Mediaset: l’ottimo trend degli ascolti autunnali spinge anche la raccolta che, con un novembre stimato al +9%, innalza l’attesa per l’intero anno al +1,5\2%
L’A.D. Pier Silvio Berlusconi ha fatto ieri il punto sull’andamento del Gruppo che, grazie a resilienza e efficienze, mira a un utile in linea con quello del 2022, che fu di 216 milioni
Marco Paolini, direttore generale palinsesto e distribuzione, Pier Silvio Berlusconi, AD e Federico di Chio, direttore marketing strategico di Mediaset
“Abbiamo degli ottimi risultati in termini di ascolto, che non sono una novità dell’ultima stagione e dell’anno, ma partono da un lavoro in cui abbiamo veramente cambiato marcia tra il 2020 e il 2021 - ha detto Pier Silvio Berlusconi, A.D. di Mediaset, incontrando ieri la stampa a tre mesi dall’avvio della stagione -. Sono orgoglioso del lavoro fatto dal Gruppo perché il 2020 è stato un anno in cui tutti i broadcaster hanno avuto paura e noi siamo riusciti a reagire con un cambio di passo, alzando il livello di offerta a livello qualitativo e quantitativo. Ma quanto è dura: da editore italiano stiamo per chiudere uno degli anni più complicati della storia. La settimana scorsa abbiamo approvato il bilancio dei primi 9 mesi che è oggettivamente ottimo, ma oggi è davvero complicato il battlefield della competizione per gli editori”.
I risultati
I dati sono stati forniti dal Direttore del Marketing Strategico Federico di Chio: rispetto alle settimane omologhe della stagione, a far capo al 18 novembre, lo share di Mediaset nelle 24 ore sul target commerciale è cresciuto dal 40,4% dello scorso autunno al 40,7% di questo, con un trend in crescita anche sugli individui che porta il Gruppo a superare la Rai con il 37,7% vs il 37,1% del brodcaster pubblico. E sempre con quest’ultimo, che scende al 35,6%, cresce il divario di share nelle 24 ore sul target individui con il 38,3%. E naturalmente la leadership è incontrastata sul target commerciale: 41,1% nelle 24 ore, 42,3% tra le 21:30 e le 24:30, e 40,4% nel prime time contro, rispettivamente, per la Rai, 30,1%, 30,2% e 32,3%. Ma la leadership è anche sugli individui (3\9 – 25\11): 38,2% vs 35,9, 39,9 vs 33,7% e 37,4% vs 36,5% della Rai. Quanto alle singole reti, Canale 5 vince il confronto con Rai 1 sul target commerciale con il 18,3% vs il 14%, mentre sugli individui è al 17,7% vs il 18,1% dell’ammiraglia pubblica; Italia 1 sugli individui nel prime time fa il 6,1% vs il 4,5% di Rai 2; e rete 4 nella fascia 21:30 – 24:30 supera La7 con il 6,0% vs il 4,4; nella stessa fascia infine, per quanto riguarda l’offerta multichannel free, la vittoria è sia sugli individui (12,3%) che sugli uomini (12,8%).
Resilienza
Tra le difficoltà Berlusconi ha sottolineato la concorrenza delle piattaforme che ha spinto Mediaset a rimodulare il palinsesto. In generale però: “La difficoltà per gli editori italiani è maggiore rispetto ai grandi gruppi esteri. L’Italia è il Paese in cui si investe meno nell’audiovisivo e Mediaset non ha accesso a nessun tipo di investimento – ha detto, puntualizzando -: penso che sia giusto mettere in atto, studiandoli molto bene, sistemi di finanziamenti che spingano il settore televisivo: noi non possiamo accedere al ‘tax credit’ e, con il nuovo approccio del Governo al comparto, ci piacerebbe non essere svantaggiati. Intanto, grazie alla spirito resiliente del Gruppo, avremo a un risultato di bilancio in utile come lo scorso anno che si era attestato intorno ai 216 milioni. Noi poco dopo l’inizio dell’anno ci siamo trovati con un livello di costi in crescita, ricavi pubblicitari in un mercato in calo, la società di cui siamo soci Prosieben (la partecipata tedesca di cui MediaForEurope ha quasi il 30%, ndr) che ha azzerato completamente i dividendi, a pochi mesi dall’inizio dell’anno ci mancavano circa 90 milioni di euro. Ancora una volta grazie alle efficienze che non hanno snaturato comunque la qualità dei palinsesti, abbiamo risposto alla grande raggiungendo 91 milioni di euro a impatto positivo sul bilancio”.
La raccolta
Tutto questo sta avendo anche un riscontro sul fronte della raccolta che, grazie al +8% di ottobre comunicato in occasione della trimestrale e a un andamento analogo per questo mese, autorizzava ad aspettare un +1,5% nei primi 11 mesi e un risultato analogo per l’intero anno. Invece ieri è stato anticipato che questo mese dovrebbe chiudere al +9% e che quindi l’aspettativa per i 12 mesi cresce in una cifra tra il +1,5% e il 2%. Durante la conferenza stampa, infine, l’A.D. ha anche ribadito le perplessità già espresse in passato per un ipotetico aumento del tetto pubblicitario per la Rai dopo la riduzione del canone per i cittadini.