Autore: Redazione
28/11/2022

PDU Music, il futuro qualitativo della musica passa per l’NFT, parola di Massimiliano Pani

Un nuovo spazio dedicato ai collezionisti e agli appassionati, nato ufficialmente un mese fa, in continuità con lo storico e glorioso marchio fondato 55 anni fa. Un’occasione per parlare di uno scenario in stallo e di un futuro ancora da scrivere con il sostegno delle nuove tecnologie

PDU Music, il futuro qualitativo della musica passa per l’NFT, parola di Massimiliano Pani

Massimiliano Pani

Un disco ti salva la vita? Probabilmente no, ma parafrasare un antico claim adv può darci una mano per capire se il prodigioso ritorno d’interesse nei riguardi del mitico long playing sia reale o si tratti di una diceria. È una realtà che impatta in maniera determinante sul mercato? Oppure è solo un elemento di diversificazione in un mondo dominato dallo streaming? A chiarirci le idee arriva pdumusic.com, un nuovo spazio dedicato ai collezionisti, nato ufficialmente un mese fa, in continuità con lo storico e glorioso marchio PDU (fondato dal padre di Mina, Giacomo Mazzini, 55 anni or sono, per permettere agli artisti, Mina per prima, di seguire il loro percorso creativo facendo musica di qualità) con l’intento di produrre e commercializzare musica su supporto fisico, cioè dischi in vinile e nastri magnetici di alta qualità. Un’attività che sorge anche, coerentemente con il 2022, per produrre e commercializzare in quel supporto che rappresenta il futuro dell’arte in digitale: NFT, cioè Non Fungible Token. La musica prodotta da PDU, e distribuita esclusivamente attraverso il nuovo canale dedicato www.pdumusic.com, si avvale dell’utilizzo di apparecchiature tecnologiche vintage, e analogiche, che l’azienda ha sempre conservato e mantenuto in perfetto stato nei suoi studi di registrazione. L’intento è offrire all’appassionato un oggetto fisico collezionabile, restituendo il senso e il piacere del possesso che la musica cosiddetta liquida, ormai gassosa, ha perduto completamente. Gli album di Mina pubblicati da pdumusic.com conterranno musica non disponibile sulle piattaforme di distribuzione digitale, quindi reperibile solamente in formato fisico su album in vinile. Visto che ci siamo, approfondiamo l’argomento con il protagonista principale del progetto, Massimiliano Pani (protagonista anche della puntata di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Se la rete nei suoi 25 anni di “carriera” ha praticato l’inclusione di tutti (dall’informazione ai social), la nuova via di pdumusic è un messaggio in controtendenza?

«No, non lo è, credo invece sia nell’aria. Stiamo infatti ricevendo consensi da tanti, artisti e non, che vogliono entrare nel mondo del NFT. Sono consapevole, è fortunato, come tutti di avere la possibilità di sfruttare l’MP3 nei miei viaggi quotidiani, ma quando si parla di qualità allora non ci siamo; in quel caso servono file di differenti caratura oppure il vinile».

Questo significa puntare dichiaratamente su una nicchia?

«Non esattamente. Vogliamo dare l’opportunità all’audiofilo di usufruire di tre supporti di qualità: il nastro analogico, l’NFT, il vinile (più la pennetta USB con i file ad alta qualità che stiamo producendo solo su alcuni prodotti e su richiesta). Non si tratta di una sostituzione, è un’alternativa. L’MP3 è e sarà sempre con noi, ma la musica ha anche bisogno di spazio, di momenti differenti, di un suono diverso, magari a casa, con le cuffie, per ascoltare un altro tipo di emozione. Dal canto suo, l’NFT è l’unica soluzione fattibile per dare possibilità a nuovi artisti di emergere. Se non riproponiamo la catena dei diritti, attraverso cui un’artista riesce a guadagnare dal suo lavoro, non tireremo più fuori i nuovi Pino Daniele o i nuovi Prince. Vedere su YouTube un pezzo, fare uno streaming significa non guadagnare nulla, non avere un ritorno economico per l’artista, per la SIAE, per l’autore del brano, per l’editore. Un po’ quello che è successo con l’editoria; ma il libro ha la fortuna di poter contare su un bel supporto classicamente accettato, comodo, il libro».

Che leve di marketing devono allora essere utilizzate per promuovere un disco, un’artista?

«Deve cambiare la cultura: la musica gratis non esiste, come non esiste avere un paio di scarpe o un paio di occhiali gratis. YouTube è uno strumento fantastico, è un motore di ricerca utilissimo. Ma poi entro e vengo invaso da pubblicità, sotto c’è un banner e poi parte un’altra adv. Di quella pubblicità artista, casa discografica, editore, autore del brano non prendono quasi nulla, lo 0,001 euro a clic; un milione di stream equivale a 10.000 euro lordi, stiamo parlando del nulla non di qualcosa che possa permettere la costruzione di un’artista. E oggi il panorama è valido, purtroppo mancano gli investimenti». 

Se ne parla tanto: l’Italia è un Paese di vecchi, progressivamente sempre più anziano, ai giovani interessa sul serio la qualità?

«Non è sempre vero: ho due figli molto giovani cha sfruttano lo streaming ma che poi vanno a comprarsi il disco e non è merito mio, bensì qualcosa che nasce dal gruppo di amici. Ma è l’NFT il vero futuro, quello che potrebbe rimettere a posto la catena dei diritti: si vende, ci sono soldi reali che arrivano. È fantastico avere tutto gratis, ma questo porterà a un vuoto creativo, nessuno investirà più nella musica».

A che punto è la comprensione, l’interesse, l’accettazione della materia NFT da parte del pubblico?

«È un prodotto molto uovo che deve culturalmente affermarsi. È molto noto tra gi smanettoni. Dentro ha grandi potenzialità, perché al suo interno l’artista può metterci quello che vuole, cosa che non accade con altri supporti. C’è volontà di mettere creatività e idee dentro un supporto veramente libero, che puoi vendere a una comunità che lo compra liberamente, senza le meccaniche delle piattaforme streaming, o quelle radiofoniche o televisive. L’NFT è un bel contenitore, un oggetto da collezione che posso pure rivendere e quando capita una percentuale ritorna all’autore, è uno strumento di giustizia per certi versi».

Cosa farà PDU nel 2023?

«Tra gennaio e febbraio ci sarà un disco nuovo di Mina, di inediti, che uscirà solo all’interno di PDU, con un package molto bello, quindi subito da collezione. Faremo molti NFT e poi ci saranno uscite di Fossati, Mia Martini. Stiamo insomma costruendo un catalogo, una vera e propria alternativa di qualità».