NIQ & GfK: largo consumo, nel primo quadrimestre 2024 spesa su dello 0,4% ma il carrello cala dell’1,3%
Si è aperta ieri la 39ª edizione de Linkontro a Santa Margherita di Pula; nel 2023 il giro d’affari è cresciuto del 7,9% a 134 miliardi di euro, grazie soprattutto ai prezzi
Romolo De Camillis e Enzo Frasio
Ha preso il via ieri presso il Forte Village di Santa Margherita di Pula, in Sardegna, la 39ª edizione de Linkontro, l’evento dedicato al mondo del largo consumo in Italia, organizzato da NIQ (NielsenIQ). È il primo degli eventi NIQ - che l’anno scorso proprio in questa occasione annunciò la evoluzione del brand – dopo la fusione con GfK. La tre giorni, in corso fino a domani, si intitola ‘Immaginando Nuove Imprese. Visioni, Valori, Competenze’, e si propone di raccontare uno scenario in evoluzione, caratterizzato da una forte polarizzazione da un lato e, dall’altro, dalle numerose sfide imposte dall’avvento delle nuove tecnologie digitali (intelligenza artificiale in testa), da nuove modalità di business (retail media), dall’incertezza economica e geopolitica, dal tema di sostenibilità e diversity.
Largo consumo tra luci e ombre
Proprio questa ulteriore polarizzazione tra fasce alte e fasce medio basse di consumo è stato oggetto delle analisi proposte ieri da Enzo Frasio, Amministratore Delegato di NIQ & GfK, e Romolo De Camillis, Direttore Retail di NIQ, in un mercato che nel 2023 ha registrato una buona accelerazione rispetto al 2022, ma che nei primi mesi di quest’anno mostra segnali di rallentamento. L’anno scorso la spesa in largo consumo ha raggiunto i 134 miliardi di euro, con una crescita del 7,9% sul quello precedente. I consumatori hanno effettuato 4,2 miliardi di visite ai negozi e acquistato 430mila prodotti; la filiera conta 20mila aziende attive ed è fonte di impiego per 330mila lavoratori; nel settore della Grande Distribuzione Organizzata sono presenti invece più di 400 insegne e oltre 200 centri decisionali. Tutto bene? Non esattamente. Intanto, la frammentazione e appunto la polarizzazione dei consumi dividono sempre di più le famiglie le cui disponibilità economiche si sono ridotte (ma che rappresentano comunque una importante fetta di mercato) dai nuclei famigliari più abbienti, disposti a spendere di più per prodotti di alta qualità. Risultato, i volumi si contraggono: nei primi quattro mesi del 2024 il carrello si riduce dell’1,3% ma la spesa aumenta dello 0,4%. L’esame dei dati del 2023 (+8,3% a valore, -1,7% a volume) mostra ancora una volta che il trend dell’anno scorso è stato guidato soprattutto dai prezzi.
Puntare sull’assortimento
Se si vogliono aiutare le vendite, afferma De Camillis, bisogna puntare sull’assortimento efficiente, «in grado di soddisfare sia le esigenze di risparmio degli italiani sia di alzare il livello di qualità degli acquisti, anche attraverso strategie multicanale». La richiesta di prodotti premium, quindi, non cala; e allo stesso tempo, le promozioni crescono, anche quelle più aggressive. Sempre nel primo quadrimestre, la crisi dei volumi si manifesta in particolare nei negozi di piccola superficie, in controtendenza sono gli Specialisti Drug con il +6,1% a volume, la forte tenuta dei negozi specializzati è probabilmente indice di una predilezione da parte dei consumatori strettamente legata all’offerta sugli scaffali. Tuttavia, il calo dei volumi non riguarda tutte le realtà distributive poiché gli italiani stanno scegliendo con attenzione i negozi dove svolgere acquisti. La Marca Del Distributore (+0,8% a confezione) si conferma il segmento più dinamico. La pressione promozionale applicata dalle grandi marche resta evidente e delinea la difficoltà nonostante le strategie di business applicate. In questo scenario, la vera sfida per la MDD sarà cogliere le opportunità di crescita anche con le linee a più alto valore della stessa categoria (prodotti bio, eco-friendly e healty), data l’attuale flessione delle vendite. Infatti, da gennaio ad aprile 2024 la MDD di primo prezzo registra un significativo +40,6% a valore e +29,4% a volume.
Il nuovo Barometro dei Consumi
Frasio ha presentato il Barometro dei Consumi, un nuovo strumento che misura la spesa sia nel largo consumo sia nei beni durevoli. Nei primi tre mesi, il giro d’affari è cresciuto dello 0,7% a 45,8 miliardi di euro. L’andamento è stato determinato dai cambiamenti nelle scelte di consumo degli italiani e la decelerazione - rispetto al 2023 - appare più evidente per il settore T&D in cui il rallentamento della domanda riguarda tutti i principali comparti. Nel largo consumo si è registrato un fatturato di 31 miliardi (+3%), ancora in crescita ma più lenta rispetto al 2023 (+9,5%). I prodotti durevoli e tecnologici, dopo il calo registrato nel corso del 2023 (-1,1%), chiudono il primo trimestre a 14,7 miliardi di euro (-3,8%). «Con il rallentamento dell’inflazione nel 2024 ed esaminando la spesa dei consumatori relativa al largo consumo si evidenzia un improvviso cambio di passo della crescita delle vendite – commenta Frasio -, mentre continua la contrazione della spesa per i beni tecnologici e durevoli rivelando priorità modificate nelle scelte di consumo degli italiani. I dati del Barometro provengono da punti vendita rilevati da NIQ e GfK che complessivamente equivalgono a circa il 10% del PIL nazionale. Grazie all’unione delle competenze di data intelligence delle due società siamo in grado di delineare una visuale complessiva dei consumi, ovvero la Full View™, in grado di intercettare i cambiamenti in atto su tutte le abitudini di acquisto dei consumatori italiani nella complessa era della permacrisi». E sul fronte della comunicazione, in questo periodo così complesso «le aziende si devono adeguare e proporre un approccio al passo con i tempi» sul fronte macro (guerra, inflazione) e in linea con le nuove esigenze dei consumatori.
L’edizione 2024
Quest’anno, sono presenti 250 aziende e più di 600 manager tra i più prestigiosi operatori di marca e insegna. Nonostante un indice di inflazione allineato a livello europeo, in Italia resta la staticità dei salari e la conseguente perdita di potere d’acquisto. Questo fenomeno si contrappone ad altri stati dell’UE, più virtuosi nel contrastare l’erosione delle retribuzioni dei propri cittadini innalzando i compensi. Nel dettaglio, in Italia la diminuzione dei salari reali si attesta al -7,3%, mentre in Germania è pari al -3,3%, in Gran Bretagna si registra un valore del -2,9%, in Francia dell’-1,8% e infine in Spagna è pari al -1,2%. I dati di NIQ evidenziano inoltre che le principali preoccupazioni delle famiglie italiane sono per il 33% l’aumento del costo dei prodotti alimentari, per il 32%, la salita del prezzo delle utenze domestiche e infine, la preoccupazione relativa ai conflitti in corso riguarda il 21% dei consumatori. Ieri l’evento è stato aperto da Samantha Rovatti de Linkontro ed Emilie Darolles, President NIQ West Europe, seguite dal premio Nobel per l’Economia Michael Spencer insieme a Tito Boeri, Andrea Pontremoli di Dallara. In chiusura, Paolo Mieli, giornalista e storico, e Annalisa Cuzzocrea, Vicedirettore de La Stampa. Oggi si alterneranno sul palco Francesco Billari (Università Bocconi), Christian Centonze (NIQ), Mara Galbiati (GfkSinottica), Giangiacomo Ibba (CRAI), Antonio De Caro (Bolton Food), Stefano Galli (NIQ), Andrea Gangheri (Quantis), Telmo Pievani (Università di Padova), Cristiana Scelza (Valore D e Prysmian), Sabino Cassese (giurista), Francesco Mutti (Centromarca). Domani il tema sarà dedicato alle nuove tecnologie, con Sara Bernardini (Royal Holloway University of London), Vaughan Ryan (NIQ), Sara Scrittore (Colgate Palmolive Italy), Jonathan Forma (Colgate Palmolive APAC), Angelo Mastrolia (Newlat), Francesco Del Porto e Maura Latini (Presidente e Vicepresidente GS1), Davide Pellegrini (Università di Parma), Mario Calabresi e Amalia Ercoli Finzi.