Il mondo dell’innovazione ha il suo consorzio: Web3 Alliance accende i riflettori e accoglie i primi soci
Il progetto, costituitosi lo scorso mese di giugno, si racconta attraverso le parole del segretario generale Ivan Montis e presenta le prossime iniziative. Appuntamento a Milano il 20 settembre
Ivan Montis
Accerchiati, con il rischio di essere sovrastati, da mille voci, teorie, soluzioni che nascono e crescono come funghi. Il mondo del Web3.0 non ha fatto neanche in tempo a passare la tipica fase sorniona di ingresso sui palchi del mercato, ha immediatamente preso la scena, al punto che qualcuno, non pochi, ha fatto scattare allarmi che confermerebbero le predizioni della narrativa fantascientifica su una robotizzazione ormai imminente. Calma e sangue freddo: tra corse frenetiche agli armamenti e ammonimenti vari, occorre fare il punto della situazione e magari affidarsi a chi conosca sul serio l’argomento, magari a un consorzio, come Web3 Alliance (https://www.web3alliance.it/), realtà nata lo scorso giugno che, in poco più di due mesi ha visto raddoppiato il numero delle aziende socie: dalle iniziali sette aderenti al momento della costituzione sono oggi già 17 le imprese presenti (AnotheReality www.anothereality.io, AspoTech www.aspotech.com, Bitforfun www.bitforfun.com, Casta Diva Group www.castadivagroup.com, CreationDose www.creationdose.com, Engitel www.engitel.com, Hallelujah www.hallelujah.it, Imaginars www.imaginars.com, I mille www.imille.com, Intarget (www.intarget.net), Jakala www.jakala.com, Marketing Multimedia Group www.mmm.it, Neosperience www.neosperience.com, Notomia www.notomia.com, Smiling www.smiling.video, Wel https://wel.business/, Wowfactory www.wowfactory.net), con lo scopo di condividerne gli obbiettivi di sviluppo di un mercato ad alto potenziale quale quello legato alle tecnologie di augmented e virtual reality, blockchain e AI. Al fine di presentare i nuovi soci e promuovere l’adesione di altre realtà si svolgerà il 20 settembre prossimo un incontro di approfondimento con l’intervento di due relatori di eccezione: Giuseppe Lo Schiavo, artista NFT che presenterà uno dei suoi ultimi progetti condotto con la partnership di Lenovo in cui il mix tra arte, tecnologia e comunicazione rivela nuovi intriganti scenari, e Cosimo Accoto, filosofo e ricercatore al MIT di Boston, autore del volume “il mondo in Sintesi” pubblicato da Egea, che affronterà l’evoluzione del Web 3.0 dalla sua prospettiva privilegiata negli Usa. L’incontro costituirà poi l’opportunità per presentare le prossime iniziative di Web3 Alliance e offrire un’occasione di networking. L’evento è a invito e per avere ulteriori informazioni occorre contattare Info@web3alliance.it www.web3alliance.it.
Il punto di riferimento
Cosa si propone Web3 Alliance? Essere il punto di riferimento nel nostro Paese per incentivare la crescita di un mercato dove vengano valorizzate le reali professionalità di chi nasce proprio con le nuove tecnologie del Web 3.0 e chi ha già una expertise nel digital consolidata da anni. La sfida proposta, a differenza di altre iniziative più verticali, è che Il mix tra queste tipologie di realtà professionali, molto diverse tra loro possa permettere alla Web3 Alliance (presieduta da Elena Schiaffino, cofounder di Engitel, con Andrea De Micheli, vicepresidente del consorzio e Chairman e Ceo di Casta Diva Group) di diventare quel luogo di aggregazione di mondi apparentemente lontani ma de facto già oggi uniti, multi industry e multi settore, che possa attirare e orientare investitori e spender. In questo senso è un unicum nel panorama associativo italiano e mondiale. Abbiamo chiesto maggiori lumi al segretario Ivan Montis.
Come nasce il Consorzio?
«L’ispirazione arriva da esperienze analoghe quali IAB e Netcomm, realtà costituitesi in un momento in cui adv online e e-commerce non erano ancora così preponderanti, operazioni quindi di grande lungimiranza, divenute progressivamente un esempio dal punto di vista dell’informazione e della cultura di settore. Nel nostro caso, e qui risiede la grande differenza rispetto ai nostri colleghi, ci troviamo di fronte a un ambito in cui determinare situazioni nascono e proliferano velocemente. Le prime tavole rotonde sorte attorno ai tempi della pubblicità digitale e del commercio elettronico trovarono un’audience ancora piccola, invece sul web3.0 l’interesse è già alto e la platea molto più vasta. In ogni caso, ci teniamo a sottolineare l’italianità del nostro progetto, abbiamo creatività, soluzioni e la consapevolezza che ci sia bisogno di fare squadra».
Il vostro campo di azione è decisamente più complesso, l’obiettivo è renderlo potabile, leggibile da tutti, in una parola mainstream?
«Occorre stare attenti alle semplificazioni, possono risultare pericolose, fuorvianti. Ci siamo proposti di creare eventi che aiutino gli addetti ai lavori, ma non solo loro. Facilitare la comprensione, spiegare come ci si muova, come le tecnologie possano migliorare vita e lavoro. E allora diciamo che serve informare. A tal proposito, stiamo preparando una survey che riguarda 150 aziende, per capire le esigenze di tutti, per sostenere il progresso con coscienza».
Quali saranno i trend prossimi e venturi che caratterizzeranno il Web3.0?
«In primis, tutto quello che concerne la regolamentazione, si pensi al tema della bockchain. Per costruire un mercato di valore serve sicurezza, anche legale. Notiamo a tal proposito un grande impegno da parte della commissione europea. E poi dovremo vedere come si muoveranno i big, come Meta, Google… Instaurare un dialogo con i grandi gruppi è tra le nostre priorità, ma non dovremmo apparire troppo passivi, per rafforzare la massa critica e quindi il dialogo tra le parti».
In poco tempo avete raddoppiato il numero dei soci, volete proseguire con questo ritmo?
«Vogliamo crescere come numero di soci, ma senza abbassare il livello qualitativo. Stiamo lavorando anche con startup con un certo potenziale. Certo, è difficile fare previsioni sul medio lungo termine; l’accelerazione è fortissima, ma negli ultimi tre anni abbiamo frequentato molti periodi neri, quindi è difficile fare predizioni. Siamo attenti al mercato e alla capacità delle aziende italiane di voler cogliere le opportunità e possiamo aiutarle».
Quali sono i settori in cui il Web3.0 e quindi in Consorzio sembrano avere maggiore familiarità?
«Diversi: citerei la Formazione, l’Automotive, il Design. Ma non volgiamo essere eccessivamente verticali, ci sono già realtà simili nei settori del virtuale o della blochcahin. I progetti di cui si sente più necessità hanno bisogno di collaborazione, di partner differenti. Quindi di un’ottica più inclusiva e meno verticale».
A proposito di IAB e Netcomm: sono molto attente nel campo della comunicazione degli eventi, come vi comporterete voi?
«Saremo molto attivi, come dimostra il primo incontro fissato per il 20 settembre, cui ne seguiranno altri due, a ottobre e a novembre. Abbiamo una roadmap molto serrata, l’obiettivo è arrivare in primavera con un appuntamento di richiamo nazionale».