Autore: Redazione
10/06/2019

Mediaset: dalla fusione con la Spagna nasce la nuova holding MFE, obiettivo creare un broadcaster pan europeo

La società di diritto olandese avrà residenza fiscale in Italia, nessuna delocalizzazione prevista per operatività e forza lavoro; raccolta adv nel primo quadrimestre a +0,6% per il Biscione senza pay e calcio

Mediaset: dalla fusione con la Spagna nasce la nuova holding MFE, obiettivo creare un broadcaster pan europeo

Pier Silvio Berlusconi

Mediaset dà il via definitivo al progetto di broadcaster pan europeo con la fusione di Mediaset SpA e Mediaset España in una unica holding con sede legale in Olanda denominata MFE – Media for Europe. Alla nuova entità faranno capo il 100% di entrambe le società italiana e spagnola, nonché la partecipazione del 9,6% di Prosiebensat.1 acquisita nei giorni scorsi. «E’ un’operazione imprenditoriale coraggiosa che guarda al futuro e a una crescita dell’azienda in un contesto internazionale» ha detto il vice presidente e amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi. Non ci sarà alcuna delocalizzazione, ha assicurato Berlusconi: sedi fiscali, occupazione e operatività rimarranno dove sono, in Italia e in Spagna. La holding avrà residenza fiscale in Italia. La sede in Olanda è giustificata da «un motivo puramente tecnico, le leggi olandesi garantiscono stabilità di azionariato e gestione alle società che affrontano cambiamenti importanti». La volontà di mantenere ben salda la presenza del gruppo in territorio italiano, ha detto ancora Berlusconi, è dimostrata dal fatto che la sede di Fininvest, l’azionista di riferimento di Mediaset, rimane nel Paese. Mediaset ribadisce la posizione di “first mover” a capo di una iniziativa che vuole far salire a bordo anche altri broadcaster e sebbene non ci siano trattative in corso – afferma Berlusconi – Mediaset può già contare su rapporti consolidati con i tedeschi di Prosiebensat.1, l’inglese Channel 4, la francese TF1 attraverso la piattaforma di video advertising EBX e la concessionaria Publieurope.

La pubblicità nel primo quadrimestre

Nei primi quattro mesi del 2019 il mercato pubblicitario ha segnato il passo e secondo l’amministratore delegato di Publitalia Stefano Sala «se il primo trimestre si è chiuso con un calo complessivo del 3,5%, noi stimiamo che nel quadrimestre si attesti intorno al -4%»; per la tv potrebbe esserci un ulteriore calo di un punto rispetto al -2,7% del periodo gennaio-marzo. Per quanto riguarda Mediaset, invece, il primo quadrimestre dovrebbe registrare un incremento dello 0,6% a perimetro costante, vale a dire al netto della Champions e della pay tv Premium che quest’anno non ci sono più, e in crescita anche rispetto al primo trimestre in cui il gruppo di Cologno ha perso lo 0,6% sempre a perimetro costante. Nel solo mese di aprile, a causa di un mercato appesantito dalle varie festività, dai ponti e dalle elezioni europee imminenti, si attendono performance piuttosto negative per il mercato televisivo, e per Mediaset «un calo “single medium digit”». Sala sottolinea anche come nel primo trimestre di quest’anno la quota di Mediaset sul totale mercato si mantenga «inchiodata» sul 39,9% dello stesso periodo del 2018, nonostante la mancanza delle pay. Inoltre, se sulla tv Mediaset l’anno scorso aveva una quota del 55,6%, di cui il 53,6% era in capo alla free e il 2% alla pay, quest’anno la quota complessiva è del 54,2%.

La casa della tv europea

Come affermato da Berlusconi in occasione dell’annuncio venerdì scorso, «MFE sarà la casa della televisione europea. È da un anno circa che ne parliamo: oggi siamo pronti a partire perché abbiamo trovato un nuovo modello operativo che ci convince, una base industriale che crea valore e sviluppo». Soprattutto, crea efficienze: «Abbiamo individuato 107 milioni di euro all’anno tra sinergie e risparmi (corrispondenti a un net value di circa 800 milioni di euro, ndr), che raggiungeremo entro il 2023 senza toccare il prodotto televisivo. Crediamo che anche in quell’ambito si possano generare efficienze, ma lo vedremo più avanti: per ora stiamo parlando di tecnologia e sistemi. Unendo le forze potremo aumentare gli sforzi produttivi sia in Italia, sia in Spagna, avere una presenza più rilevante sulle nuove piattaforme e investire in tecnologie al servizio della pubblicità del futuro tra addressable e programmatic, con la creazione di una sola banca dati più adeguata a competere in una visione allargata e non locale». Oggi Mediaset presidia il mercato over the top con i marchi Mediaset Play e la spagnola Mitele, che dovrebbero quindi confluire in un’unica offerta per competere con gli altri player del settore, a cominciare da Netflix: «Ma noi non consideriamo questi operatori concorrenti diretti – ha detto Berlusconi – perché non vivono di pubblicità, ma alla lunga andranno a sottrarre tempo di visione alla tv generalista. Pensiamo che in un mondo sempre più digitale, anche chi fa tv gratuita debba avere una presenza on demand rilevante. La tv generalista è un prodotto caldo, cotto e mangiato in diretta, amplificato anche grazie ai social. Difficilmente morirà… nonostante la rivoluzione del web».

L’operazione MFE

«Sta nel dna di Mediaset pensare ai propri azionisti, e questa operazione porterà loro dei vantaggi tangibili da subito». Alla fine del percorso di fusione, la nuova holding effettuerà un buyback di azioni proprie per 280 milioni di euro ed entro il 2019 distribuirà un dividendo di 100 milioni di euro. A seguito dell’operazione, la distribuzione dei dividendi prevista per prossimo il 25 luglio è superata. Tecnicamente, le due società confluiscono nella società di diritto olandese Mediaset Investment N.V. (DutchCo) che poi prenderà la denominazione MFE. Il 4 settembre 2019 è prevista l’assemblea straordinaria di Mediaset e generale di Mediaset España per l’approvazione della fusione per incorporazione, che dovrebbe essere perfezionata nel corso del quarto trimestre 2019. Successivamente, i due titoli rispettivamente quotati alla Borsa di Milano e sui mercati azionari spagnoli saranno sostituiti da un unico titolo MFE. A seguito della fusione, ogni azionista Mediaset riceverà un azione di MFE per azione detenuta; il concambio per gli azionisti spagnoli è fissato a 2,33 azioni ordinarie MFE. Dopo il perfezionamento della fusione, rispettate tutte le condizioni compreso che nessun azionista abbia esercitato il diritto di recesso, l’azionariato di MFE sarà composto da Fininvest con una quota del 35,43% - attualmente è al 44,17% di Mediaset SpA e controlla attraverso quest’ultima il 50,21% di Mediaset España -, Simon Fiduciaria avrebbe il 15,39% e Vivendi il 7,71%. Quanto al gruppo televisivo francese di Vincent Bolloré «non abbiamo avuto nessun colloquio in proposito all’operazione – ha detto Berlusconi -. Vivendi è un azionista e dovrebbe guardare a questa iniziativa con favore». Il consiglio di amministrazione di MFE sarà composto da Pier Silvio Berlusconi, Marco Giordani, Gina Nieri, Niccolò Querci, Stefano Sala e Paolo Vasile in qualità di amministratori esecutivi; Marina Berlusconi, Fedele Confalonieri e Danilo Pellegrino saranno amministratori non esecutivi e Marina Brogi, Consuelo Crespo Bofil, Francesca Mariotti, Borja Prado Eulate e Carlo Secchi saranno amministratori non esecutivi indipendenti.