OBI: punta sul servizio con il suo primo showroom a Milano e sulla brand awareness con BBDO e un piano al 2030 di investimenti adv in crescita
In occasione dell’apertura del p.v. in viale Piceno, l’A.D. Gabriele Gennai e la Head of Marketing & PR Manuela Genesio spiegano le strategie dell’Insegna

Gabriele Gennai e Manuela Genesio
Novità sul fronte della comunicazione per OBI – azienda leader nel settore del Fai-da-te e del giardinaggio con 644 punti vendita in Europa, di cui 56 in Italia – che ha inaugurato ieri il suo primo showroom a livello globale, situato nel cuore di Milano, in zona Dateo (viale Piceno 11), e pensato per offrire una consulenza personalizzata ai clienti, inclusi professionisti del design e dell’architettura. Nell’occasione, sono stati anche presentati i risultati della ricerca realizzata con GfK come parte del progetto “Intelligenza Manuale”, che ne esplora il significato e il ruolo delle competenze manuali nella creazione di valore, dalle singole relazioni umane al sistema Paese. «Lo showroom di Milano, cui ne potrebbe seguire un altro, segna un passo importante nella nostra strategia in Italia: non è solo un punto vendita, ma uno spazio consulenziale, un luogo dove le progettualità prendono forma attraverso l’esperienza e la relazione con professionisti - ha spiegato a DailyMedia e Dailyonline Gabriele Gennai, A.D. di OBI Italia, che è uno dei principali 4 Paesi come contributo al fatturato complessivo dell’Insegna tedesca, che è stato di 8,2 miliardi di euro nel 2024, e con un trend in crescita e quindi in contro-tendenza rispetto a quello negativo del settore -. Relazione è anche la parola chiave del progetto intrapreso sull’Intelligenza Manuale: secondo la ricerca di GfK, l’80% degli italiani ritiene che le attività manuali aiutino a sviluppare e rafforzare i rapporti sociali, ma è una ricchezza che stiamo perdendo nel tempo. Considerata la funzione che gli artigiani esercitano nel nostro Paese e il valore economico che ne deriva, riteniamo fondamentale generare maggiore consapevolezza sull’Intelligenza Manuale e promuovere, anche in ambito formativo e professionale, un sostegno più deciso da parte di tutto l’ecosistema. Lo showroom è quindi funzionale a sottolineare come OBI punti sempre di più sulla qualità e il servizio, e ad incrementare la nostra brand awareness.
Il piano
Lo showroom costituisce il primo investimento in Europa di questo genere da parte di OBI, a conferma della centralità strategica del mercato italiano per l’azienda, che proprio nel nostro Paese ha avviato la sua espansione internazionale nel 1991, con l’apertura del suo primo punto vendita al di fuori dei confini tedeschi. Da allora, il Gruppo ha consolidato progressivamente la propria posizione nel Paese e oggi conta in Italia circa 2.500 collaboratori e 56 punti vendita, da quelli di dimensioni più contenute, con una superficie di circa 1.500 metri quadrati, fino a store più ampi e completi. Questa strategia modulare consente a OBI di adattarsi in maniera precisa alle specificità territoriali, rafforzando la riconoscibilità del brand e rendendo l’offerta sempre più rilevante.
La strategia
«Per il lancio dello showroom OBI, è stata sviluppata una campagna in collaborazione con i nostri consolidati partner BBDO, per la creatività, e Wavemaker sul fronte media planning e buying, che comprende affissioni OOH e DOOH nell’area di Milano e investimenti digital, rivolgendosi a due target distinti: da un lato il cliente finale – in particolare le persone che intendono effettuare lavori di ristrutturazione – e dall’altro tutti quei professionisti, come architetti e interior designer, che possono beneficiare dei servizi offerti dallo Showroom OBI nel proprio lavoro – ci ha spiegato la Head of Marketing & PR Manuela Genesio -. A supporto del progetto strategico “Intelligenza Manuale” ideato da Havas PR, verrà sviluppata da BBDO la campagna “Mi dai una mano”, che prenderà vita all’interno dei nostri negozi e verrà veicolata tramite i media locali e i canali social di OBI Italia. Il piano di investimenti prevede già quest’anno un incremento a doppia cifra rispetto al 2024 e una strategia di crescita continuativa come da Piano fino al 2030, che potrebbe coinvolgere nel 2026 anche la tv anche se siamo ancora poco presenti al Sud del Paese: puntiamo già però sulla connected tv e in maniera molto forte sulla radio».