Noseda, IAB: “Se la Web Tax non viene implementata entro il 2020, l’Italia subirà un buco di bilancio da 750 milioni”
L’emendamento è stato proposto per la prima volta nel 2013, e dal 2017 ad oggi il lavoro sul testo non ha subito accelerate tali da essere reso effettivo. “Le sole Google e Facebook si stima che l’anno scorso abbiano raccolto in Italia oltre 2 miliardi di euro, con un organico che non supera le 250 risorse”, è l’allerta del presidente di IAB Italia
Carlo Noseda
Le prime tracce della Web Tax, ovvero di una tassazione sul fatturato nazionale delle aziende digitali che garantisca il pagamento delle tasse suddiviso per i territori in cui i colossi multinazionali guadagnano, risalgono addirittura al 2013. A proporla fu Francesco Boccia, ma la proposta venne accantonata poco dopo. A distanza di 4 anni, nel 2017, la Web Tax è tornata sui tavoli di lavoro, ma lungaggini procedurali e questioni forse più prettamente politiche ne hanno ritardato la messa a punto, tanto che oggi è ancora in divenire (nonostante siano state apportate diverse modifiche al testo iniziale). L’avvio del governo Conte-bis sembra non contemplare la promulgazione della Web Tax come una priorità. Interviene dunque Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, che dichiara: “In questi giorni si parla tanto di Sugar Tax ma riteniamo che l’attenzione dovrebbe essere riportata sulla Web Tax. La posta in gioco è troppo alta perché internet possa rimanere un far west. Il mercato del digitale vale oltre 65 miliardi di euro e impiega oltre 280mila professionisti a tempo pieno.
Il web nel 2018 è stato il secondo mezzo in Italia per raccolta pubblicitaria, superando di gran lunga gli altri mezzi tradizionali. Ma è un mercato che necessita più che mai di essere normato, onde evitare che rimanga fagocitato dai colossi della rete, che detengono oltre il 75% del mercato, lasciando alle aziende che pagano regolarmente le tasse davvero poco ossigeno. Le sole Google e Facebook si stima che l’anno scorso abbiano raccolto in Italia oltre 2 miliardi di euro, con un organico che non supera le 250 risorse. Ricordiamo che se non viene implementata subito la digital tax, operativamente dal 2020, il nostro Paese subirà un danno di 750 mln di euro di buco di bilancio. Sappiamo che il nuovo esecutivo ha messo in agenda la WebTax e noi, come associazione, ci rendiamo disponibili a riprendere il dialogo già avviato con le istituzioni, e in particolare con il Viceministro Laura Castelli, per aprire un tavolo di lavoro su questo tema con il Governo, mettendo a disposizione le nostre competenze e la conoscenza del mercato che rappresentiamo. Da mesi sosteniamo che senza una “nuova” Web Tax le imprese italiane del digitale saranno destinate a sparire. Riteniamo che ristabilire un’equità fiscale sia un’azione imprescindibile che non può più essere posticipata.”