Per il futuro dei media locali la sfida è una radicale trasformazione delle proprie logiche e l’integrazione con informazione online e social
È questa la strada indicata dai giornalisti EMEA, che hanno rivelato a Ogilvy, nel II° capitolo di Global Media Influence 2018 la propria visione sull’evoluzione della comunicazione
Raccogliere la sfida del cambiamento per scongiurare il rischio di essere sopraffatti da un mondo in continua evoluzione. È questa la direzione che i media locali devono intraprendere secondo i giornalisti di Europa, Medio Oriente e Africa. Un re-set delle proprie logiche e una sempre maggiore integrazione con il web e i social network per essere davvero efficaci anche in futuro. O quantomeno per sopravvivere. È quanto emerge dai risultati del secondo capitolo del sondaggio Global Media Influence 2018 che Ogilvy ha somministrato a 350 giornalisti in tutto il mondo e 117 nell’area EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa), sul tema del futuro della comunicazione.
Convergenza tra I media: croce o delizia?
A livello globale, più della metà dei giornalisti intervistati (55%) ritiene che la convergenza e l’integrazione tra i diversi media possa essere positiva per il settore. Non dello stesso parere le penne d’Oltreoceano, considerato che il 76% dei giornalisti nordamericani si dichiara in disaccordo e anzi ritiene questo scenario una vera e propria minaccia per l’informazione (42,2%).
L’importanza dei media locali
E una forte disparità di opinione tra Nord America e resto del mondo riguarda anche l’importanza e la salute dei media locali. Secondo i nordamericani, infatti, i media locali sono oggigiorno più importanti che mai (42%). Il motivo? In un mondo in cui ciò che accade nella porta accanto così come dall’altra parte del pianeta, arriva ai cittadini con la stessa facilità, l’accesso più diretto dei media locali a contenuti dettagliati e difficili da intercettare per le piattaforme globali, assegna alle testate locali un ruolo più che mai significativo nel riportare l’agenda delle notizie.
Delineare la narrativa di marca
“Oggi viviamo in un mondo in cui il concetto di influence è sempre più una chiave di comprensione della realtà”, ha dichiarato Luca De Fino, Head of Content, Social & PR di Ogilvy in Italia. “La facilità di accesso da parte dei consumatori alle informazioni, e ad una mole di informazioni mai vista prima, fa sì che anche le aziende debbano rivedere i propri linguaggi e touch point di comunicazione. È dunque sempre più necessaria una consulenza strategica da parte di esperti della comunicazione che possano aiutare i brand a delineare la propria narrativa di marca e scegliere i giusti canali all’interno di un panorama mediatico davvero multiforme e in continua evoluzione. Solo in questo modo i brand ricominceranno a parlare lo stesso linguaggio dei propri consumatori e stakeholder”.
Piattaforme integrate
È evidente, infatti, come oggi la distinzione tra i diversi media si faccia sempre più labile. Una realtà che, come sostengono i giornalisti dei Paesi EMEA, non può essere trascurata dai media locali. Secondo il 63% degli intervistati, infatti, è necessario un cambio di direzione, mentre per il 16% il loro declino è inarrestabile. C’è però qualcuno che sembra essere sulla strada buona per riuscire a rimanere al passo con i tempi. Per il 46% dei giornalisti EMEA si tratta della trasformazione delle testate giornalistiche in piattaforme mediatiche integrate, dove la notizia si declina con diversi linguaggi. Nel Nord America, invece, sta avendo la meglio la televisione (50,8%), che, trasformandosi in streaming tv, per i prossimi cinque anni sarà la regina dei media.