Autore: Redazione
05/10/2020

Pil, elaborare il presente e anticipare il futuro

I primi 14 anni dell’agenzia di comunicazione indipendente specializzata in progetti integrati con particolare focus sul digital raccontati dal CEO Carlo Bodrini

Pil, elaborare il presente e anticipare il futuro

Carlo Boldrini

Essere indipendenti, non solo un modo di dire, ma una filosofia organizzativa. Certo, all’interno di un mercato globale, con i suoi pro e contro, ma anche con la consapevolezza di potersi muovere secondo i propri precetti, con obiettivi via via cangianti, con soluzioni ogni volta appropriate all’attualità, con uno sguardo sempre vigile verso il dopo. Sì perché, a certi livelli, tener contro degli insegnamenti ricevuti rimane importante, ma adagiarsi su tradizioni e nostalgie è quantomeno pericoloso. Pil, agenzia di comunicazione indipendente specializzata in progetti integrati con particolare focus sul digital, festeggia il 14esimo anno di età che, nella numerologia karmica, simboleggia proprio l’esplorazione e il costante cambiamento: principi che sono alla base del Metodo Reverse, ideato da Pil e trascritto da Stefano Genovese in un omonimo manuale disponibile su Amazon e di cui uscirà presto una riedizione. Fin dagli inizi, nel 2006, la struttura è stata in grado di distinguersi dai competitor per la capacità di ascolto e la fluidità nella comunicazione, plasmandosi sui clienti e adattandosi ai cambiamenti di un settore in costante evoluzione - come quello del digital.

Anni di progressi, affermazioni, nascite

Nel corso di questi anni, Pil ha ottenuto diversi successi incassando dei riconoscimenti molto importanti come il Premio NC Awards per la miglior agenzia emergente nel 2017 e il premio, insieme a Casio, come miglior progetto nella ”Categoria Olistica”. Nel 2010, invece, nasce Ecopil, la divisione nata per soddisfare in maniera specializzata i servizi di natura etica, ecologica e sostenibile, con un occhio di riguardo verso l’ambiente anche da un punto di vista pratico. Tra le ultime novità, oltre a diversi progetti sperimentali e su piattaforme emergenti, sempre nel 2017 è stata inaugurata la Pil Rouge, la sede galleggiante nel Mar Mediterraneo, mentre nel 2019 è la volta della Pil Room, la stanza in cui si percepisce tutta l’identità vibrante dell’agenzia. Altra rivoluzione firmata Pil è stata l'introduzione del format “Press Night”, evento che porta una ventata di innovazione nel panorama dei classici press day milanesi e che nella sua ultima versione di marzo si è svolto in una nuova versione completamente digitale e completamente online.

Il 2020

Raccogliendo le sfide di questo 2020, l’agenzia ha saputo adattarsi ai cambiamenti e rispondere con il lancio della nuova piattaforma TheBuynder, ideata a supporto dei servizi b2b e per la vendita online in full outsourcing b2c. Ci siamo fatti raccontare tutto dal Ceo, Carlo Boldrini.

Quasi tre lustri di carriera: in che modo è cambiato il mercato in questi anni?

«La digitalizzazione in questi anni è stata senza dubbio l’ago della bilancia che ha decretato il successo e la dipartita di molte aziende, anche grandissime e celebri. Non è importante quanto sei bravo oggi, ma quanto lo sarai domani. Noi investiamo molto nei giovani, che ci danno energia e creatività; la generazione Z rappresenta i consumatori di domani e il loro approccio al lavoro è fresco e dinamico. Da sempre mi considero un “aggregatore di talenti”, sono in grado di intuire e sviluppare il talento degli altri. Non è nel mio interesse essere sempre sotto i riflettori, ho un team di validissimi collaboratori che sono esperti nel loro lavoro, e a cui ho sempre dato carta bianca con tutti i risvolti del caso, nell’interesse della loro crescita professionale e nella crescita dell’azienda stessa. In questo momento chi è capace di fare la differenza è l’imprenditore che non guarda al passato seguendo le orme di ciò che faceva 10 anni prima, ma è colui che sa elaborare il presente e ha il coraggio di anticipare le tendenze del futuro».

In che modo opera Pil?

«Pil opera nella continua evoluzione dei propri servizi e del metodo di lavoro. Il Covid ha in qualche modo forzato molte aziende a digitalizzarsi e a reinventarsi con servizi e prodotti che prima non facevano parte del ventaglio delle loro proposte. Noi siamo digitali e dinamici da sempre, abituati a plasmarci per soddisfare le richieste dei nostri clienti e del mercato: è proprio grazie a questa nostra natura che siamo riusciti a sopravvivere al lock down, mantenendo praticamente invariato il fatturato. Il nostro core business è appunto il digital, ci occupiamo di sviluppo web, content creation e production, adv, gestione social e press office, con un maggiore focus sulle digital pr, che vengono integrate all’interno di tutto il sistema. Nel 2020 abbiamo inoltre sviluppato una piattaforma B2B: TheBuynder».

Si parla spesso del Metodo Reverse, di cosa si tratta?

«Reverse è il metodo che abbiamo ideato e raccolto in un libro nel 2018, lo utilizziamo nel lavoro di tutti i giorni per fare impresa in modo eticamente sostenibile; è adatto a qualunque azienda, di qualunque settore. Oggi, per avere successo, un’azienda deve produrre profitto senza tralasciare il benessere di dipendenti e collaboratori sia in termini psicologici, sia sul piano economico. Dalla soddisfazione di chi lavora in un'azienda dipende la sua produttività e, di conseguenza, il successo dell'impresa stessa».

pil

Con quali settori di mercato lavorate maggiormente o con quali di essi vi trovate creativamente meglio?

«La moda storicamente ha rappresentato un core business del nostro lavoro, ma negli ultimi anni altre categorie merceologiche hanno iniziato a diventare una nuova opportunità su cui puntiamo molto. Parlo per esempio di food&beverage su cui lavoriamo con alcuni brand già da diversi anni, ma anche jewelry, beauty e prodotti di design. Ultimamente non da meno è il comparto del b2b, a supporto del quale proprio durante il lockdown abbiamo lanciato una piattaforma dedicata, The Buynder. Tendenzialmente, a prescindere dal settore in cui operiamo, ci mettiamo in gioco costantemente, pensando alla migliore strategia comunicativa per il brand e applicando il nostro metodo a ogni tipo di progetto».

Il 2020: cosa ha comportato sullo scenario e sulle sorti della vostra struttura?

«Indubbiamente, gli investimenti pubblicitari nel settore della comunicazione hanno subito un rallentamento: il comportamento degli eventi si è praticamente bloccato, lasciando respiro a pochi leader del settore che, con grandi budget, hanno potuto garantirsi qualche attività di questo tipo. Per noi è stato l’anno della consapevolezza, abbiamo capito che siamo sempre stati un passo avanti e che abbiamo la capacità di resistere anche ai grandi urti che storicamente ci possono essere in tutti i settori. Ciò che mi ha reso più felice è vedere come tutti i miei collaboratori si sono impegnati per rimanere vicino ai clienti, nonostante le barriere fisiche imposte dal lockdown».

Desideri e obiettivi: ci sono dei segmenti che non avete ancora trattato e con i quali vi piacerebbe impegnarvi?

«In quarantena abbiamo avuto la conferma di quanto il segmento food in Italia sia forte e limitatamente influenzabile dagli andamenti dello shopping, senza dubbio è un comparto molto interessante sia dal punto di vista di sviluppo digitale che dal punto di vista della solidità economica. Anche il turismo in Italia ha ampi margini di miglioramento, la digitalizzazione della comunicazione nel marketing turistico ha ancora molta strada davanti ed è indubbiamente un segmento che in Italia non può che prosperare. Stimoli interessanti arrivano anche dall’estero, su cui stiamo facendo ricerche».

Ancora 2020: per certi versi non fa testo, visti gli accadimenti, ma in che modo lo chiuderete?

«Le grandi crisi portano anche grandi opportunità e, quando hai pochi fondi da investire, ti affidi ai consulenti che nel tempo hanno meritato la tua fiducia e la tua stima. Grazie ai nostri continui investimenti non solo nelle strutture e nella tecnologia ma anche e soprattutto nelle persone, riusciremo a chiudere l’anno limitando al massimo - per quanto possibile - le perdite economiche e con un team sempre più forte e motivato. Le aziende sono fatte di persone e per noi lavorare in Pil non vuol dire solo recarsi in ufficio, ma vuol dire credere in un progetto comune che in qualche modo ci collega all’archetipo di famiglia, dove ognuno ha solide basi su cui crescere».

Avete qualche campagna in rampa di lancio che può essere già anticipata?

«In Pil abbiamo molti progetti che decolleranno a breve, tra cui la nostra divisione Eco Pil, che presenterà a breve un nuovo progetto e la nuova edizione di Reverse. Non per ultimo, ricollegandoci al segmento turismo, Casacon, un retreat collocato nella perla dell'adriatico (Sirolo) a cui stiamo lavorando con l’auspicio di aprire quanto prima».