Proximity marketing: in aumento la consapevolezza tra gli addetti ai lavori
Il settore sta crescendo velocemente, con i beacon al top e qualche questione ancora in sospeso. L’obiettivo è quello di offrire una migliore targetizzazione e una raccolta di informazioni sul comparto clienti ancora più dettagliata rispetto al recente passato
Sono sempre di più i marketer che stanno approcciando la proximitytechnology, nel tentativo di meglio targettizzare i consumatori e raccogliere più informazioni sul comportamento dei clienti. A spiegarlo è una ricerca condotta a luglio 2016 da Unacast ripresa da eMarketer, per cui oltre il 50% delle aziende legate a industry come retail, turismo, viaggi e sport sta già utilizzando strumenti legati al marketing di prossimità.
Beacon al top
Esistono diverse soluzioni tecnologiche per implementare piani di proximity marketing come i beacon, il GPS o il geofencing. Stando a quanto indica l’analisi di Unacast, i provider tecnologici offrono per la gran parte beacon (94%), seguiti da GPS o geofencing (54%). L’indagine è relativa al secondo trimestre dell’anno.
Beacon difficili da maneggiare
Se il grande sviluppo dei beacon tra i marketer è un fatto innegabile, ciò non significa che questi li sappiano utilizzare in modo efficace. A febbraio 2016, infatti, Retail Systems Research ha affrontato la questione con risultati non del tutto incoraggianti. Solo il 23% dei retailer americani che ha adottato i beacon in-store è soddisfatto mentre un altro 22% gli ha installati ma prevede cambiamenti. Con il 32% ancora non dotato di quella che promette di essere una delle più rilevanti tecnologie marketing.
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