Contaminare mondi differenti: tutti sulla Terrazza di Joydis per raccontare il made in Italy
Le commistioni di un’agenzia di comunicazione che rifiuta i compartimenti stagno e crea occasioni di incontro tra realtà anche molto differenti tra loro. La parola all’a.d. Elisabetta Nicolini

Elisabetta Nicolini
Sposare la filosofia dell’omnichannel, provare strade alternative, commistioni anche rischiose, rinfrescare le strategie: è un sunto dell’attività intrapresa da oltre 20 anni da Joydis, agenzia cresciuta tra PR, eventi, attività di influencer & talent management, nel segno dell’emozionalità. Una storia che non poteva non arrivare al cinema! Da un paio di anni, l’agenzia è protagonista di un format/evento chiamato la Terrazza, ormai di casa a Venezia e da poco anche a Cannes… Incontriamo l’a.d. Elisabetta Nicolini (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Da qualche tempo, Joydis si distingue nel panorama delle agenzie di comunicazione per il suo format “La Terrazza”; siete reduci da una ‘puntata’ in quel di Cannes e state preparando l’approdo a Venezia: Joydis è il cinema, come operate in questo campo? Un sunto della trasferta francese e cosa dobbiamo attendere dalla Laguna?
«Da parecchi anni costruiamo attività all’interno del Festival del Cinema di Venezia e nel 2023 abbiamo concretizzato quella che riteniamo essere l’espressione naturale del nostro percorso ventennale, ossia ‘La Terrazza’; non solo un progetto, ma una visione, uno spazio fisico, ma anche simbolico e narrativo. L’idea di un made in Italy raccontato attraverso le esperienze. Arrivare a Venezia, dopo venti anni di lavoro, è stato lo sbocco naturale. Lavoriamo sulla contaminazione tra comunicazione e cinema in perfetta armonia, la stessa che nasce dalle differenze; riuscirle a metterle insieme porta alla bellezza».
A Cannes avete posto l’accento sul racconto dell’italianità: quali devono essere le qualità di un’agenzia per renderla capace di raccontare il made in Italy?
«Serve la capacità di avere una visione trasversale, che sappia muoversi tra cultura, impresa e comunicazione in modo da poter costruire un ambiente, anche sensoriale, che sappia esprimere l’idea del nostro Paese, attraverso la creazione di ponti e non di confini. Mondi diversi che si trovano nello stesso contesto arriveranno a narrare in maniera naturale il ‘loro’ made in Italy».
Come Joydis vi muovete in diversi settori: in quale vi sentite veramente dei fuoriclasse?
«Nel creare ambienti relazionali fra realtà differenti e far sì che chi partecipa non li viva come qualcosa di passivo, ma come l’immersione all’interno di un’esperienza costruita per loro, personalizzata».
Come state inglobando l’innovazione e l’appoggio dell’intelligenza artificiale?
«Con estrema positività, come un vero e proprio supporto, da utilizzare con diverse sfaccettature; e magari, a breve, sapremo trasportare l’innovazione anche nel nostro format, per creare, aiutare le citate contaminazioni, per definire un ulteriore tassello della nostra attività».
I prossimi obiettivi di Joydis?
«Mantenere ben chiara la visione della contaminazione, per creare connessioni e contenuti e raccontare il made in Italy, che non è solo un marchio ma una modo di essere, tra cultura, artigianalità, pensiero, design, cose che possono essere espresse da tutti».