Snap prepara il lancio di Snap to Store
Lo strumento per misurare in che modo le campagne sul social guidano gli utenti verso specifiche location
Se da una parte Facebook sta copiando le funzionalità di Snapchat, quest’ultima sta a sua volta costruendo nuovi strumenti pubblicitari a partire dall’esperienza del social media fondato da Mark Zuckerberg. Snap, infatti, starebbe lavorando al roll out di Snap to Store, attraverso cui i marketer saranno abilitati all’utilizzo del tool per misurare in che modo le loro campagne su Snapchat guidano gli utenti verso specifiche location, come per esempio negozi, ristoranti o cinema.
Dai primi test all’allargamento del raggio d’azione
Il prodotto è in fase di test dall’anno scorso con alcuni inserzionisti, tra cui Paramount Pictures e 7-Eleven. E adesso verrà esteso a nuove categorie di brand, dal retail ai fast food fino all’automotive, fornendo anche un numero maggiore di dati e una dashboard semplificata. In un documento inviato alla Securities and Exchanges Commission (SEC) Snap ha notato che una campagna veicolata con degli sponsored geofilters per promuovere il sandwich Jalapeño Fresco Chicken di Wendy’s ha generato 42mila visite incrementali nei vari punti vendita della catena in una sola settimana.
Il funzionamento di Snap to Store
Come funziona in concreto questo strumento di misurazione? Una volta che un utente entra in un punto vendita Wendy’s scatta una foto o gira un filmato applicando un filtro promozionale e quindi veicola i contenuti sulla piattaforma, sia nella sezione Storie sia per forma diretta. Quindi Snap to Store traccia se gli amici dell’utente che ha pubblicato il contenuto, hanno poi visitato il ristorante nel corso della settimana successiva, considerando anche se chi non ha visto un annuncio è poi andato in negozio. Ciò permette di fare confronti sull’efficacia della pubblicità. La società metterà a disposizione anche dati aggregati sul target che ha visitato uno store dopo essere stato esposto a un annuncio su Snapchat. Snap to Store è disponibile per gli advertiser che spendono una certa “cifra” sulla piattaforma, anche se la società non ha specificato quale. Per accedere ai dati di locazione degli utenti, l’app deve essere aperta dagli stessi dopo l’opt-in in fase di installazione. La compagnia non può raccogliere informazioni se gli utenti non aprono l’app né programma di condividere dati specifici con gli advertiser sui consumatori.