spot in TV non portano vendite solo nel negozio fisico). Gli stessi siti di e-commerce, che nel pieno della pandemia hanno registrato incrementi record, con il ritorno alla “normalità”, si vedono costretti a fare un passo indietro, a ripensare le proprie strategie e i propri obiettivi. Gli investimenti nell’adv digitale probabilmente non continueranno a crescere alla velocità vista negli ultimi anni, abbiamo imparato che i fattori esterni possono incidere molto, basta poco e tutto cambia».