La comunicazione empatica: tra turismo, algoritmi e gestione dei social, la linea di Mio Cugino Adv
L’AI che si trasforma, che ci comprende e consiglia: Luna Mascitti, formatrice specializzata in neuromarketing e storytelling e founder dell’agenzia racconta un panorama cangiante in cui personalizzazione ed emozione la fanno da padroni

Luna Mascitti
Lo sappiamo bene, le vacanze sono finite ed è inutile continuare a guardare il cielo in cerca di spiragli, ma il settore del turismo mica va in ferie… Potrebbe essere arrivato il momento di fare il classico punto della situazione? O magari per analizzare l’operato delle nuove agenzie di settore? Come si realizza oggi una comunicazione turistica? In molti ricordano gloriose campagne televisive di operatori, ma cosa accade oggi, anche alla luce delle costanti innovazioni tecnologiche? Di questo e di altro parliamo con Luna Mascitti, formatrice specializzata in neuromarketing e storytelling e founder di Mio Cugino Adv, agenzia di marketing digitale (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Le vacanze sono terminate, e con esse il clou della comunicazione legata ai viaggi, facciamo il punto della situazione, per comprendere anche i prossimi step legati a turismo e adv: quali sono i trend principali sui quali agire per creare un’attività pubblicitaria appropriata?
«Le vacanze sono terminate per una certa tipologia di pubblico, ma possono continuare per quelli che lavorano online e da remoto e magari non hanno figli e quindi possono partire, tra l’altro in un periodo stagionale in cui i costi si riducono. Dopo l’estate, in cui abbiamo avuto una comunicazione più familiare, verso la stagione invernale si parlerà di vacanze per chi può permettersele o ha meno obblighi lavorativi».
Come sono cambiati i tragitti strategici nell’ultimo lustro?
«Parlare di pre e post covid è corretto: durante e dopo l’esperienza pandemica ci siamo un po’ tutti digitalizzati; chiunque aveva cominciato a comunicare sui social e per tale motivo oggi si chiedono competenze diverse rispetto a quello che capitava anche solo cinque anni fa. Il trend principale è la personalizzazione; viviamo in un’epoca votata all’omologazione, eppure vogliamo avere qualche cosa di speciale, di differente. E allora, colpire emotivamente diventa fondamentale, come ben racconta il neuromarketing».
A proposito: su quali basi poggia la ‘disciplina’ e come può essere utilizzata nella comunicazione turistica?
«Deriva dall’unione dello studio della mente unito a quello del marketing e risponde a domande quali: perché una persona acquista un prodotto rispetto a un altro, a pari caratteristiche e prezzo? Perché vengono attivate suggestioni mentali. In simili situazioni, qualcuno potrebbe ravvisare una scarsa etica da parte delle aziende, nel modificare colori, disegni, packaging, cosa che non è scorretta ed è diventata parte del cosiddetto neuromarketing».
Adv, marketing e… algoritmi empatici: cosa sono e come funzionano?
«Si tratta di sistemi di AI che leggono le nostre emozioni, tramite il riconoscimento facciale, il tono di voce o anche il digitare sulla tastiera, che può variare di ritmo e quindi nascondere dei precisi significati sul nostro stato psicofisico; un’intelligenza artificiale che non solo comprende le emozioni, le rielabora e le adatta alla comunicazione. Per fare un esempio, siamo su un’e-commerce, ci troviamo in difficoltà, corriamo sulla chat, uno spazio fornito di algoritmi empatici che leggono lo stato d’animo delle persone e rispondono in maniera appropriata. Fa paura? Magari sì, ma intanto le aziende possono alzare il coinvolgimento del cliente».
Quali sono i rischi?
«Il rischio è di natura prettamente etica: aziende che possiedono determinante informazioni sui clienti e le usano per vendere prodotti che non ci interessano… Altro rischio è legato a chi prende in mano simili strumenti: se dietro l’utilizzo di AI c’è qualcuno di competente, siamo tutelati, ma se la lettura avviene da parte di chi non ha conoscenze e abusa del suo potere, la cosa si fa seria. Una soluzione: l’utente dovrebbe leggere sempre le privacy police che vengono proposte; ma potrebbero esserci software all’interno dei nostri dispositivi che non presentano simili avvisi. Poi, pensiamo a tutte le applicazioni create per ‘fare compagnia’ all’utente, si tratta di ‘amici’? No, registrano tutte le nostre emozioni e ne sconsiglierei sempre l’utilizzo».
Parliamo di MioCuginoAdv: come si evolve una digital agency? Quali sono i vostri settori privilegiati?
Lavoriamo completamente online. Ci muoviamo sui tragitti dell’AI per aiutare le persone, tra neuromarketing e storytelling, affinché riescano a proporsi e a vendere bene sui social. Il nostro target di riferimento comprende il settore sanitario, imprenditori e professionisti. Il nostro compito è vendere sui social, senza abusare di contenuti, per performare meglio e conservare del tempo per se stessi. Potrebbe sembrare paradossale, invece occorre dosarsi. Tutti si sono lanciati sui social, ma chi non lo sa fare nel modo corretto si rovina la brand identity. La nostra strategia è stata premiata da recensioni di oltre 400 imprenditori, gli stessi che fanno tre contenuti alla settimana e quattro storie al giorno su Instagram, ma non di più. Non serve bombardare le piattaforme di contenuti».