I Millennial che installano l’ad blocking sono anche quelli che spendono di più in paid content
Lo rivela una classifica di GlobalWebIndex che ha preso in esame un campione di 17,381 persone di età compresa tra i 21 e i 34 anni che hanno attivato il blocco degli annunci
L’utilizzo degli strumenti di ad blocking è in continua crescita e gli utenti sono sempre più spinti a installare un tool di blocco della pubblicità a causa dei fastidiosi annunci on line targettizzati in modo approssimativo e che affollano le pagine web costringendoli a visualizzare innumerevoli informazioni per loro irrilevanti e che rallentano e minano la user experience.
Audience preziosa
Tuttavia, anche se risulta naturalmente più difficile ottenere buoni livelli di engagement con gli utenti che scelgono di bloccare le ads, una classifica pubblicata ieri dal sito GlobalWebIndex, dimostra quanto siano comunque un’audience molto importante e quanto i marketer dovrebbero impegnarsi per riuscire a soddisfarla.
Paid content
La chart prende in esame un campione di 17,381 Millennial in età compresa tra i 21 e i 34 anni e mostra la loro spiccata propensione all’acquisto di contenuti online anche su base mensile. Il mese scorso, il 31% degli intervistati ha pagato per scaricare file musicali, il 27% è abbonato a un servizio in streaming musicale o video mentre il 23% ha acquistato film, contenuti televisivi o mobile gaming. Altre aree di spesa sono le mobile app, gli e-book, materiale didattico, news e acquisti in app.
Pubblicità ad hoc
Sebbene, dunque, questi utenti siano desiderosi di controllare la loro esperienza online utilizzando gli strumenti a disposizione, sono anche aperti a investire in paid content. Se gli appelli per la whitelisting devono avere un impatto su questo pubblico, allora la pubblicità digitale a cui sono esposti dovrebbe essere strettamente focalizzata sui loro tipi e formati di contenuti preferiti.