Autore: Redazione
17/11/2022

La presa di coscienza ha il palcoscenico meritato: Hoopygang allo IAB Forum certifica l’importanza dell’influencer mktg

Doppia incontro con l’Influencer Management Platform & Creative Company, tra fotografie di scenario e i prossimi passi dell’agenzia, il racconto di Marajeva Zizza, Head of Sales & Account, e del CEO Simone Pepino

La presa di coscienza ha il palcoscenico meritato: Hoopygang allo IAB Forum certifica l’importanza dell’influencer mktg

Marajeva Zizza, Head of Sales & Account in Hoopygang

Che l’influencer marketing si ormai divenuto una leva di comunicazione sempre più forte, sempre più presente è indubbio, eppure qualche secca di resistenza fatica a mollare la presa, si sa che le tradizioni, soprattutto all’interno di ambiti radicati, sono difficili da valicare. Intanto, però sono spuntate le prime  agenzie specializzate, una delle più celebrate è Hoopygang (https://hoopygang.com/), Influencer Management Platform & Creative Company, protagonista allo IAB Forum. Ne abbiamo approfittato e abbiamo chiesto lumi a Marajeva Zizza, Head of Sales & Account in Hoopygang (protagonista della puntata di DailyOnAir - The Sound Of Adv presente su questo numero).

Siete a IAB Forum, la vetrina dedicata al Web & Digital Marketing, cosa significa questo debutto?

«Si, è la prima volta che Hoopygang partecipa con uno stand allo IAB Forum, questo perché vuol diffondere, ancor di più, il valore aggiunto che l’IM porta all’interno di un media mix digitale. Infatti, in un mondo sempre più incentrato sui social, in cui è possibile rintracciare qualunque tipologia di target, Hoopygang si pone come supporto a 360 gradi per i brand, garantendo una qualità sia in termini di creator che di KPI. Hoopygang è l’Influencer Management Platform & Creative Company che ha fatto dell’asset tecnologico la sua punta di diamante, collocandosi tra i primi player in Italia ad aver costruito uno stack proprietario dedicato al mondo dell’influencer marketing. A IAB Forum portiamo la ns esperienza e competenza consapevoli della commistione crescente tra modi di comunicare dei brand verso canali del media mix che sempre più vedono le aziende optare per canali digitali rispetto ai tradizionali. In questo quadro, ci collochiamo con un’offerta dedicata a presidiare i canali Instagram e FacebookTikTok YouTube, andando a rintracciare e coinvolgere i talent maggiormente in linea con il brand, in base alle richieste del cliente ed all’obiettivo che ci viene chiesto di raggiungere. D’altronde, così come sono diverse le piattaforme social, allo stesso modo lo sono le tipologie di talent che possiamo coinvolgere: dal micro content creator, alla celebrity, ai talent facenti parte in esclusiva di Hoopy Talent (la nostra talent agency), soddisfacendo qualunque richiesta del brand e raggiungendo, appunto, qualunque target. Inoltre, oltre ad un supporto dedicato alla parte creativa-strategica e dei talent, Hoopygang mette a disposizione dei brand la possibilità di lavorare non solo sulla parte alta del funnel (da sempre principale punto dell’IM) ma anche di scendere in quella più bassa, garantendo delle azioni dell’utente ingaggiato e, quindi, delle performance.

Avete qualche caso di estremo successo di cui andate particolarmente fieri?

«Guardando la nostra pipeline 2022, anno sicuramente non semplice che ha visto una via d’uscita da una pandemia ma anche l’inizio di una guerra, il trend che noto con piacere è che la maggior parte dei clienti continua a mettere comunque tra le prime scelte da inserire in un media mix attività di Influencer Marketing, diventando sempre più un mercato “orizzontale”. Infatti, se fino a qualche tempo fa, eravamo abituati a vedere influencer che sponsorizzavano per lo più brand del beauty o del fashion, ad oggi, spingono con la stessa forza, anche settori diversi: dal Finance alla GDO, dal Pharma al Beverage, dall’Automotive al Petfood. Se devo però citare delle case di successo in casa Hoopygang, non posso non pensare a due campagne in particolare, una del settore Assicurazioni ed una del settore Telco, per la loro ottima riuscita. In entrambi i casi, Hoopygang si è occupata di tutti i pillar fondamentali per la struttura di un’attività di questo tipo: la parte creativa, la scelta dei talent maggiormente in linea, ed il calcolo dei KPI garantito pre-campagna. La prima attività aveva come obiettivo la brand awareness, la seconda il costo per sessione, quindi un atterraggio in landing qualitativo. Successi raggiunti sicuramente da un lato grazie alla nostra piattaforma tecnologica proprietaria, Relations, che ci permette di selezionare i profili maggiormente in linea con il brand e, dall’altro, grazie al nostro metodo HOS che, tramite la sponsorizzazione direttamente dal profilo del talent, dà un boost ai contenuti tale da ampliare notevolmente la reach organica sia della fanbase del talent che di altre complementari da un lato, e di lavorare anche in ottica di performance dall’altro, avendo quindi la possibilità di poter garantire al cliente anche degli atterraggi in landing, delle lead, dei download ecc.

Ci sono dei trend che sono emersi nel corso del 2022 e, se possibile, avete delle previsioni di loro futuro sviluppo o cambiamento?

«Su scala globale il mercato dell'Influencer Marketing presenta un volume di affari complessivo destinato ad arrivare a 16,2 miliardi di dollari entro la fine di quest’anno. In Italia è un settore altrettanto florido - secondo una ricerca firmata UPA, nel Paese tocca circa i 272 milioni di euro annui, cifra che sale oltre il miliardo se si considerano anche i progetti di branded entertainment e la crescente filiera della creator economy (corsi, merchandising, revenue dei canali, ecc.). Prevediamo che la Content Ecomony resterà il fulcro anche nei prossimi anni, in cui lo storytelling dei brand verrà declinato in misura crescente nei social come codice linguistico comune e quindi punto d’incontro tra brand e utenti finali, favorito dal media che ne resta un contenitore tecnologico ma perde la sua precedente centralità in favore dei messaggi di marca (detti dagli influencer)».

Incontro con Simone Pepino, CEO di Hoopygang

Uno sbarco improvviso ma ben visibile, a rimarcare l’ormai fondamentale importanza della materia all’interno della filiera della comunicazione digitale che guarda ai risvolti di marketing. Lo stand con i colori sociali, lo staff vigile, il CEO, Simone Pepino, in costante movimento. Ma siamo riusciti a bloccarlo per farci raccontare le ultime sull’influencer marketing e sulla società da lui guidata.

Come mai avete deciso di partecipare allo IAB Forum?

«Siamo arrivati in super last minute, abbiamo deciso alla fine perché l’influencer marketing è vero e proprio media digitale, quindi lo IAB è il posto giusto, anche se siamo gli unici verticali di settore a essere presenti. E poi a Rimini, al Web Marketing Festival, la scorsa estate, avevamo riscontrato nella gente accorsa questa rinnovata voglia di intervenire in simili contesti, di confrontarsi. Quindi eccoci qui. Siamo soddisfatti, abbiamo incontrato, parlato, ci siamo confrontati, non possiamo sapere  come e se le cose si evolveranno in vere e proprie conversioni ma tra contatti e road mapp non possiamo certo lamentarci.

Un breve prontuario per fare del buon influncer marketing…

«La credibilità del personaggio, la coerenza con il prodotto raccontato, la trasparenza nel meccanismo del lavoro, che si traduce nell’appoggiarsi a quello che i personaggi fanno. Occorre essere umili per creare un qualcosa di organico e liscio. È un do tu des tra le due parti, ma senza scontri».

Che cosa ha conquistato l’influencer marketing?

«Si è sdoganato dal vetusto accostamento con l’ambito PR, magari ancora non del tutto, ma intanto ci si è accorti che si tratta di un media, governato da numeri, che devono essere chiari, in modo tale da poterlo posizionare in maniera appropriata all’interno del media mix. L’auspicio che posiamo fare è allora quello di continuare su questa strada. Non è più possibile chiedersi come sia andata la campagna di IM in termini superficiali, un’attività del genere non deve risultare ‘carina’, deve essere misurata e messa allo stesso livello delle altre leve della comunicazione e del marketing, perché stiamo parlando del mezzo del momento, anche se qualcuno fa ancora finta di nulla. In larga parte ci sono arrivati tutti, ma i buchi da colmare non sono pochi, dovuti soprattutto a carenze strutturali, non esiste un Audi dell’influencer».

Quale sarà la vostra road mapp nel corso del 2023?

«Saremo concentrati sempre di più sugli aspetti tecnologici, su due punti in particolare: investire su uno strumento che sostenga gli influencer, che offra loro servizi qualitativi, affinché possano crescere; e poi far crescere il talent attraverso figure strategiche all’interno dell’agenzia, per un sostegno anche umano, al di là della tecnologia che è un po’ fredda. Infine, il passo evolutivo dei social marketing, il Metaverso, con influencer reali, non nativi tecnologici».