Autore: Redazione
29/09/2022

MFE: nel primo semestre tengono ricavi e pubblicità, vicina a quella del 2019 nel terzo trimestre, con gli ultimi 10 giorni di settembre positivi

Il Gruppo di cui sono A.D. Pier Silvio Berlusconi e Direttore Finanziario Marco Giordani ha registrato risultati migliori del mercato nell’H1. Matteo Cardani, G.M. Marketing di Publitalia, segnala un’inversione di trend rispetto a luglio, agosto e primi due terzi del mese

MFE: nel primo semestre tengono ricavi e pubblicità, vicina a quella del 2019 nel terzo trimestre, con gli ultimi 10 giorni di settembre positivi

Il Consiglio di Amministrazione di MFE-MEDIAFOREUROPE N.V., riunitosi sotto la Presidenza di Fedele Confalonieri, ha approvato all’unanimità le informazioni periodiche finanziarie relative al primo semestre 2022. Pur in un contesto di crisi geo-politica ed economica caratterizzato da aumento dell’inflazione, emergenza energetica e diminuita propensione al consumo, nel periodo i conti del Gruppo di cui è A.D. Pier Silvio Berlusconi non hanno risentito di impatti significativi grazie all’immediata reattività gestionale, recita il comunicato. I ricavi netti consolidati crescono rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e la raccolta di Gruppo, nonostante un secondo trimestre molto difficile, ha registrato un andamento decisamente migliore rispetto a quello del mercato grazie alla leadership televisiva delle reti Mediaset sia in Italia (oltre il 40% di share sul target commerciale in prima serata) sia in Spagna. In questo modo, anche attraverso l’attento controllo dei costi nonostante l’impennata dell’inflazione e del prezzo dell’energia, MFE è riuscita a ottenere nel semestre un risultato netto positivo.

I risultati

I Ricavi netti consolidati registrano un lieve ma significativo aumento a 1.388,5 milioni di euro rispetto ai 1.387,2 del primo semestre 2021. In Italia, i ricavi sono saliti a 974,6 milioni rispetto ai 963,7 del 2021, con una crescita dell’1,1%. In Spagna i ricavi si attestano a 415,2 milioni rispetto ai 423,6 del 2021. Decisiva la capacità dei ricavi pubblicitari lordi di assorbire l’urto della crisi. In Italia raggiungono 976,4 milioni di euro in linea con i 976,9 del 2021: un andamento positivo - rispetto al calo del mercato pari al -2,8% nel semestre (dati Nielsen) - che ha permesso di far crescere ulteriormente la quota Mediaset sul totale della raccolta italiana. In Spagna i ricavi pubblicitari lordi si attestano a 385,8 milioni rispetto ai 406,1 del 2021, dato allineato a quello del mercato tv locale (-5,0%, dati Infoadex).

Gli ascolti


Nei primi sei mesi 2022 le reti Mediaset confermano una netta leadership sul target commerciale sia in Italia sia in Spagna. In Italia, tutti i canali registrano risultati in crescita rispetto al primo semestre 2021 e il primato nazionale Mediaset sul target commerciale si consolida in tutte le principali fasce orarie, con un picco del 40,9% di share in prime time. Canale 5 si conferma prima rete italiana sul target 15-64 anni nel totale giornata (19,4%).

Evoluzione prevedibile della gestione

Il contesto generale continua a essere caratterizzato da sensibile incertezza su durata e intensità del rallentamento economico mondiale - e dell’eurozona in particolare - indotto dal perdurante conflitto in Ucraina, prosegue la nota. Le previsioni dei principali studi di ricerca stanno progressivamente delineando possibili scenari recessivi per l’ultimo trimestre 2022 e per l’avvio del prossimo anno. La ragione è la forte inflazione generata dall’escalation dei prezzi energetici oltre agli ulteriori interventi monetari restrittivi pianificati dalle banche centrali con l’obiettivo di contenere e stabilizzare la spinta inflattiva. Per il momento, tale scenario non sta generando rallentamenti significativi nella raccolta pubblicitaria del Gruppo, il cui andamento nei prossimi mesi potrebbe comunque risentire di una prevedibile contrazione di spesa e consumi di imprese e famiglie per fronteggiare i rincari energetici. Pur in questo contesto, MFE conferma l'obiettivo di conseguire per il 2022 risultati economici e una generazione di cassa caratteristica ancora positivi. Nella call con gli analisti, il Direttore Finanziario Marco Giordani ha confermato la stima sui costi per il 2022 a 1,8 miliardi e ha aggiunto: "se i ricavi pubblicitari dovessero peggiorare, siamo pronti ad adeguare i costi il più possibile. Per il momento, lo scenario non sta generando rallentamenti significativi nella raccolta pubblicitaria del Gruppo, ma l'andamento nei prossimi mesi potrebbe comunque risentire di una prevedibile contrazione di spesa e consumi di imprese e famiglie per fronteggiare i rincari energetici".

Potenza di fuoco

"Il nostro scenario base per la raccolta pubblicitaria per l'intero 2022 in Italia è negativo di un paio di punti percentuali" ha poi detto, aggiungendo che il Gruppo ha comunque "flessibilità", soprattutto nella gestione dei costi, di circa il 2-3% rispetto a questo scenario e che è "difficile fare previsioni sulla raccolta del terzo e quarto trimestre visto lo scenario economico generale, anche se l'obiettivo del Gruppo è comunque quello di proteggere la liquidità nella fase negativa del ciclo economico".  "Siamo abbastanza solidi in termini di debito e come scadenze delle nostre facility finanziarie: i nostri covenant ci permettono circa un miliardo di euro per eventuali operazioni di M&A", ha detto, mentre non ha commentato le "ipotesi apparse sui giornali, ma possiamo dire che al momento l'opzione in carta o azioni è esclusa" per l'offerta non vincolante presentata in Francia in tandem con Xavier Niel, patron di Iliad, per la quota di controllo di M6.

Il terzo trimestre

Guardando al terzo trimestre, secondo Matteo Cardani, G.M. Marketing & Ad Operations di Publitalia, la raccolta “non è lontana da quella dello stesso periodo del 2019, che è il nostro riferimento”. Più difficile un confronto con il Q3 2021 perché sia quel periodo sia quello del 2020 “sono stati eccezionali” per Mediaset e per il mercato in generale: entrambi i trimestri avevano beneficiato del post-lockdown e di eventi sportivi come il campionato di Serie A e la Champions League spostati verso l’estate, oltre a Europei di calcio e Olimpiadi, ha puntualizzato.  “La cosa buona è che negli ultimi dieci giorni di settembre il confronto anno su anno è positivo, a differenza di quanto avvenuto in luglio, agosto e nella prima parte del mese”, ha precisato.