Il caso Facebook cambia il SEO
Recentemente, la società britannica di data mining Cambridge Analytica è stata al centro dei fatti legati a Facebook sull’utilizzo della profilazione e del micro-targeting nelle elezioni politiche e ciò favorirà una delle poche attività digital “Privacy friendly”, vale a dire il SEO
Al via oggi la nuova rubrica di Bruce Clay Europe per DailyNet. Uno sguardo sul mondo del SEO e sugli ultimi trend del marketing digitale, a cura del Partner di Bruce Clay Europe, Ale Agostini. Si parte con il caso Cambridge Analytica, al centro dei riflettori in queste ultime settimane.
di Ale Agostini
Vediamo i fatti: in sintesi Cambridge Analytica profilava gli individui usando i dati di Facebook raccolti con un questionario che prendeva i dati via API. Il tema del dibattito è che questi dati sono stati riutilizzati senza l’OK di Facebook per distribuire dei messaggi altamente personalizzati per campagne di marketing politico.
Questa profilazione fatta da Cambridge Analytica (CA) è diffusa nelle campagne a pagamento di digital marketing: da tempo gli operatori di marketing e broker di dati raccolgono o comprano dati sulle persone (cronologia di navigazione, dati sulla posizione, amici, ecc.) e li utilizzano per derivare o prevedere comportamenti di acquisto o avere informazioni aggiuntive su di te. Cambridge Analytica ha fatto la stessa cosa aggiungendo test Psicometrici, simili a quelli usati nella selezione del personale. Rivendendo i dati per campagne politiche senza il consenso di Facebook in un periodo in cui le API di Facebook fornivano tutto sull’utente.
La profilazione e la ricerca di informazioni per prevedere la capacità di rimborsare un prestito è pratica usata da anni nelle banche e finanziarie; ho personalmente lavorato con un istituto di credito europeo per integrare i dati del profilo social con i dati interni del CRM. Molte forme “innovative” di pubblicità e remarketing sfruttano i cookie per fare una profilazione dettagliata.
Quindi, l’utilizzo della profilazione per micro-target è una pratica comune ed è alla base del “marketing di tipo push”, sia per finalità politiche che commerciale, sia dentro le condizioni di servizio o fuori (come CA). Il medico non ci ha ordinato di usare i social tutti i giorni “n” volte al giorno (come Actimel), sapendo che ci spiano anche dal microfono. Usando i dati che gli utenti hanno volontariamente dato, Facebook e CA hanno cercato di “manipolarvi” come fanno in tanti e nelle urne hanno votato gli americani, non Facebook.
C’è solo un tipo di “marketing digitale pull” che si salva da tutto questa manipolazione e rispetta la privacy del navigatore online: il SEO o posizionamento su motori di ricerca generali o verticiali. Cerco qualcosa su Google, YouTube o Amazon (si può fare SEO anche qui da anni) e mi appaiono una decina di risultati organici che battono gli altri 1 milioni di pagine. Dandomi la risposta di cui ho bisogno al momento giusto senza grandi profilazioni.
Quindi se la vostra azienda sta riconsiderando il peso degli investimenti in Facebook e Remarketing anche in vista del GDPR, allora come prima mossa mettete oggi al centro il SEO strategico e tecnico.
Lunga vita al SEO l’unica forma di marketing digitale organica e a prova dei futuri scandali privacy che ci attendono. Dimmi cosa ne pensi su LinkedIn o sul blog www.aleagostini.com.