Autore: Redazione
23/10/2023

Sport, tra digitalizzazione, sostenibilità e organizzazione, la strada tracciata da Sporteams

La storia in divenire della start up toscana, la cui suite veicola informazioni di natura sportiva, fiscale ed organizzativa, semplifica le attività quotidiane e connette protagonisti e sponsor. Le parole del founder Luca Bassilichi

Sport, tra digitalizzazione, sostenibilità e organizzazione,  la strada tracciata da Sporteams

Luca Bassilichi, founder di Sporteams

Lo sport alle prese con cambiamenti e innovazioni. Che c’è di strano? Tutto in regola, come capita nei vari settori della nostra quotidianità o quasi. E poi, occorre sottolinearlo: a livello popolare, affrontare tematiche legate alle attività sportive significa essenzialmente parlare di grandi eventi, di un pallone, in crisi quanto si voglia, ma pur sempre centro numero uno dell’intrattenimento nazionale (altre discipline presenti, ma sempre a dovuta distanza). Lo sport però inizia, progredisce e vive anche e soprattutto in ambito dilettantistico, trampolino di lancio, direbbe qualcuno, realtà radicata, iper attiva e disorganizzata nella sua attuale fotografia. Arriva in soccorso sempre lei, la chiacchierata innovazione che porta con sé quesiti immancabili e necessari: il digitale può contribuire a gestire le attività dei club ed essere un supporto concreto? È possibile coniugare sostenibilità, digital e sport? Le risposte arrivano da una start up toscana, si chiama Sporteams (https://www.sporteams.it/) e il suo founder è Luca Bassilichi (ospite anche di DailyOnAir - The Sound Of Adv), pronto a prenderci per mano tra scartoffie, ritardi, burocrazie e possibili, quando non assolutamente fattibili soluzioni. 

Da quali presupposti nasce Sporteams e quali obiettivi si prefigge?

«Dal 2018 siamo operativi nella digitalizzazione del mondo sportivo, soprattutto a livello dilettantistico, dalle scuole, passando per le giovanili, fino ad arrivare alle prime squadre. Lavoriamo sui bisogni di base dello sport dilettantistico, siamo un punto di raccordo tra federazioni, associazioni, soci, sponsor, stakeholder. L’obiettivo è organizzare nei suoi vari punti, nelle sue molteplici attività una disciplina, tra calendari, programmazioni, gestioni, omologazioni dei campi di gioco. Rendiamoci conto che viviamo, grazie ai progressi digitali, un periodo propizio e sempre più fortunato. Prima era difficile, se non impossibile, raggiungere le diverse parti, tra lettere, fax, mail. Ora possiamo affidarci agli algoritmi, che hanno permesso di agevolare, semplificare, velocizzare e rendere più precisi i vari processi».

In cosa consiste la vostra offerta?

«Partiamo dalla consapevolezza che si tratti di una sfida non facile, che si vince solo innovando le organizzazioni, inserendo nuove figure, introducendo la formazione continua e ponendo l’attenzione sugli investimenti in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Sporteams ha ideato delle app che contribuiscono a far risparmiare in media il 30-40% di tempo per gestire le varie attività quotidiane di una società, anche grazie alle automazioni presenti nelle stesse, soprattutto per ciò che riguarda la fiscalità e contabilità, elementi che azzerano errori e sviste. La suite Sporteams è un’unica piattaforma in cui poter veicolare informazioni di natura sportiva, fiscale e organizzativa, semplificando così le attività quotidiane e connettendo sia i membri della società sportiva sia gli sponsor, diventando così una vetrina per le aziende del territorio. Solo in Toscana esistono più di 5000 società sportive, almeno 75.000 dirigenti e circa 400.000 tesserati con le relative famiglie. È facile, quindi, pensare ai vantaggi per tutti questi utenti, anche solo considerando l’organizzazione del tempo, la cosiddetta banca dei tempi: sapere quando c’è una partita, quando vengono effettuati gli allenamenti, quando cambiano gli orari delle attività, quando scadono i certificati medici. Per non parlare poi degli incassi e dei pagamenti».

Solitamente si parla di grandi aperture, presenti e future, dovute all’innovazione, ma anche dei ritardi, economici e culturali legati ai processi di digitalizzazione. Come è la situazione in Italia?

«La riforma dello sport ha portato a considerare un’associazione sportiva come un’azienda, impegnata anche sul tema della sostenibilità e dei servizi per le comunità. Purtroppo soffriamo tra rinvii, esitazioni, ritardi dovuti alla burocrazia: c’è una ‘lotta’ continua tra il dipartimento Sport e Salute, il Coni, che sarebbe la massima autorità sul campo, regioni, comuni, amministrazioni, ministeri. In generale, in Italia soffriamo non poche difficoltà, ricerche e dati non mentono, tutto questo costa, serve circa un anno e mezzo perché il 76% del corpo sociale utilizzi bene i prodotti. La nota accelerazione post pandemica ci ha aiutato, ma le difficoltà permangono. Servirebbero chatbot molto strutturati, abbiamo investito due milioni di euro, abbiamo 800 clienti veri, anche molto premium come le federazioni, ma non siamo a break even».

Cosa serve per uscire fuori da questo impasse?

«Investire, perché abbiamo di nuove figure di comunicazione e marketing, che sappiano muoversi all’interno dei ‘nuovi mestieri”, che però vanno retribuiti. Purtroppo in Italia siamo troppo legati al consenso, ai costumi, ai diritti tv. Occorrono progetti, anche solo triennali. La digitalizzazione vuol dire sostenibilità e politiche di marketing, ma ci sono delle forze opposte molto forti».

Quali saranno i prossimi passi di Sporteams?

«Siamo alla ricerca di un partner importante, e vogliamo cogliere tre momenti: la riforma che obbligherà leghe semi e dilettantistiche a digitalizzarsi, con conseguenti piani che contemplino comunicazione, innovazione e vendita; cogliere progetti legati al PNRR; lavorare sulle comunità con progetti paradigmatici che invitino ad agire. Vogliamo partecipare alla costruzione di una rete di persone che abbiano a cuore la creazione di un network che possa offrire soluzioni buone e pratiche».