Autore: Redazione
07/09/2017

Ogilvy Media Influence: i media tradizionali escono “rafforzati” dal fenomeno delle notizie false

Diverse le evidenze emerse nella seconda parte della Global Annual Survey dell’agenzia. I social i canali più a rischio per la misinformazione, che però non avrebbe eroso la credibilità e la fiducia nei mezzi di informazione, anche digitali

Ogilvy Media Influence: i media tradizionali escono “rafforzati” dal fenomeno delle notizie false

I risultati rilasciati nella seconda parte della Global Annual Survey, condotta da Ogilvy Media Influence e rivolta a più di 250 giornalisti ed editori, evidenziano un fatto rilevante: nonostante il pensiero comune, l’eccesso di misinformazione e il recente diffondersi di notizie false non avrebbe eroso la credibilità dei mezzi di informazione ma, al contrario, ha aumentato la fiducia nei confronti di quelli tradizionali. L’importanza del fact-checking L’indagine ha, infatti, rilevato che i giornalisti di tutto il mondo ritengono che un servizio migliore - come quello basato sul fact-checking e sull’utilizzo di fonti attendibili - sia necessario per combattere le fake news. I risultati, che identificano i social media come i catalizzatori del fenomeno delle notizie bufala, evidenziano ancora di più quanto già scoperto nella  prima parte della Ogilvy Media Influence survey, rilasciata a giugno 2017, dalla quale Facebook è emerso come il principale strumento di diffusione di notizie. Media tradizionali, digital e social “Se le aziende vogliono competere in un ambiente popolato da fake news, devono costruire e trasmettere fiducia nei consumatori sfruttando la triade composta da media tradizionali, digitali e social. Attraverso queste tre piattaforme, i brand hanno la possibilità di utilizzare un linguaggio sempre più autentico e vero per comunicare la loro identità e fare storytelling”, ha dichiarato Jennifer Risi, global chief communications officer di Ogilvy. Il ruolo della politica Un altro risultato emerso è dato dall’incredibile numero di intervistati che sottolineano l’influenza dell’attuale clima politico sul modo in cui i giornalisti riportano i fatti - suggerendo come il coinvolgimento sempre maggiore da parte dei giornalisti nelle attività politiche, e il dialogo che ne consegue, abbiano giocato un ruolo decisivo nella trasformazione delle strategie di raccolta delle informazioni.
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Risultati principali: <    Più della metà dei giornalisti nel mondo (52%) ritiene che i mezzi di informazione tradizionali siano la fonte più attendibile, seguiti dai siti web e dai comunicati stampa (22%). <    Il clima politico attuale ha cambiato il modo in cui i giornalisti hanno riportato le notizie negli ultimi 12 mesi. <    In EMEA il 41% dei giornalisti ha cambiato le sue modalità di reporting sulla base del clima politico <    Asia-Pacifico: il 34% dei reporter ha reinventato il proprio approccio <    A livello globale, i giornalisti ritengono che la principale causa dell’aumento delle fake news sia imputabile a: i social media (25%), una copertura mediatica tendenziosa (14%), errori di valutazione alterati da opinioni e pregiudizi (14%). I reporter in EMEA (14%) e in Asia-Pacifico (17%) ritengono, inoltre, che i soldi siano un fattore decisivo di questo aumento. Media tradizionali centrali nella comunicazione “L’utilizzo degli earned media non deve essere esagerato, dal momento che i brand che rappresentiamo fanno affidamento sulla fiducia e sulla credibilità dei canali di comunicazione che diffondono le loro storie. La minaccia dell’alterazione dei fatti e dalle notizie false è reale, ma i risultati della ricerca sono una chiara e positiva indicazione del fatto che i media tradizionali rimangono la punta di diamante dei moderni programmi di comunicazione”, ha aggiunto Risi.