Autore: Redazione
21/01/2022

Le novità di comunicazione di Barilla per il 2022 iniziano dal nuovo logo ideato da Robilant Associati, che ha vinto la gara, e proseguiranno con campagne di Publicis Italia

Il Gruppo svelerà le proprie strategie il 26 gennaio: attese anche nuove linee di prodotto e adv dell’agenzia di riferimento di pasta e sughi

Le novità di comunicazione di Barilla per il 2022 iniziano dal nuovo logo ideato da Robilant Associati, che ha vinto la gara, e proseguiranno con campagne di Publicis Italia

Inizia dal nuovo logo - svelato in anteprima sui suoi social dal Gruppo di Parma – l’altrettanto nuovo corso di Barilla, che verrà presentato il 26 gennaio, con tutte le novità che segneranno il futuro della, a partire dal suo 145° anniversario. Il logo, che comparirà inizialmente anche sugli altrettanto nuovi pack di alcuni dei prodotti più iconici della pasta tra cui quella trafilata al bronzo, è stato ideato – secondo quanto risulta a DailyOnline – da Robilant Associati, che ha vinto la relativa gara. Nel nuovo logo, che diventa di un solo colore, sparisce il contorno bianco dallo storico marchio,  l'"uovo" progettato dal grafico e architetto parmigiano Erberto Carboni. Anche le lettere del marchio sono scritte con un carattere diverso rispetto al precedente font. Il colore forte è il rosso e in alto è riportato in modo chiaro l'anno di fondazione dell'azienda, il 1877. Ritoccato anche l'ovale all'interno del quale rimane la scritta Barilla. Una forma introdotta negli anni '50 con lo storico logo con i caratteri bodoniani che fu studiato da Carboni e che richiamava un uovo sodo tagliato a metà.

La storia

Il logo della Barilla è cambiato tante volte nel tempo e in diverse occasioni è stato protagonista di mostre a tema, assieme ai manifesti pubblicitari, che ne hanno fatto la storia della comunicazione. Nei primi decenni del Novecento c'era la figura del “Garzone”. Nel 1952 sempre Carboni vince la palma d'oro della pubblicità per la campagna Pasta Barilla nelle sale cinematografiche. È di quegli anni il logo che porta la sua firma. Nel 1969 l'ovale diventa un'ellissi; altri “ritocchi” fra il 1997 e il 2000. E ora la grande novità, che privilegia il rosso rispetto allo storico blu, rendendolo più scuro.  Il primo “logo” appare solamente nel 1910. La produzione e lo smercio dei prodotti Barilla si sono considerevolmente sviluppati e in quell’anno viene inaugurata fuori le mura del centro storico di Parma una vera e propria fabbrica per la produzione di paste alimentari, con una potenzialità produttiva di 80 quintali giornalieri. Non a caso, è proprio in questo momento importante della storia aziendale che Barilla sente il bisogno di dotarsi di un elemento figurativo che simbolizzi la propria identità. La raffigurazione utilizza uno stile tipico delle illustrazioni che cominciano proprio in quegli anni a diffondersi sulle riviste della nascente industria culturale italiana (Domenica del Corriere, Illustrazione Italiana)". La svolta ovale arriva negli anni Cinquanta: "Nel 1952 – si legge nell’archivio storico - l’azienda incarica Carboni, grafico e architetto parmense fortemente legato alla cultura figurativa del post-cubismo francese, di ripensare integralmente il logo. Anche se più volte rimaneggiata, è la sua intuizione iniziale che resta al centro del dispositivo visivo del logo attuale". In Carboni, l'uovo riemerge nella forma che lo ricorda "in modo ellittico e molto stilizzato, nel gioco tra fondo bianco e macchia di rosso". L'uovo si è via via "stirato" e l'ultimo restyling risaliva a vent'anni fa.

Identità visiva

Il cambio estetico del logo è un passo importante, punta di un elemento simbolo dell’arsenale comunicativo di un’azienda. Eppure, come viene detto sempre sul sito di Barilla che racconta l’evoluzione del brand, “fino a una quindicina d’anni fa, il logo è stato considerato come un elemento secondario, ai limiti del decorativo. Tra le varie possibilità di espressione della marca, tutta l’energia e le risorse sono state essenzialmente riposte nella comunicazione pubblicitaria. Piano piano però, le cose sono cambiate ed esiste oggi un relativo consenso sull’importanza di altre forme di espressione della marca”. Insomma, la scelta di cambiare forma al logo racconta la ricerca di una nuova “identità visiva”. Certo, non c’è rottura, ma continuità con quello a cui i consumatori sono abituati da ormai dal 1969 (che ha subito un allargamento e poi un restringimento nel ’96 e uno schiacciamento che lo ha resto più oblungo nel 2000) rimanendo più o meno lo stesso. E sempre secondo quanto risulta al nostro giornale, la rivoluzione grafica sarà accompagnata anche da nuove campagne di prodotto, che dovrebbero essere firmate quindi Publicis Italia, dallo scorso aprile agenzia di riferimento per pasta e sughi, mentre il planning è sempre a cura di OMD.