Autore: Redazione
13/10/2020

Taeda, la boutique della comunicazione che ti rende speciale

Da Verona con passione e verticalità: la storia della giovane creatura inventata da Simone Puliafito, tra creatività, progetti dedicati e una strategia web completa

Taeda, la boutique della comunicazione che ti rende speciale

Simone Puliafito

Comunicazione, basta la parola. Ma è solo un’impressione. Al netto della figuraccia epocale che caratterizza i media, non solo nostrani, in quest’epoca storica eufemisticamente disagiata, comunicare è un atto che viene spesso dato per scontato, ma che invece nasconde insidie, vuoi perché i suoi meccanismi sono risaputi, e quindi lo scoglio della ripetitività è difficilmente superabile, vuoi perché l’aggiornamento spesso si trasforma in una chimera. E in un mercato, come quella attuale, in cui la rete detta legge, i cambi sono repentini. Occorre quindi distinguersi, per tecnica, ma anche per capacità per così dire umane. Un mix che profuma di antico, direbbe qualcuno, un insegnamento che viene da lontano, e forse per questo spesso dimenticato. Simone Puliafito, CEO e Founder di Taeda, agenzia di comunicazione integrata di Verona (che ha appena accolto la nuova Graphic Designer, Valentina Bissoli), è probabilmente mosso da uno spirito nostalgico, perché alla precisione dei dati accosta un atteggiamento affettuosamente familiare nei riguardi dei propri clienti. Curiosi come sempre, lo abbiamo contattato per raccontarci le sue modalità di lavoro.

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Valentina Bissoli, la nuova Graphic Designer

 

Come e quando nasce Taeda?

«A Verona, città in cui ho cominciato il mio apprendistato in qualità di ufficio stampa dell’Hellas Verona. Le mie esperienze sono proseguite nel ramo della comunicazione ospedaliera. Da quel momento, nel 2014, ha cominciato a prendere piede il progetto Taeda, con un’attenzione particolare per il social media marketing. Gli interessi si sono via via allargati e oggi l’agenzia conta 12 persone, all’interno di una struttura verticale, con l’obiettivo di rendere il cliente distintivo, riconoscibile fra mille, grazie a un’offerta integrata tra on e offline».

Cosa offrite nello specifico?

«Una strategia marketing completa: content, social, website e e-commerce, graphic design, Google ADS, Photo e Video, SEO. Per il nostro cliente siamo come una sorta di ufficio marketing».

L’ambito social oggi come oggi non ha rivali, rimane un vostro focus?

«È fondamentale, certo, ma siamo consapevoli che in rete tutto può cambiare da un momento all’altro, ecco da cosa dipende la nostra verticalità, il nostro essere specializzati in più ambiti. Non sappiamo come potrebbe svegliarsi domani Mark Zuckerberg, un tempo credevamo molto in MSN Messenger… ».

Il punto di partenza quindi potrebbe essere la proprietà

«Esatto: l’importanza del proprio sito, sempre aggiornato, di un house organ, di una possibile newsletter».

Con quali settori vi interfacciate maggiormente?

«Luce, gas e fibra, quindi tutto ciò che fa energia, ambito che ha un potenziale infinito. Operiamo con costrutto anche nella Sicurezza sul Lavoro: faccio l’esempio di Studio Essepi, il cui sito da noi rinnovato ha in breve tempo raccolto un traffico medio di 1.2000.000 utenti, grazie anche ai costanti approfondimenti presenti sul blog interno. Ancora energia, ma quella rinnovabile: lavoriamo con una multinazionale tedesca, BAIWA-r.e. cui offriamo una strategia content, per poi passare sui social, Facebook e LinkedIn e, per finire, una newsletter (che viene prodotta anche per Enrico Mantovanelli, consulente finanziario, e Zetalinea, che commercializza stufe e camini a legna e gas). In controtendenza, non tralasciamo la carta».

Oltre la newletter?

«Sì. Redigiamo una rivista che si chiama Vision, un mensile che raccoglie tutte le tematiche da noi affrontate, con una tiratura di 60 copie inviate a i nostri clienti, anche quelli potenziali. È un modio per conoscersi e approfondire il rapporto, in un mercato estremamente frenetico. All’interno di Vision raccontiamo, spieghiamo, chi siamo, cosa facciamo, cosa possiamo offrire, in che modo possiamo rendere unico il cliente. È un qualcosa di differente, che sembra nuovo, il piacere di avere sulla scrivania qualcosa di tangibile».

Un modo per coccolare il cliente.

«Un’attività che completiamo con una serie di iniziative speciali, esperienze esclusive, come per esempio selezionare i nostri primi dieci budget e invitarli in una cantina di Trento, con viaggio personalizzato e tutti i confort possibili. Clienti che poi ci raccontano l’esperienza in video interviste che vengono riverberate a tutti, soprattutto a quelli che un giorno potrebbero essere selezionati a loro volta tra quei 10. È una strategia che ci sta premiando: il tasso di fidelizzazione è altissimo, c’è stato un piccolo turnover durante il lockdown, che ha riguardato il ramo eventi e dintorni, ma chiuderemo comunque l’anno con una crescita del 6-7%».

Che settori vi piacerebbe coprire?

«In primis il mercato del vino, ma è difficile entrarci, è dominato da logiche patriarcali, e la comunicazione viene vista come un accessorio, come un riempitivo. È un mondo molto affascinante, ma dall’approccio sin troppo pragmatico, dove non regna la concorrenza, la frenesia e c’è il grosso sostengo delle sovvenzioni fiscali. Certo, oggi con l’e-commerce qualcosa si è aperto, ma si gioca sempre sul prezzo, quando invece il vissuto del vino è molto romantico. Un altro segmento è quello della ristorazione, soprattutto all’interno di una città come Verona, che è una piccola Roma, ricca di storia, suggestioni».

Qui potremmo pure entrare in un discorso turistico.

«Certo, ma ci sono troppi campanilismi, che portano a un’eccessiva frammentazione. Certo, sarebbe una grande opportunità. Ma diamo tempo al tempo».

Siete impegnati in qualche gara?

«Non lavoriamo per consultazioni, andiamo direttamente dai possibili clienti: il contatto diretto, arricchito da una Communication Box, proprio così, con all’interno la nostra storia, tutto il materiale pratico, la check list per monitorare il sito. La personalizzazione inizia dal primo approccio».