Trasparenza: si allungano i tempi per la verifica delle metriche dei colossi della Silicon Valley
AdAge ha dedicato un articolo al tema: Google sembra quello più vicino a ottenere i riconoscimenti del MRC. Ma le difficoltà sono ancora numerose

Trasparenza: è questa la richiesta che gli advertiser fanno da tempo ad agenzie, editori e soprattutto piattaforme. Un tema che lo stesso chief brand officer di P&G, Marc Pritchard, ha voluto sollevare stimolando ulteriormente un dibattito già in essere. La questione è abbastanza semplice: la multinazionale auspica che le metriche delle piattaforme vengano accreditate dal Media Rating Council (MRC). Ma, finora, la sua richiesta è stata pressoché inascoltata, come scrive AdAge.
La situazione attuale
Tutti i più grandi player del comparto - Facebook, Google, Pinterest, Snapchat e Twitter - hanno avviato dei colloqui privati con l’ente certificatore riguardo la misurazione dell’audience attraverso terze parti. Ma solo Google ha iniziato le verifiche necessarie per l’accreditation, un processo che normalmente dura tre mesi anche se talvolta l’iter può allungarsi. Per quel che concerne Facebook, il social ha discusso con il MRC il tema delle impression servite, ma secondo AdAge ciò potrebbe non essere sufficiente a soddisfare le richieste sulla viewability di inserzionisti come P&G. E barriere all’accreditation potrebbero arrivare anche per Google, come dichiarato da George Ivie, ceo del MRC.
Le barriere più importanti all’accreditation degli Over The Top
Intanto, però, l’ente certificatore americano sta collaborando con i giganti hi tech per facilitare le verifiche su mobile, un ambiente più complesso da rilevare, ma su cui si basa ormai gran parte del traffico internet. Inoltre i colossi della Silicon Valley non accettano l’inserimento di tag di operatori di terze parti come Moat, comScore e IAS, perché rallentano il caricamento delle pagine. Ciò, significa in concreto che le verifiche richiederanno prima una validazione dei sistemi proprietari di segnalazione che ciascun network utilizza per tracciare l’audience, per poi assicurarsi che i processi usati da terze parti funzionino in modo accurato.