Snapchat apre al targeting con dati provenienti da terze parti con Oracle
Oracle Data Cloud comincia a fornire informazioni sugli acquisti offline degli utenti. Per l’app tutto questo significa una maggiore credibilità agli occhi di investitori e inserzionisti

Seppur con le sue particolarità, Snap comincia ad assomigliare sempre più ai suoi rivali, almeno per quanto riguarda le capacità di targettizzazione dell’audience. La compagnia, infatti, ha siglato un accordo con Oracle Data Cloud, per aiutare i marketer a utilizzare i dati relativi agli acquisti offline, come per esempio le carte fedeltà dei supermercati, per profilare consumatori con annunci potenzialmente più rilevanti su Snapchat. La partnership consentirà agli advertiser di comprendere anche in che modo le campagne sulla piattaforma influiscono sugli acquisti nel mondo fisico. È la prima volta che Snapchat utilizza dati di terza parte per il targeting, mentre Facebook, Google e Twitter hanno un’intesa simile sempre con Oracle Data Cloud.
Snapchat apre a targeting e misurazione
La novità segue il lancio dello scorso settembre di Snap Audience Match, uno strumento che consente ai marketer di utilizzare liste di indirizzi email esistenti e Mobile ID, per poi collegarli in forma anonima con quelli della nota app, migliorando così l’efficacia del targeting. Da quando Snapchat è stata criticata per essere poco trasparente e indietro rispetto ai competitor in tema di targeting, l’app si è mossa velocemente per colmare il gap e ha oggi all’attivo una quindicina di partnership con compagnie di misurazione. A coronamento dell’evoluzione di Snapchat verso una piattaforma più appetibile agli occhi degli inserzionisti è stata varata un’API, per automatizzare la compravendita pubblicitaria. Il ceo di Snap, Evan Spiegel, non vuole che il retargeting selvaggio provochi fastidi alla sua utenza, ma la mossa è un atto dovuto per convincere potenziali investitori della bontà del business. E accaparrarsi i budget pubblicitari dei rivali.