Autore: Redazione
13/11/2017

Accenture nel Paese delle tante meraviglie creative

La società ha ormai completato la propria offerta in quest’ambito e continua ad attrarre talenti sotto il cappello di Accenture Interactive. Il managing director della struttura, Alessandro Diana, non esclude eventuali acquisizioni, anche in Italia

Accenture nel Paese delle tante meraviglie creative

Accenture è sempre più protagonista in ambito creativo. Ne è convinto Alessandro Diana, managing director di Accenture Interactive, incontrato a margine dell’incontro “Fjord Kitchen”, organizzato dallo studio di design controllato dalla multinazionale della consulenza. L’incursione dell’azienda nel mondo della creatività è ormai matura, «ed è l’ultimo tassello del nostro percorso evolutivo», ha dichiarato Alessandro Diana. L’aggiunta di expertise di questo tipo, ha spiegato il manager, è avvenuto con una doppia strategia: da una parte facendo leva sulla crescita organica e quindi sullo sviluppo interno di capabilities, e dall’altra attraverso acquisizioni, poco meno di una ventina quest’anno in tutto il mondo.

Un approccio diverso innovativo

«Continuiamo ad assumere perché il territorio della creatività ci interessa molto - ha proseguito -. Noi però vogliamo portare un approccio diverso e innovativo: siamo un’agenzia ma non un’altra agenzia, bensì un modello inedito che raccoglie al suo interno diverse discipline». Accenture, infatti, porta in dote un forte DNA consulenziale e tecnologico al quale sta innestando delle novità di stampo creativo, ma anche legate a dati e design. «Ed è all’intersezione di queste materie che prende forma la nostra agenzia perché la creatività è connessa strettamente a dati e processi di trasformazione».

Una strategia operativa chiara

Per ora la società opera con il brand Accenture Interactive, anche se in alcune aree ha attivato collaborazioni con Karmarama, l’agenzia britannica acquisita l’anno scorso dalla multinazionale. «In Italia siamo sempre cresciuti in modo organico, ma non escludiamo acquisizioni, non ci precludiamo niente», ha specificato Alessandro Diana. Il tema delle acquisizioni è comunque interpretato in modo chiaro dall’azienda: «Tutte le società vanno a confluire sotto una single company, non vogliamo essere una holding né una federazione, questa è la nostra strategia operativa». Dal punto di vista della strategia di brand, invece, Accenture Interactive si riserva la facoltà di valutare caso per caso. Per esempio i marchi Fjord e Karmarama sono stati mantenuti perché ritenuti forti, anche se nel medio-lungo periodo la destinazione naturale delle varie sigle dovrebbe essere Accenture Interactive. Nel frattempo è stato costituito un Karmarama Creative Council europeo.

L’importanza delle persone

Oggi Accenture Interactive impiega “centinaia” di persone in Italia e l’azienda è sempre in “campagna acquisti”. «Siamo una culture of cultures, un laboratorio di culture - afferma Alessandro Diana -. E valorizziamo tale posizionamento facendo lavorare insieme figure di estrazione diversa perché funziona e ci diverte anche molto». Tra le figure più importanti di Accenture Interactive in Italia si può citare Massimiliano Cremonini, che ha maturato un’esperienza decennale in agenzie come Tribal DDB, Publicis e M&C Saatchi. «È un bel momento perché abbiamo una forte attrazione verso la famiglia professionale creativa», continua il manager, secondo cui quello che piace di più di Accenture Interactive è la chiarezza strategica e la vision. Non solo, il ramo italiano di Accenture Interactive è anche il terzo per dimensione nel mondo, dietro solo a Stati Uniti e Gran Bretagna, con quest’ultima country che ha però beneficiato dell’apporto di Karmarama scalzando il nostro Paese dal secondo posto.

L’area programmatic

Infine Alessandro Diana ha parlato anche dell’area programmatic. «È un segmento in grande crescita e facciamo attività di advisory, come in ambito media, dove ci tengo a sottolineare ancora una volta che non ci occupiamo del buying né abbiamo intenzione di farlo». «Siamo però focalizzati - ha continuato - su tutto ciò che è legato alla trasformazione del settore, come nel caso del programmatic, soprattutto per la possibilità offerta da questa modalità nell’accorciamento della catena». Dunque Accenture non creerà un suo trading desk, anche se Diana ha riconosciuto che la società è al lavoro, sul fronte internazionale, per supportare le aziende nella costruzione di trading desk interni, nell’ottica di un ripensamento più ampio della value chain.

Fjord Kitchen

La serata programmata da Accenture alla triennale di Milano ha spostato l’attenzione verso Fjord lo studio di design guidato nel nostro Paese da Ashley Benigno che ha 29 uffici nel mondo, un migliaio di dipendenti e circa 500 clienti. Il focus dell’incontro è stato “Designing for a Sustainable World”. Come possono le organizzazioni ripensare prodotti e servizi per incontrare le istanze sempre più forti di cittadini, consumatori, studenti di oggi?”. A prendere parola, oltre a Benigno, sono stati Beatrice Lamonica, Accenture Strategy Sustainability Lead per l’Italia, la Grecia e l’Europa Centrale, Anna Meroni, professore associato del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, e Gianpiero Tessitore, fondatore di Vegea, startup produttrice di biomateriali da utilizzare nei settori fashion, derivati della lavorazione vitivinicola, la vinaccia. La discussione ha toccato diversi temi, dall’economia circolare, al centro dei lavori di Accenture, fino al service design e alla mobilità del futuro.