Autore: Redazione
12/07/2016

Il Native è la soluzione all’insofferenza verso advertising e Ad Blocking

La spesa in questo comparto è in aumento nella zona europea a 6,7 mln con un tasso di crescita, anno su anno, del 28%, in ribasso rispetto al periodo 2014-2015 (33%). Tali soluzioni però potrebbero non bastare per fermare sistemi di blocco sempre più sofisticati

Il Native è la soluzione all’insofferenza verso advertising e Ad Blocking

Sono sempre di più gli utenti che in Europa Occidentale non tollerano i formati tradizionali della pubblicità digitale, come banner, popup e video in autoplay, e per questo motivo l’installazione di sistemi di Ad Blocking sta aumentando a dismisura proprio per contrastare questa sorta di invasione pubblicitaria. In risposta a tutto ciò, i marketer mirano a risolvere tale problema cercando un maggior coinvolgimento del pubblico e il miglior modo per farlo è puntare sul native adv con contenuti contestualmente rilevanti, così come affermava il nuovo report di eMarketer “Native Advertising in Western Europe: Paid Content Gain Fans Throughout the Region”.

Cresce la spesa in termini assoluti ma non il cagr

La spesa nel native advertising è in aumento nella zona europea, proprio per i motivi precedentemente elencati: prevenire la disaffezione nei confronti dei formati di digtal adv e, contemporaneamente, ottenere migliori performance dalla pubblicità in rete. Se nel 2015 la spesa per il native advertising è stata pari a 5,2 milioni, quest’anno toccherà quota 6,7 con un tasso di crescita, anno su anno, del 28%, in ribasso rispetto al periodo 2014-2015 (33%). Questo trend, ossia l’aumento degli investimenti in direzione native e la contemporanea decrescita del cagr, rimane invariato anche sul lungo periodo. Si può, infatti, notare come nel 2017 la spesa arriverà, secondo le stime di Enders Analysis, a 8,3 milioni di dollari per superare i 13 nel 2020, a fronte di un tasso di crescita annuo medio che scende dal 23,9% del 2017 al 15,8% di tre anni dopo.
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Prima di tutto ci vuole fiducia

La fiducia è una questione centrale per i consumatori. In uno studio targato Nielsen gli annunci degli online video così come banner e risultati nei motori di ricerca vengono etichettati come i formati meno affidabili per raggiungere gli user maturi, dai 15 anni in su. Gli europei si contraddistinguono per essere i più scettici a riguardo: per esempio, solo un 27% degli intervistati sempre da Nielsen ha dichiarato di avere fiducia nei banner a fronte di un 41% che invece si è dichiarato a sfavore. Anche in Uk l’avversione per tali formati è forte e radicata: il 31% dei consumatori online, infatti, trova i banner motivo di distrazione durante le ricerche online e ha espresso l’intenzione di evitare direttamente tutti quei siti in cui compaiono disturbando la user experience. Sempre gi inglesi trovano più accettabili i banner statici degli annunci video e questi ultimi li tollerano ancora di più rispetto ai popup.

Spunta anche qualche problematica nella misurazione del roi

Nonostante i benefici che si possono trarre dalla pubblicità nativa, sia per brand sia per publisher ottenere il massimo risultato da questi formati potrebbe comunque non essere così semplice. Il 55% tra essi, infatti, ha affermato che in molte occasioni la mancanza di risorse e un bilancio adeguato per fornire contenuti rilevanti può ostacolare qualsiasi sforzo in questa direzione; un’altra buona fetta della popolazione ha citato, tra le varie problematiche, la difficoltà nel misurare e analizzare le roi, così come l’incapacità di distribuire e reindirizzarli su larga scala.

Il native batte l'Ad Blocking, ma presto non potrebbe più bastare

L’Ad Blocking continua a rimanere un problema anche per advertiser e marketer. Secondo un rapporto di Teads oltre un terzo degli utenti adulti di Italia, Spagna, Uk, Germania e Francia ha installato sul proprio pc un Ad Blocker, mentre un 27% li ha attivati anche sui dispositivi mobili. Fino a oggi i formati native sono stati anche quelli con una minore probabilità di essere intercettati dai sistemi di blocco, anche se presto le cose potrebbero cambiare viste le tecnologie sempre più evolute e sofisticate che stanno dietro i sistemi di Ad Blocking.
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