Contro il logorio della comunicazione odierna: Vanilla Marketing gestisce emozioni e AI
Da Ancona alla recente legame con la martech Execus, la visione dell’agenzia protagonista del mktg emozionale e rigoroso. Le parole della CEO Carlotta Carucci

Il marketing emozionale: chi è costui? In un mercato della comunicazione, sempre più variegato è quasi diventato difficile capire chi contattare, chi scegliere, a chi affidarsi per un progetto strategico. Come fare? Andiamo a chiederlo direttamente ai protagonisti, ossia a Carlotta Carucci (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv), CEO di Vanilla Marketing, web agency specializzata in strategie di marketing emozionale, struttura che nasce e cresce al di fuori di Milano e che, recentemente, è stata acquisita dalla martech company Execus (https://dailyonline.it/ai-dati-execus-intervista-andrea-stecconi).
Come nasce e in che modo evolve un’idea di agenzia di comunicazione al di fuori del centro del settore, ossia Milano?
«L’idea è nata dopo un lungo periodo passato a Firenze, dopo un’ulteriore permanenza a Londra. Poi il rientro in Italia, la scelta di fare impresa partendo da casa, ossia da Ancona. Fare comunicazione fuori da Milano ha significato un forte lavoro sul fronte dell’educational, per far capire ai clienti che le strategie di comunicazione sono figlie di analisi capaci di portare risultati».
Cosa intendiamo per marketing emozionale?
«È un punto di vista, come un paio di occhiali speciali che ci permettono di andare oltre i sacrosanti numeri, che mettono in risalto lo human centric, la persona al centro della narrazione, che evidenziano l’importanza dei valori, l’empatia e che ci spingono ad applicare strategie che mirano a costruire relazioni reali e di lungo termine con le persone di nostro riferimento».
Come si compone la società?
«Al suo interno ci sono una decina di persone, ognuna con competenze verticali specifiche, in grado di approcciare mercati dai respiri diversi, il che ci permette di spaziare dalla GDO alla PA, dal farmaceutico al sociale, al food & wine; insomma, abbiamo toccato quasi ogni tipo di categoria».
Cosa ha portato l’acquisizione da parte di Execus?
«L’idea che insieme si possa fare meglio, perché entrare in una grande martech significa strutturarsi ancora meglio e fare leva sulla professionalità di tutti, per portarci all’interno di un mercato sempre più ampio».
Influencer marketing, e-commerce, social, adv digital, creatività ‘classica’ sono i vostri ambiti di azione: come vi muovete all’interno di ciascuno di essi?
«Tutto deve sempre partire da una buona strategia, i cui elementi vengono declinati sui servizi che vanno per la maggiore: e-commerce, social, content, influencer marketing e digital pr».
Quali sono le richieste più frequenti?
«Strategie social e sviluppo di contenuto (quindi immagini, video, copy e grafiche che devono dare la giusta immagine dell’azienda)».
Siete la risposta a una comunicazione divenuta troppo frenetica?
«Non è sempre così, dipende dalla natura del business, dall’azienda, dalle necessità interne. Sicuramente, il mercato della comunicazione è sempre più veloce, ma c’è anche la voglia di ritornare alle origini, di ripartire da basi solide e consapevoli».
Quanto pesa l’innovazione nel vostro lavoro? Come utilizzate l’AI?
«Nasciamo digitali e l’innovazione fa parte di noi. L’AI la utilizziamo molto, soprattutto in forma generativa. Siamo pronti a introdurre una serie di tecnologie atte a velocizzare processi interni. La GenAI, se usata con coscienza, aiuta tutti i processi legati ai contenuti; siamo favorevoli alla sua inclusione e abbiamo formato il team sul suo utilizzo, anche per avere giornate produttive più facili e felici».
C’è un progetto che meglio vi racconta?
«Il primo che mi viene in mente, in questo senso, è un’attività svolta per il Comune di Ancona, per il quale abbiamo sviluppato tutta la comunicazione che racconta la città come meta turistica, tra video, foto, sito rinnovato. Un altro progetto riguarda l’impresa sociale Frolla, per cui curiamo l’e-commerce».
Cosa vi attendete nei prossimi mesi? Avete un nuovo focus?
«Volgiamo portare la nostra competenza in settori ancora non toccati e utilizzare l’AI anche a livello di operation e non solo sul fronte di contenuti».